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Bioraffinerie, presente e futuro del nostro Paese

I Ministri dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato e dell’Ambiente Andrea Orlando hanno firmato il 10 ottobre il decreto sulle bioraffinerie

Favorire la realizzazione di nuovi impianti di bioraffinazione che utilizzino biocarburanti di seconda generazione: è questa la finalità del decreto ministeriale firmato il 10 ottobre dai Ministri dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato e dell’Ambiente Andrea Orlando e che segna un importante passo avanti dell’Italia verso la decarbonizzazione dell’economia.
 

Semplificare è la parola d’ordine, ad affermarlo lo stesso Zanonato che in conferenza stampa afferma come “questo decreto semplifica notevolmente le procedure per giungere alle autorizzazioni degli impianti di produzione di biocarburanti, le cosiddette bioraffinerie, col duplice scopo di promuovere queste produzioni in Italia e di facilitare gli investimenti nel settore, consentendo di estendere ad altri siti le esperienze costruttive e di esercizio acquisite in impianti già autorizzati”.
 

E prosegue: “ci attendiamo ora la concreta individuazione dei nuovi siti dove realizzare tali impianti e la partenza dei nuovi investimenti che il settore ha indicato come fattibili subito e che sono stati a base della decisione del Governo di introdurre questa forte accelerazione dei processi autorizzativi”.
 

“L’esigenza di emanare un decreto che fissi norme certe per le bioraffinerie, con particolare focalizzazione verso quelle che ottimizzano la produzione di biocarburanti di seconda generazione – gli fa eco Orlando – è in linea con le recenti norme comunitarie che stanno spingendo verso la limitazione dell’utilizzo dei biocarburanti tradizionali”.
 

I biocarburanti tradizionali, infatti, vengono ricavati da scarti alimentari derivati dalle coltivazioni come colza, soia, girasole, palma da olio o mais, grano, barbabietola e canna da zucchero. Questo consente di ridurre del 70% le emissioni di gas serra dal trasporto privato e diminuire l'importazione di petrolio dall'estero. Due argomentazioni che l'Unione Europea ha preso fin dall’inizio in seria considerazione fino a imporre a tutti i paesi membri l'obiettivo di soddisfare almeno il 2% della domanda di energia nazionale tramite l'ausilio dei biocarburanti. Anche se questo era solo un obiettivo intermedio per giungere alla copertura finale del 5,75% della domanda entro il 2010.
 

Invece, come spiega Vito Pignatelli ricercatore Enea «denominatore comune delle filiere dei biocarburanti di seconda generazione è l’uso, come materia prima, di substrati generalmente non utilizzabili a fini alimentari (ad esempio, materiali lignocellulosici e oli non commestibili) o prodotti comunque in aree diverse da quelle tradizionalmente destinate alle produzioni agricole convenzionali (colture di microalghe)».
 

Queste seconde mirano a ridurre ulteriormente le emissioni di gas a effetto serra arrivando addirittura al 95% se si utilizzano residui lignocellulosici (fonte Enea). Oltre a non andare ad impattare sulla filiera alimentare. Proprio con questo obiettivo lo scorso mese il parlamento europeo ha votato una proposta di modifica delle Fuel Qualitive Directive e la Renewable Quality Directive che regolano la produzione di biocarburanti nel vecchio continente: con questa modifica si vuole limitare la produzione di biocarburanti tradizionali e accelerare il passaggio a una nuova generazione di prodotti ricavati da altre fonti, come alghe e alcuni tipi di rifiuti. Entro il 2020, afferma la direttiva europea, la quota dei biocarburanti di prima generazione prodotti a partire da colture non deve superare il 5,5 % dell'energia utilizzata nei trasporti e i biocarburanti di seconda generazione devono contribuire almeno per il 2,5%.
 

Con questo decreto ministeriale l’Italia vuole adempiere proprio alla direttiva europea: «Il ricorso a questa tipologia di biocarburanti – conclude il titolare dell’Ambiente – è la soluzione per arrivare al raggiungimento del target del 10% al 2020 (per quanto riguarda le energie rinnovabili) previsto dalla direttiva europea. Il Governo sta lavorando per attuare il piano, approvato nei mesi scorsi dal Cipe, per la decarbonizzazione dell’economia e la riduzione delle emissioni di CO2, incentivando misure finalizzate appunto alla promozione delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, della mobilità a basse emissioni, della chimica verde e dei biocarburanti di seconda generazione»

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