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Sabato, 20 Aprile 2024
Scuola

Vaccini, perché il rinvio dell'obbligo per l'iscrizione a scuola è pericoloso

La legge Lorenzin, ancora in vigore, impone l'obbligo, ma la circolare Grillo-Bussetti lascia agli istituti la libertà di accettare o no le autocertificazioni presentate dalle famiglie. La Fnomceo contro l'emendamento del Milleproroghe che farebbe slittare l'obbligo vaccinale al 2019: "Rinvio ingiustificabile"

La scuola sta per iniziare (e per alcuni è già iniziata), ma a rendere stridulo il suono della prima campanella c'è una questione con cui istituti e genitori devono fare i conti: il caos vaccini. Al momento è in vigore la legge Lorenzin che pone come requisito per l'iscrizione di un bambino a scuola la presentazione della documentazione che attesta l'avvenuta vaccinazione del piccolo. L'ingresso in aula senza vaccini viene punito con l'allontanamento dalla classe per i bambini fino a 6 anni, e con multe a 100 a 500 euro per i genitori degli alunni fino ai 16 anni. Ma a questa norma è stata di recente aggiunta l'ormai celebre circolare Grillo-Bussetti dello scorso 5 luglio, che toglie di fatto l'obbligo e consente agli istituti scolastici di accettare le autocertificazioni di avvenuta vaccinazione. A questa situazione già complessa va poi aggiunto l'articolo 6 del Milleproroghe che, se approvato in via definitiva, dilazionerebbe di un anno l'applicazione del divieto di iscrizione alle scuole materne per i bambini non in regola con l'obbligo vaccinale.

Una situazione che sta mandando nel caos famiglie ed istituti scolastici, per cui una delegazione della Fnomceo (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri)  guidata dal presidente Filippo Anelli, ha chiesto un'audizione alle Commissioni riunite Affari Costituzionali e Bilancio della Camera: “Consideriamo non giustificabile dal nostro punto di vista medico il rinvio dell'obbligo di presentare la certificazione dell'avvenuta vaccinazione per l'iscrizione all'anno scolastico 2018-2019”. Una proroga che, a parere di molti, vanificherebbe di fatto l'introduzione dell'obbligo, tanto che alcuni sindaci e governatori sono scesi in campo, a colpi di ordinanze o di progetti di legge regionali, per difenderlo. 

Un rinvio 'pericoloso'

Ma quali effetti negativi potrebbe provocare questa decisione? L'allarme lanciato dai medici della Fnomceo si basa su un esempio concreto, focalizzato sui casi di morbillo: sono stati 14451 i casi segnalati in Europa nel 2017, che hanno causato 30 decessi. Erano stati 4643 nel 2016. In questa classifica ben poco gloriosa, l'Italia è al secondo posto, con 5004 segnalazioni. Né va meglio nel 2018: in Italia, dal primo gennaio al 30 giugno, sono stati 2029 i casi segnalati. Di questi, il 91,3% si è verificato in soggetti non vaccinati, il 5,4% in chi era stato sottoposto solo alla prima dose.

“Le stime operate dai ricercatori dell'Istituto Superiore di Sanità confermano come, in mancanza di un recupero degli adolescenti e dei giovani adulti non vaccinati, sia necessario mantenere per lungo tempo coperture vaccinali maggiori del 95% nei bambini, per poter raggiungere l'obiettivo dell'eliminazione del morbillo”.

“L'obbligatorietà vaccinale - continua ancora il testo - dovrebbe essere valutata nel tempo, tenuto conto dell'andamento epidemiologico delle malattie e dell'entità della copertura vaccinale. Al momento attuale, in considerazione del dibattito in atto nel Paese, l'eliminazione dell'obbligo potrebbe essere interpretata come un atteggiamento antiscientifico”. 

Audizione Fnomceo: il testo completo

I medici della Fnomceo concludono l'audizione con la speranza di una soluzione chiara e positiva di questo 'pasticcio vaccini': “Auspichiamo comunque un'offerta vaccinale attiva, in cui siano eliminate tutte le possibili barriere sia organizzative che economiche alla vaccinazione, con la possibilità - come già attuato in altri paesi industrializzati - di sistemi di incentivazione e disincentivazione che contribuiscano alla promozione della cultura della salute, anche nella prospettiva di una possibile abolizione della obbligatorietà delle vaccinazioni, nel caso in cui l'adesione spontanea della popolazione lo consentisse”.

I primi bambini allontanati

Con gli istituti scolastici liberi di accettare o no le autocertificazioni, negli ultimi giorni abbiamo assistito ai primi casi di bambini allontanati dalle aule in Italia. Secondo i dati degli antivaccinisti di Corvelva (Coordinamento veneto per la libertà di vaccinazione) nella giornata di lunedì 3 settembre sono stati 19 i bambini respinti dai nidi a Padova. I veneto i piccoli 'non coperti' sarebbero 18mila, mentre a Brescia sono circa 82 i bambini che rischiano di rimanere a casa. A Bologna sono 136 i bimbi sospesi, con le scuole che hanno inviato una lettera alle famiglie non in regola. Un avvertimento utilizzato anche a Milano

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Presidi contro il rinvio dell'obbligo

Con il rinvio di un anno del divieto di iscrizione alle scuole materne per i bambini non in regola con l'obbligo vaccinale si crea un "grave vulnus alla salute e a tutta la collettività. Se ammettiamo a frequenza alle scuole bambini non vaccinati mettiamo a rischio contagio i bambini che non si possono vaccinare". Lo ha detto il presidente dell'Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola, Antonello Giannelli, in merito all'articolo del milleproroghe che, se approvato in via definitiva, dilazionerebbe di un anno l'applicazione del divieto di iscrizione alle scuole materne per i bambini non in regola con l'obbligo vaccinale.

"L'ipotesi di assegnarli a classi particolari non è possibile - ha poi aggiunto - c'è una questione deontologica: è una forma di segregazione di chi è più debole, ripugna al nostro ordinamento e non possiamo  prenderla minimamente in esame". Inoltre, "dal punto di vista organizzativo è impossibile, la scuola non è un reparto di epidemiologia - ha proseguito - è assolutamente inconcepibile. Non vediamo altra possibilità che ritirare l'emendamento".

Infine, con l'autocertificazione, "stiamo creando presupposti di uno scontro civile senza precedenti - ha continuato  metteremmo genitori contro i presidi che sono tenuti a controllare". Tutto ciò comporterebbe inoltre un "aggravio di lavoro" per i dirigenti.

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