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Disabilità

“La disabilità non va combattuta, ma va vissuta”; Matilde, una donna energica che ama la vita

Prima atleta sordocieca italiana a partecipare alle Paralimpiadi di Tokyo 2021, Matilde percorre la sua strada con il sorriso

Matilde ha 56 anni, vive a Napoli e ha una famiglia unita, composta dal marito Alessandro e dai tre figli, Paola, Marco e Gabriele, il minore.
È sempre stata una donna solare, determinata ed energica, che ha superato le sfide che la vita le ha sottoposto; Matilde, infatti, è ipovedente dall’età di 3 anni, a causa di una miopia maligna che, in maniera lenta ma costante, le ha portato via la vista.
Purtroppo, nel 2016 è subentrata anche la sordità.
Sebbene lei abbia imparato a convivere con i problemi di vista, non riesce ad accettare di perdere anche l'udito: capisce, quindi, di avere bisogno di supporto e contatta la Lega del Filo d’Oro.
Dice Matilde: «Credo negli altri perché, nel momento più difficile della mia vita, ho incontrato la Lega del Filo d’Oro».

Un’atleta determinata

Matilde non ha mai smesso di imparare cose nuove e coltivare le proprie passioni, una su tutte quella per lo sport e, in particolare, per il judo.
L’attività sportiva è sempre stata parte integrante della sua vita; fin da piccola, infatti, suo padre l’ha spinta a praticare varie discipline, consentendole di apprezzare i diversi aspetti e peculiarità di ognuna.
È stato in età adulta, però, che Matilde ha scoperto la sua vera vocazione: il judo.
Incontrato quasi per caso, è diventato una passione bruciante, tanto da farle raggiungere importanti traguardi.
Matilde, infatti, non solo è diventata insegnante di judo, ma è arrivata a fare la storia: è stata, infatti, la prima persona sordocieca italiana a partecipare alle Paralimpiadi.
Nell’agosto 2021, a Tokyo, era l’unica rappresentante delle persone sordocieche.
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Combattendo sul tatami ha imparato a seguire il suo intuito, dato che non può né vedere né sentire l’avversario, accogliendo le sfide che il judo le propone.
«Amo lo sport perché mi rimette in gioco, mi rende una persona uguale agli altri [...] Ora so che nello sport non esistono atleti di serie A e B, qualsiasi sport fa uscire il meglio di una persona. Fare sport mi libera da ansie e depressioni e mi aiuta a vivere senza pietismo e compassione da parte della società. Per me oggi l’indipendenza è tutto».

Atleta, donna, madre e guerriera

Lo spirito di Matilde è quello di una guerriera, tenace, che non si lascia abbattere.
È riuscita a mantenere la sua forza anche alla nascita del suo terzogenito, Gabriele, di cui non ha mai visto il volto: quando è nato, infatti, lei era già completamente cieca.
Nonostante le difficoltà in cui si è imbattuta, grazie all’affetto e al supporto della famiglia, è riuscita ad allevarlo con amore.
Eppure, continua a non essere facile essere una madre sordocieca e Matilde spiega: «non tanto nella gestione della quotidianità, quanto per le incomprensioni nate con la società, che non capisce realmente cosa accade in una famiglia con una persona con disabilità».
La Lega del Filo d’Oro si è attivata anche per aiutarla sotto questo aspetto: non solo supporto nell’esprimersi (Matilde ha, infatti, imparato la LIS tattile, il Malossi, la dattilologia, per poter comunicare con la sua famiglia e con il mondo esterno), ma anche nel raggiungere inclusione sociale e autodeterminazione, migliorando la fiducia in sé stessi.

Come in una grande famiglia

Per Matilde, l’essere indipendente ha una grande importanza, per questo il sostegno degli operatori e dei volontari della Lega del Filo d’Oro è tanto importante per lei.
Le consente di procedere, durante il percorso della sua vita, con la consueta energia, senza lasciarsi abbattere dalle avversità.
Tra le persone che si sono interfacciate con Matilde, ci sono Francesca Dati, responsabile della sede della Lega del Filo d'Oro di Napoli e Leopoldo Cozzolino, operatore territoriale della medesima sede.
Con tatto e costanza, hanno contribuito a far inserire Matilde, al meglio, nel suo contesto sociale, aiutandola a gestire le situazioni più difficili e accogliendo, insieme, le piccole e grandi vittorie di ogni giorno.
Significative le parole di Leopoldo: «Matilde, nello specifico, mi ha insegnato che non esiste ‘io non posso’, esiste ‘io non voglio’. Questo non vuol dire che si possa far tutto, ma che, sicuramente, ci si deve provare».

Tutti insieme, stanno ottenendo ottimi risultati. Il detto l’unione fa la forza è particolarmente vero per quanto concerne Matilde.
“La mia famiglia, la Lega del Filo d’Oro e lo sport sono una famiglia, grande equipe, perché l’una convalida l’altra, l’una aiuta l’altra.

L’unione fa la forza

Tale concetto vale anche per il supporto che si può offrire alla Fondazione: per piccolo o grande che sia, è il contributo di tutti a fare la differenza.
Per aiutare le persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali basta anche un gesto semplice, gratuito, ma molto significativo, come devolvere il 5x1000 alla Lega del Filo d'Oro, indicando nella dichiarazione dei redditi il Codice Fiscale 80003150424.
Perché l’azione di ognuno è #unaiutoprezioso.

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