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Martedì, 16 Aprile 2024
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Digital Transformation

La rivoluzione dell'Intelligenza Artificiale: come cambia il business delle imprese

Dalle start up alle imprese tradizionali, l'IA sta portando un cambiamento rivoluzionario in diversi settori di mercato

Si parla sempre più spesso di Intelligenza Artificiale (o IA in italiano e AI in inglese), disciplina informatica che studia le tecniche che consentono la progettazione di sistemi hardware e software in grado di offrire prestazioni tipiche dell’intelligenza umana. Le applicazioni dell’IA nella realtà quotidiana trovano riscontro in numerosi casi e situazioni reali, ancora di più in un momento storico eccezionale a causa della pandemia di Coronavirus.

L'Intelligenza Artificiale al servizio delle imprese italiane

Sono numerosi, infatti, i casi di start up e imprese che hanno fatto della tecnologia "pensante" uno strumento efficace per implementare il loro business o per dare vita ad uno nuovo. Grazie all'uso dei chatbot - assistenti virtuali interattivi che applicano intelligenza predittiva e analisi dei dati per consentire la personalizzazione in base ai profili degli utenti - diverse realtà hanno creato, per esempio, dei business dedicati proprio alla personalizzazione del prodotto. E' il caso di MyLab Nutrition, azienda italiana che propone integratori realizzati secondo gli standard qualitativi italiani e che, grazie ad un proprio algoritmo che elabora le risposte dell’utente in fase di test online, è in grado di selezionare gli integratori più adatti alle sue esigenze. Al termine del test, in cui emergono le informazioni personali e gli obiettivi del cliente, viene proposto un “pack” che contiene gli ingredienti necessari allo scopo.

Che cosa si nasconde dietro i Chatbot (e a cosa servono)

Un approccio simile è quello di Shampora, società italiana che grazie ad un assistente virtuale analizza le caratteristiche tricologiche dell'utente e gli propone prodotti per capelli specifici, elaborando la formula più adatta e inviandola a un laboratorio che produrrà shampoo, balsamo e creme su misura.

Il dibattito europeo sull'IA

Se da una parte, è sempre più chiaro che i sistemi di IA svolgono oggi un ruolo importantissimo all’interno delle aziende, al tempo stesso, proprio per la capacità "pensante" di questi sistemi, è emersa la necessità di un quadro normativo condiviso, su cui è recentemente intervenuto il Parlamento Europeo che il 20 ottobre 2020 ha pubblicato tre risoluzioni e due proposte di regolamento su etica, responsabilità e proprietà intellettuale sui sistemi di Intelligenza Artificiale. Obiettivo? Uniformare la legislazione europea sull’intelligenza artificiale per promuovere l’innovazione e per assicurare sicurezza e rispetto dei diritti individuali.

Per quanto riguarda l'aspetto della responsabilità, la proposta del Parlamento Europeo è quella di un regime differenziato a seconda della pericolosità dei sistemi intelligenti: in questo senso, per i sistemi “ad alto rischio” (che funzionano autonomamente) il Parlamento europeo prevede un regime di responsabilità oggettiva; per i sistemi non ad alto rischio, invece, il Parlamento europeo suggerisce un regime di responsabilità per colpa, che può essere esclusa dimostrando l’impiego del dovuto grado di diligenza.

In entrambi i casi, la responsabilità grava in via solidale sugli operatori di front-end (coloro che esercitano un certo grado di controllo sul sistema intelligente) e sugli operatori di back-end (coloro che definiscono le caratteristiche della tecnologia e forniscono i dati, esercitando anche un certo grado di controllo sui rischi).

Il mercato dell'Intelligenza Artificiale in Italia

La necessità di un quadro normativo condiviso procede a pari passo con la diffusione sempre maggiore dell’Intelligenza Artificiale nel nostro Paese: come emerge dall'Osservatorio Artificial Intelligence, nel 2020 si è registrato infatti un più 15% rispetto al 2019, per un valore di 300 milioni di euro, di cui il 77% commissionato da imprese italiane e il 23% come export di progetti (Fonte: pmi.it). Se più della di metà delle 235 imprese medio-grandi italiane analizzate dall’Osservatorio ha attivato almeno un progetto di AI nel corso del 2020, le grandi imprese si concentrano sulla crescita organizzativa e culturale, mentre le medie aziende appaiono un passo indietro, con progetti attivi solo nel 21% dei casi.

La “Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale”

Numeri, questi, che ben rappresentano la diffusione progressiva dell'IA in Italia, il cui concetto è ormai noto anche ai consumatori: il 94% ne ha, infatti, sentito parlare almeno una volta, e il 51% ha già utilizzato prodotti e servizi con funzionalità di intelligenza artificiale. Una diffusione che procede insieme ad un crescente interesse da parte delle istituzioni, come dimostra la pubblicazione della “Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale”, un ambizioso piano strategico che suggerisce un uso responsabile dell’Intelligenza Artificiale per arrivare ad un nuovo livello di efficienza e sostenibilità per le imprese. Un obiettivo ambizioso, volto a raccogliere tutti i benefici che l’IA può apportare al Paese, con un approccio che integri tecnologia e sviluppo sostenibile.

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