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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Appuntamento con la biodiversità

Il WWF apre le sue oasi per festeggiare le zone umide. Domenica 2 febbraio l’invito a osservare gli uccelli a “doppiette spente”

Zone umide in festa domenica 2 febbraio, Giornata Mondiale per le Zone Umide (World wetlands day) per ricordare l’urgenza di difendere laghi, lagune e corsi d’acqua e il loro ruolo importante che svolgono nel mondo per le specie migratorie e per le numerose attività economiche che sostengono quali la pesca, il turismo e l’agricoltura, focus delle celebrazioni di quest’anno. Circa 2/3 delle zone umide d’Europa sono scomparse negli ultimi 50 anni e quelle che restano sono sotto pressione per l’inquinamento e i cambiamenti climatici. Un’altra minaccia riguarda le specie migratorie che le popolano e che per fortuna da domani potranno essere ammirate senza rischi. Una fortunata coincidenza, infatti, quella che vede chiudere ufficialmente il 31 gennaio la stagione venatoria quest’anno con un timido segnale positivo con l’anniversario delle Zone Umide, domenica. Per il WWF sarà un’ottima occasione dopo mesi di attività venatoria per osservare in tutta tranquillità anatre, folaghe, aironi e i piccoli limicoli e molte altre specie che affollano durante l’inverno le zone umide del nostro paese e fulcro di importanti rotte migratorie tra Europa, Africa e Asia come molte Oasi WWF che  saranno aperte per questa occasione.

Dopo anni di lavoro portati avanti dagli avvocati del Panda, dall’Ufficio legale dell’Associazione e dai volontari che svolgono l’attività di vigilanza ambientale il numero dei ricorsi contro i calendari venatori e le deroghe sull'uccisione di uccelli di piccola taglia sono in diminuzione. «Raccogliamo i frutti delle battaglie che portiamo avanti da moltissimo tempo per il rispetto delle norme da parte delle Regioni italiane», commenta Patrizia Fantilli, responsabile dell'Ufficio legale del WWF Italia. «È stato grazie ai ricorsi e ai successivi pesanti interventi dell'Unione Europea», spiega, «che l'adozione di deroghe e il prolungamento ingiustificato dei calendari venatori hanno subito una frenata». Ma è ancora necessario vigilare sul rispetto della Direttive e su una corretta applicazione della legge sulla caccia e purtroppo l'unica legge nazionale per la tutela della fauna selvatica in Italia.
Il numero dei cacciatori diminuisce. In dieci anni, tra il 2002 e il 2012, le licenze di Porto di fucile a uso caccia sono scese del 21%, da 885 mila a poco meno di 700 mila, secondo la Polizia di Stato. Ma la caccia continua a fare vittime anche tra gli esseri umani: tra settembre e l'inizio di dicembre 2013 ci sono stati quattro morti e 16 feriti tra la gente comune, in base ai dati diffusi dall'Associazione Vittime della Caccia. «Accade anche per un grave difetto della legge italiana: è ancora in vigore l'articolo 842 del Codice civile, risalente al 1942, che consente ai cacciatori di entrare e sparare nei terreni privati, senza dover chiedere alcun permesso», spiega Fantilli. Su questo il WWF ha presentato ricorso alla Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo ed è in attesa della sentenza. Il dato delle licenze è fuorviante, ricorda il WWF: è sul fronte del bracconaggio che c’è molto ancora da fare. Il tasso di illegalità e criminalità ambientale, in Italia, è così elevato che ogni 43 minuti si verifica un illecito, secondo i calcoli del Ministero dell'Ambiente.
Allo stesso tempo il nostro Paese è tra i più ricchi di biodiversità in Europa. La Giornata mondiale delle Zone umide, che ricorre il 2 febbraio in ricordo della firma della Convenzione di Ramsar a tutela di queste importantissime zone ricche di biodiversità, è dedicata quest’anno al rapporto con l’agricoltura, che secondo la Convenzione Ramsar, ‘le zone umide sono partner per la crescita e sono state a lungo viste come un ostacolo all’utilizzo agricolo del territorio ma il loro ruolo essenziale a supporto anche dell’attività agricola sta diventando sempre più chiaro e ci sono pratiche agricole di successo che traggono vantaggio da zone umide in buona salute’. Si stima che a questi ambienti sia legato circa il 12% delle specie animali totali, che diventano il 40% aggiungendo quelle vegetali. Quasi il 50% delle specie di uccelli presenti in Italia sono legate alle zone umide. Le aree umide forniscono acqua potabile, aiutano a riciclare l'oro blu e producono il 24% del cibo del Pianeta. Circa due miliardi di uccelli migratori ogni primavera attraversano l'Italia, ponte nel Mediterraneo fra Africa ed Europa, dai piccoli luì alla grande cicogna bianca. Le nostre aree umide rappresentano per molti un ''pit stop'', una sorta di area di servizio lungo le autostrade delle migrazioni per la sosta, l'alimentazione, ma anche la nidificazione.

Conoscere la presenza degli uccelli è un elemento fondamentale per verificare gli effetti dei cambiamenti climatici, individuare le aree di maggiore biodiversità e istituire nuove aree protette: dal 1° dicembre al 31 gennaio viene svolto uno studio sulla distribuzione invernale degli uccelli d’Italia. La ricerca è iniziata nel 2009 e ha permesso di accertare la presenza di 327 specie più 38 di origine alloctona. Ogni dato viene raccolto sul portale Ornitho.it, primo esempio italiano di progetto di ricerca condotto con l’aiuto dei cittadini (Citizen Science).

Secondo il recente dossier WWF ‘Monitoraggio Biodiversità Rete Natura 2000’ dei 16 habitat target per il sistema delle oasi WWF, giudicati prioritari per la difesa della biodiversità,  la metà appartengono a zone umide come le lagune costiere e le praterie umide mediterranee  mentre delle 23 specie target ben 16 vivono o frequentano le “acque interne” come  lontre, testuggini palustri, martin pescatore, falco di palude, moretta tabaccata e il  gambero di fiume.

Queste specie si possono ammirare in questo periodo,  oltre a decine di migliaia di uccelli acquatici e in particolare anatre selvatiche (dal germano reale al moriglione, dal mestolone all’alzavola), folaghe, aironi di più specie (airone cenerino, airone bianco maggiore, airone guardabuoi, garzetta), limicoli di più specie (avocetta, pettegola, piovanelli, ecc.), gabbiani.

Il WWF in Italia gestisce direttamente o in collaborazione, 12 Zone Ramsar, confermandosi come il soggetto con più aree umide in gestione nel nostro Paese.Ultima arrivata è la Riserva provinciale degli Orti-Bottagone, a Piombino  in Toscana,  istituita lo scorso novembre e aperta insieme ad altre  domenica 2 febbraio, con visite speciali, ma alcune già da sabato, con eventi dedicati (tempo permettendo, i programmi aggiornati sono pubblicati sul sito www.wwf.it ).

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