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Martedì, 23 Aprile 2024
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Ruini: “Contro lo spreco alimentare è necessario lavorare tutti insieme”

Ne è convinto il responsabile del dipartimento Salute, Sicurezza, Ambiente e Energia del Barilla Center For Food & Nutrition. E spiega anche che la consapevolezza riguarda anche cose semplici come la lista della spesa

Lo sperpero di cibo è una questione etica e ambientale. Promuovere stili di vita salutari, creare un’agricoltura sostenibile e lo spreco alimentare sono i temi che il Barilla Center For Food & Nutrition vuole approfondire attraverso il Protocollo di Milano per agire subito e in modo efficace. Ne abbiamo parlato con Luca Ruini, responsabile del dipartimento Salute, Sicurezza, Ambiente e Energia

Partiamo dall'inizio, che cos'è il Barilla Center For Food & Nutrition e di cosa si occupa?

Il Barilla Center For Food & Nutrition è nato cinque anni fa e si occupa di cercare di capire in che maniera tutti i trand emergenti legati alla sostenibilità e alimentazione hanno impatto sulle istituzioni e i cittadini.

Lei ha partecipato agli Stati Generali sullo spreco alimentare dello scorso 5 febbraio 2014. Quali sono stati i temi di maggiore rilievo di cui lei ha parlato?

Ho raccontato il protocollo di Milano, lanciato recentemente dal Barilla Center For Food & Nutrition, che affronta fondamentalmente tre temi: lo spreco alimentare  - siamo stati invitati per parlare proprio di questo - le diete sostenibili, con accenno alle modalità con cui scegliamo gli alimenti e la nostra dieta. Infine l'agricoltura sostenibile: il modo con cui riusciamo a produrre e a coltivare ciò che mangiamo.

La Task Force riunita per il Piano Nazionale per la Prevenzione degli sprechi alimentari ha visto per la prima volta insieme, in Italia, discutere gli attori della filiera agroalimentare. Cosa, finalmente anche nella nostra Nazione, ha portato ad agire?

Inizia a sentirsi l'esigenza sia per il momento di crisi, a causa del quale anche in Italia c'è gente che non riesce a mangiare regolarmente ogni giorno. Tema, un tempo, legato ai Paesi in via di Sviluppo, ma oggi da affrontare anche nella nostra Nazione. Da questa urgenza nasce la necessità di riuscire a distribuire in maniera più equa le risorse e in particolare gli alimenti. La cosa interessante è vedere intorno a un tavolo tra i vari attori le tante attività che in alcuni casi si stanno già svolgendo; fa ben sperare sulla possibilità di riuscire a ottenere risultati concreti dal lavorare tutti insieme.

Ci spiega quali sono gli impatti ambientali dello sperpero di cibo?

La FAO ha reso noto che circa il 30% del totale degli alimenti vengono sprecati dal campo alla tavola. Il dato interessante è che se nei Paesi sviluppati, come l'Italia, spesso è il consumatore che butta il prodotto non consumato nell'immondizia. Nei Paesi in via di Sviluppo questo 30% è da ricercare nella fase di campo, perché non esistono le strutture di stoccaggio, le strutture di trasporto, succede che una parte del raccolto rimane sul campo e non può essere conservato per l'inverno. Quindi ci ritroviamo con un numero simile tra i paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo, anche se questo accade in due momenti diversi della filiera.

Aumentare la consapevolezza dei cittadini è sicuramente uno degli obiettivi, cosa possiamo fare noi consumatori?

Cose semplici, per esempio porre attenzione al come si prepara la lista della spesa, al fine di acquistare soltanto quello che consumiamo, oppure riuscire a recuperare gli avanzi. Mio nonno faceva la frittata con la pasta avanzata, sembra che oggi non ci siano piú abitudini simili e sarebbero da recuperare e nobilitare. Addirittura alcuni chef iniziano a proporre i libri di ricette che insegnano a cucinare con gli avanzi.

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