Intelligenza artificiale conversazionale: la risposta a tutte le nostre domande
Attenzione: questo articolo non è scritto con l’ausilio di Chat GPT
Chi scrive è un copywriter. Uno in carne e ossa, intendiamoci. Uno che, nell’ultimo periodo si sta ponendo diverse domande sul suo domani lavorativo.
Ci sarà un futuro per noi copywriter e scrittori? La scrittura creativa sarà totalmente replicabile dalle macchine? Le intelligenze artificiali ci sostituiranno o saranno, invece, un valido aiuto nel nostro lavoro?
Tutte domande che mi sono posto dopo aver sentito parlare di Chat GPT.
Machine Learning e Natural Language Processing: ecco come funziona una AI
Lo conoscerete anche voi, se non altro per sentito dire, perché Chat GPT è senza dubbio il trend del momento nel mondo digitale.
Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando, lo spiego in breve. Chat GPT è uno strumento di intelligenza artificiale creato dalla società OpenAI allo scopo di rendere l’interazione dell’uomo con i sistemi di intelligenza artificiale più naturale, fluida e intuitiva.
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Le tecnologie alla base di questo nuovo strumento e, più in generale, delle intelligenze artificiali cosiddette conversazionali sono sostanzialmente due:
• Il Machine Learning: una branca dell’intelligenza artificiale che, tramite elaborati algoritmi, consente all’AI di apprendere automaticamente da input e interazioni precedenti, migliorandosi costantemente con l’esperienza.
• Il Natural Language Processing: un metodo di analisi linguistica che si serve proprio del Machine Learning per migliorare l’apprendimento e l’elaborazione del linguaggio umano allo scopo di rendere più naturale l’interazione con l’uomo.
Un insieme di tecnologie che hanno, quindi, il potenziale per cambiare radicalmente, migliorandolo, il modo in cui noi umani interagiamo con le macchine e che possono avere ricadute enormi in diversi ambiti, soprattutto lavorativi, proprio grazie alla versatilità concesse dall’apprendimento automatico.
Applicazioni pratiche delle AI conversazionali
Conosciamo tutti le chatbot per l’assistenza cliente o gli assistenti vocali personali come Alexa, Siri o Google Assistant. A cosa servono? Basta fare una domanda e loro forniscono una risposta più o meno pertinente a seconda di quanto è specifica la domanda, ma anche di quanto hanno già imparato sui nostri gusti e stili di vita.
Ecco, il settore delle AI conversazionali si sta muovendo in questa direzione, perfezionandosi sempre più e trovando applicazioni concrete non solo nella classica assistenza clienti online, ma anche, tra le altre cose, nella traduzione linguistica, nell’istruzione, nella conduzione di sondaggi, nell’identificazione di modelli e tendenze sui social e anche nella scrittura creativa.
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Basti pensare che ci sono già alcuni brand che hanno deciso di muovere i primi passi, approcciando le proprie comunicazioni con l’utilizzo di AI. È il caso di Mulino Bianco, che a capodanno ha pubblicato su Instagram e Facebook un post realizzato totalmente (immagini e copy) con l’AI Midjourney.
La stessa piattaforma AI era stata utilizzata, ancor prima, da Martini per realizzare alcune immagini di cocktail e sdoganare così la nuova tecnologia nel proprio kit di comunicazione digitale.
AI e comunicazione digitale: come muoversi in futuro
Quello che è certo è che il momento è propizio: le aziende e i brand iniziano oggi a comprendere le potenzialità di questa tecnologia e devono, quindi, cominciare a chiedersi quali scenari ci attendono e, soprattutto, come muoversi a livello di comunicazione con il pubblico e di marketing, supportati dalle AI.
A venire loro in aiuto sulla strada da intraprendere, si fanno avanti le web agency più evolute e già in grado di comprendere potenzialità e “maneggiare” con disinvoltura tali tecnologie, intuendo i possibili sviluppi in ottica di marketing e comunicazione di brand.
COMMED I A: un partner affidabile nella digital transformation aziendale
Veri e propri esperti di nuove tendenze digitali e nuove tecnologie sono i professionisti di COMMED I A, una web agency con base a Lecce, ma attiva su tutto il territorio nazionale, con un’esperienza ventennale nell’affiancamento di aziende e pubbliche amministrazioni sul tema della digital transformation.
Rispetto alla domanda di partenza, Fabrizio Benvenuto, founder di COMMED I A, spiega come “l'impatto dell'intelligenza artificiale (IA) sulla forza lavoro dipenderà da molti fattori. Sicuramente la IA potrà sostituire alcuni lavori umani, prettamente operativi e automatizzati, persino in settori specializzati come la medicina, la legge o la finanza. Allo stesso modo, l’IA non si addestra da sola, ma ha bisogno di esseri umani capaci di progettarla e programmarla utilizzando algoritmi e modelli di apprendimento automatico. L'IA ha già dimostrato di essere in grado di eseguire compiti molto complessi, come riconoscere immagini, elaborare il linguaggio naturale, fare previsioni e prendere decisioni, ma rimane comunque una tecnologia che viene sviluppata e controllata dall'uomo. Quel che è certo è che l'intelligenza artificiale porterà cambiamenti significativi nel mercato del lavoro e nell'economia in generale, migliorando l'efficienza e la produttività. Ciò significa che sarà importante prepararsi a questi cambiamenti, acquisire nuove competenze e adattarsi alle nuove opportunità che l'IA offre e continuerà ad offrire in maniera sempre più performante. È evidente, per finire, che occorre promuovere un uso responsabile della IA, così che questa nuova importante opportunità possa contribuire a migliorare la vita delle persone in modo sostenibile ed etico.”
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Ebbene, è fuor di dubbio che le AI costituiscano uno degli step più importanti e rivoluzionari della transizione digitale in atto. E, se questo è ancora il momento storico in cui i più si stanno ponendo domande a riguardo per capire il da farsi, è anche vero, e la storia lo ha ampiamente dimostrato che chi prima arriva, meglio alloggia. E, rimanendo in tema di modi di dire, chi ha orecchie per intendere, intenda.