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Giovedì, 18 Aprile 2024
Scuola

Vaccini, perché il rinvio dell'obbligo per l'iscrizione a scuola è pericoloso

La legge Lorenzin, ancora in vigore, impone l'obbligo, ma la circolare Grillo-Bussetti lascia agli istituti la libertà di accettare o no le autocertificazioni presentate dalle famiglie. La Fnomceo contro l'emendamento del Milleproroghe che farebbe slittare l'obbligo vaccinale al 2019: "Rinvio ingiustificabile"

Piemonte: raggiunta la soglia del  95%

In Piemonte è stata raggiunta e superata la soglia del 95% per tutte le vaccinazioni pediatriche previste dalla normativa che ha introdotto l'obbligo della vaccinazione. Nel dettaglio: 95,74% per morbillo, parotite, rosolia (prima dose), 97,75% per Hib (terza dose Haemophilus influentiae B), 95,84% per Hbv (terza dose anti epatite B), 96,23% per la pertosse (terza dose), 96,37% per il tetano (terza dose), 96,24% per la difterite (terza dose), 96,19% per il vaccino anti poliomielite (terza dose). I dati, forniti dal Seremi all'assessorato regionale alla Sanità - e riferiti al 30 giugno 2018 coorti dei nati negli anni 2015, 2014 e 2013, rileva una nota - evidenziano il netto miglioramento rispetto alle coorti dei nati negli anni 2010 e precedenti.

"Le ultime rilevazioni confermano il consolidamento di un trend positivo che vede il recupero soprattutto rispetto alle vaccinazioni come morbillo, parotite e rosolia il cui livello era sceso sotto la soglia di sicurezza raccomandata dall'Oms. E' un effetto positivo dell'introduzione dell'obbligatorietà della vaccinazione ed è fondamentale mantenere alta la guardia", ha commentato l'assessore alla Sanità, Antonio Saitta.

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Positivi, sottolinea l'assessorato, anche i dati parziali al 30 giugno 2018 riferiti alla coorte 2016, che dimostrano l'inversione di tendenza e l'aumento della copertura. Per quanto riguarda gli inadempienti, i servizi vaccinali ad oggi ne hanno recuperati circa 40.000 su 88.000. Di questi, sono circa 8.000 quelli appartenenti alle coorti 0-5 anni (2013-2016).

In Puglia sempre più sindaci pro-obbligo

Si allarga, in Puglia, il fronte dei sindaci scesi in campo a difesa del rispetto, senza se e senza ma, all'obbligo vaccinale per l'iscrizione alle scuole dell'infanzia. Nelle ultime ore, ai primi cittadini di Mola, Maruggio, Lucera, si sono uniti quelli di Giovinazzo (Bari), Gravina in Puglia (ancora Bari), Barletta, tutti firmatari di ordinanze che impongono ai genitori dei bambini da 0 a 6 anni di presentare, all'atto dell'iscrizione dei figli, opportuna certificazione vaccinale.

Un'iniziativa che, per i suoi obiettivi, aveva già incassato l'encomio degli Ordini dei medici di Bari e Taranto - per voce dei presidenti Filippo Anelli e Cosimo Nume - e della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, oltre all'endorsement del presidente di Anci Puglia, Domenico Vitto, ma che viene ora liquidata come 'inutile' dalla Regione.

"Non viene forse colta appieno l'esigenza dei sindaci - afferma il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, che è anche presidente dell'Ordine di Bari - che è quella, in qualità di autorità sanitaria locale, di tutelare la salute di ogni singolo bambino e della collettività. In particolare, il timore è per i bambini immunodepressi o che comunque, per varie e giustificate ragioni, non possono vaccinarsi, che verrebbero sottoposti a rischi inutili se non si avesse certezza delle coperture vaccinali".

Per fare chiarezza, Anelli, in veste di presidente dell'Ordine di Bari, convocherà, il prossimo mercoledì 12 settembre presso la sede dell'Ordine stesso, i sindaci della sua provincia, insieme a Domenico Lagravinese, direttore del Dipartimento di Prevenzione, e a Maria Chironna, responsabile dell'Osservatorio epidemiologico regionale. Obiettivo: definire, in una vera e propria 'Conferenza dei servizi', le procedure da mettere in atto, con il supporto di dati epidemiologici.

Le regole in Emilia Romagna

"Sul tema vaccini, la nostra posizione è sempre stata molto chiara, da sempre: tutelare la salute pubblica e in particolate quella dei bambini, in ogni caso, soprattutto i più deboli. Per questo, prima Regione in Italia, abbiamo introdotto l'obbligo vaccinale per l'iscrizione ai nidi approvando una legge ormai 2 anni fa, e i dati ci danno ragione: la copertura vaccinale complessiva contro le quattro malattie per le quali introducemmo l'obbligo - difterite, tetano, poliomielite ed epatite B - ha superato il 97% tra i nati nel 2016, ben oltre la soglia di sicurezza del 95% indicata dall'Organizzazione mondiale della sanità, superata anche dai bimbi nati nel 2014 e 2015".

