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Disabilità

“Ho trovato la forza e la volontà di andare avanti”. Sono le parole di Rita, mamma di Matteo

Un inizio difficile, un’esperienza con un bimbo che faticava a capire. Poi, finalmente, arriva l’incontro che offre una svolta

Matteo è un ragazzo di 18 anni compiuti e, come dice sua madre, Rita, “è diventato la persona più importante della famiglia”.
Il ragazzo ha, infatti, bisogno di costanti attenzioni, dato che è affetto da trisomia 11:22, una rara malattia genetica che comporta cecità, sordità e non gli consente di deambulare, né di comunicare.
La patologia di Matteo è stata scoperta a pochi giorni dalla sua nascita e questo ha comportato la sua permanenza, in terapia intensiva, per diversi mesi.
Rita si è, quindi, trovata in estrema difficoltà, dovendosi occupare di un neonato che non riusciva a capire; per fortuna, però, è poi arrivato l’aiuto di cui la famiglia aveva bisogno.

Un incontro che restituisce la speranza

Mentre guarda la televisione, Rita vede uno spot pubblicitario della Lega del Filo d’Oro e ne rimane incantata: decide, così, di prendere subito contatti con la Fondazione.
Rita si sorprende del fatto che, già durante la prima telefonata, venga capita e accolta con professionalità e umanità.
Dopo alcuni mesi, viene fissato un incontro, per portare il figlio presso il Centro di Osimo; Matteo aveva solo 2 anni e mezzo.
Il primo viaggio viene segnato da un piccolo, ma significativo, episodio: appena arrivata in struttura, Rita trova dei ragazzini sordociechi intenti a raccogliere castagne.
Questo, le fa subito pensare «Se capiscono loro capiranno mio figlio» e, in effetti, è stato così.
Sono ormai più di 15 anni che, ogni circa 20 mesi, Rita accompagna Matteo ad Osimo per trattamenti intensivi di tre settimane.
Qui, lui raggiunge nuovi traguardi; si tratta, magari, di piccole cose, che però contribuiscono a restituire speranza alla famiglia.
Operatori e volontari della Lega del Filo d’Oro hanno creduto in Matteo e nelle sue potenzialità, insegnando anche a Rita ad avere fiducia in lui.

Camminare per la prima volta a 18 anni

Ogni piccolo passo avanti è una conquista, perché Matteo impara qualcosa di nuovo ogni giorno, la sua evoluzione è continua e cresce con lui.
L’evento che, però, ha colpito profondamente Rita (comprensibilmente), è stato vedere camminare Matteo per la prima volta.
Un’esperienza toccante, che è arrivata a 18 anni e, quindi, inaspettata.
Rita stessa riporta l’emozione che ha vissuto in quell’occasione.

«Il passo in avanti più inaspettato e importante, per una madre che ha un figlio che non cammina, è vederlo camminare.
La prima volta che l'ho visto è stato in piscina, alla lega del Filo d’Oro.
È stata una grande, grandissima emozione. In piedi, mi ricordo, coi pesetti…è stato emozionante. Ora lui ha alti e bassi, non deambula del tutto; ma ha dei passaggi che agevolano noi genitori».


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In ottobre, a Osimo, l’équipe ha lavorato per potenziare il tono muscolare di Matteo che, in questo modo, ha iniziato a fare piccoli passi, riuscendo ad alzarsi, anche se solo per qualche minuto, dalla sedia a rotelle.
Le ricadute positive di questa vittoria non sono solo fisiche, ma anche psicologiche.
Lo spiega Lucia Cantori, operatrice che segue Matteo da lungo tempo.

«Non solo è più sicuro negli spostamenti, ma di riflesso lo è anche nella personalità, nelle scelte che compie, nelle preferenze che esprime. [...] Abbiamo introdotto con lui una forma di comunicazione attraverso le fotografie e lui ci indica con più coraggio cosa vorrebbe fare e cosa invece gli procura fastidio. È più presente, sa coinvolgerti e soprattutto si lascia coinvolgere appena si sente sicuro e a suo agio, anche in una situazione sconosciuta».

‘Rubare’ il mestiere

Presso la Lega del Filo d’Oro, Rita ha trovato la forza di andare avanti e gli strumenti per aiutare Matteo.
Per questo lei, fin dall’inizio, ha cercato di imparare il più possibile da operatori e volontari di Osimo, ‘rubando’ le tecniche, i gesti e le parole impiegati; si è anche impegnata a trasmetterli a tutti coloro che si interfacciano con il ragazzo durante la vita quotidiana, che si trattasse dell’ambito scolastico, di amici, compagni di classe o terapiste sul territorio.
Purtroppo, infatti, in provincia di Agrigento non sono disponibili molti servizi per i ragazzi come Matteo e, quindi, la mamma cerca di fare il possibile per migliorare le cose, coinvolgendo il più possibile le persone che la circondano.

È, infatti, importante l’aiuto e il contributo di tutti, per raggiungere importanti traguardi e continuare a supportare le persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali, contribuendo a restituire loro un contatto con il mondo.
Un gesto semplice, gratuito, ma prezioso è quello di destinare il 5X1000 alla Lega del Filo d'Oro, inserendo nella propria dichiarazione dei redditi il codice fiscale 80003150424.
Un modo di ridare speranza a tante famiglie.

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