Parte da qui l'assessore alla Salute della Regione Emilia Romagna, Sergio Venturi, per fare chiarezza su come possono regolarsi le famiglie emiliano-romagnole rispetto all'obbligo vaccinale, "pienamente in vigore", per non rischiare l'esclusione dei propri bambini dalla frequenza dei servizi educativi e scuole per l'infanzia. "Allo stesso tempo - aggiunge - come istituzione prendiamo atto delle decisioni prese in sede nazionale, rispettandole e dando indicazioni che possano aiutare genitori e famiglie, senza rinunciare a far valere la nostra posizione negli ambiti che ci competono, perché la tutela della salute non deve diventare terreno di scontro politico".

Le indicazioni per essere ammessi agli asili nido e alle scuole per l'infanzia sono contenute in un documento approvato dalla Giunta regionale, che affronta in particolare il tema delle autodichiarazioni che attestano le avvenute vaccinazioni, oppure la richiesta di prenotazione delle vaccinazioni stesse, presentate secondo quanto indicato in una circolare dei ministeri della Salute e dell'Istruzione, Università e Ricerca del 6 luglio scorso.

In primo luogo, il documento chiarisce che non vi sono problemi di sorta nel caso in cui la famiglia presenti, a seguito delle verifiche fatte sulle autodichiarazioni dai gestori dei servizi educativi e scuole dell'infanzia, il certificato che attesta che la vaccinazione è stata effettuata o la prenotazione della vaccinazione stessa. Se la prenotazione è stata fatta prima dell'inizio della frequenza, anche in questo caso nessun problema, a condizione che venga consegnato l'attestato di avvenuta vaccinazione una volta fatta e sempre prima che il bambino cominci a frequentare. Lo stesso avviene per coloro che hanno la prenotazione per una data successiva a quella di inizio della scuola, purché - alla data stabilita per fare la vaccinazione - alla scuola venga consegnata la certificazione.

La Giunta regionale, poi, chiarisce che nei casi in cui la frequenza venga sospesa, per esempio di fronte alla mancata vaccinazione in caso di prenotazione fissata successivamente all'inizio della scuola, i bambini possono mantenere l'iscrizione, mentre per quanto riguarda il pagamento delle rette ogni decisione in merito è affidata ai singoli gestori delle strutture. Inoltre, la Regione è a disposizione per i controlli sulle autodichiarazioni: "In Emilia Romagna abbiamo un'Anagrafe vaccinale assolutamente aggiornata - sottolinea Venturi - e nei casi ritenuti dubbi, dirigenti scolastici o altre autorità possono chiederci di effettuare le verifiche. E' chiaro che, nel caso in cui si presentassero casi di autodichiarazioni false, la denuncia diventerà un atto dovuto".

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Le indicazioni della Regione fanno riferimento alla situazione così come definita attualmente. "Nel decreto Milleproroghe approvato al Senato - ricorda l'assessore - è previsto il rinvio di un anno dell'obbligo di vaccinazione, misura che ci vede ovviamente contrari. Ma se venisse confermato con il via libera della Camera allo stesso testo, il quadro cambierebbe. In quel caso, in Emilia Romagna varrebbe comunque la legge regionale e ai nidi potranno avere accesso solo i bambini vaccinati. Non possiamo infatti permetterci di vanificare gli straordinari risultati raggiunti dopo aver approvato una legge che, lo ribadisco, garantisce la salute dei più piccoli, soprattutto di quelli più indifesi".

Intanto, a meno di 2 anni (novembre 2016) dall'approvazione della legge regionale che ha previsto il rispetto degli obblighi vaccinali per l'ammissione ai servizi educativi e centri ricreativi dell'infanzia, la copertura vaccinale complessiva contro difterite, tetano, poliomielite ed epatite B tocca il 97,1% tra i nati nel 2016. Come richiesto anche dal ministero, sono poi state rivalutate al 30 giugno 2018 le coperture vaccinali, già rilevate al 31 dicembre 2017, per i nati nel 2014 e 2015.

L'aumento, visibile già alla precedente rilevazione, si è ulteriormente incrementato per tutte le vaccinazioni obbligatorie fino a superare la soglia di sicurezza del 95% fissata dall'Oms, a partire dalle quattro già inserite nella legge regionale: difterite (96,1% per i nati nel 2015 e 96% per quelli nel 2014); polio (96,2% per entrambe le classi d'età); tetano (96,3% e 96,6%), epatite B (95,9% e 95,6%). Poi le altre: pertosse (96,1% e 96%), emofilo B (95,1% e 94,2% per i nati nel 2014, i soli a non arrivare ancora al 95%), e Mpr - morbillo-parotite-rosolia (95% e 95,2%). Per i nati nel 2016, l'aggiornamento verrà fatto solo dopo il completamento del ciclo vaccinale di 24 mesi, e quindi sarà relativo al 31 dicembre 2018.

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