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Energia

Carbon neutrality: che cos’è e quali sono i passaggi per azzerare le emissioni di gas serra

La carbon neutrality è un obiettivo fondamentale imposto dall’Accordo di Parigi per contrastare i cambiamenti climatici e il riscaldamento globale. Ma che cosa significa esattamente? E quali sono gli step fondamentali per azzerare le emissioni nette di gas serra?

Secondo l’Accordo di Parigi sul clima del 2015, la "carbon neutrality" è una tappa obbligatoria che tutti gli stati firmatari devono riuscire a raggiungere entro il 2050 per limitare l’impatto del cambiamento climatico.

La "carbon neutrality" è quindi l’obiettivo finale del processo di decarbonizzazione così come definito nell’Accordo di Parigi del dicembre 2015, in cui i governi di 190 paesi del mondo si sono impegnati ad affrontare collettivamente i cambiamenti climatici e ridurre le emissioni di gas serra per contenere l’aumento della temperatura media terrestre a + 2°C rispetto al periodo pre-industriale (con ambizione di contenerlo entro i + 1,5 °C).

Ma che cosa si intende esattamente per "carbon neutrality"? E quali sono i passaggi da seguire per azzerare le emissioni di gas serra?

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Carbon neutrality: che cos’è

Secondo la definizione del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Ipcc) per "carbon neutrality" si intende quello stato in cui, a livello globale, le emissioni di anidride carbonica (CO2) di origine antropica sono pari a quelle che vengono rimosse dall’uomo in un certo periodo di tempo. Proprio per questo si parla anche di net zero, o azzeramento delle emissioni nette.

Infatti, come ormai assodato dalla comunità scientifica internazionale, le emissioni di gas serra – in primis quelle di anidride carbonica – sono le principali responsabili del cambiamento climatico e del riscaldamento globale. Di conseguenza, per riuscire a contenere l’aumento della temperatura media terrestre è fondamentale emettere in atmosfera soltanto una quantità limitata di CO2. 

Secondo l’Accordo di Parigi del dicembre 2015, per limitare gli impatti del riscaldamento climatico, le emissioni globali di gas serra dovranno essere dimezzate entro il 2030, per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette intorno al 2050.

A tal proposito, il report dell'Ipcc "Global Warming of 1.5°C" precisa anche che se si raggiungesse questo obiettivo entro il 2040, la probabilità di contenere il riscaldamento climatico globale entro i +1,5 °C sarebbe molto più alta.

“Ogni paese, città, istituto finanziario e azienda deve adottare piani per azzerare le emissioni entro il 2050. E iniziare a metterli in pratica adesso, anche fornendo chiari obiettivi nel breve termine”, ha affermato António Guterres, il segretario generale delle Nazioni Unite, al summit sul clima del 12 dicembre 2020. “La tecnologia è dalla nostra parte. Solide analisi economiche sono nostre alleate. Le energie rinnovabili diventano sempre meno costose ogni giorno che passa. L’azione per il clima può essere il catalizzatore per milioni di nuovi posti di lavoro, una salute migliore e infrastrutture resilienti”.

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I vantaggi 

L’obiettivo della "carbon neutrality" è quindi di tipo climatico, ma non solo. Oltre a frenare la crescita del riscaldamento climatico di origine antropica ed i suoi effetti sui comparti ambientali, infatti, la "carbon neutrality" riuscirebbe anche a contenere i numerosi impatti che il cambiamento climatico avrebbe nei confronti dei sistemi economici e sociali umani.

Il riscaldamento climatico, infatti, metterà a serio rischio molti ambiti socio-economici delle società moderne e, dal punto di vista produttivo, anche la continuità di molte tipologie di attività economiche.

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I passaggi per raggiungere la carbon neutrality

Per contenere il cambiamento climatico, e i devastanti effetti che ne derivano, dobbiamo quindi assolutamente affrontare il tema delle emissioni di gas serra. Le soluzioni da percorrere sono fondamentalmente due: azzerare completamente queste emissioni ricorrendo a fonti di energia rinnovabile e, lì dove non è possibile, riuscire a compensarle.

Per compensare le emissioni di gas serra esistono diversi metodi, che sono però molto complicati dal punto di vista tecnologico e anche molto costosi, come le tecniche che impediscono il rilascio di Co2 in atmosfera con sistemi di depurazione dei fumi o quelle che riescono a “catturare” l’anidride carbonica già presente nell’aria imprigionandola e stoccandola. 

Può quindi risultare molto più semplice ricorrere il più possibile alle fonti di energia rinnovabile pensando contemporaneamente ad accrescere tutte quelle risorse naturali utili ad assorbire CO2, come ad esempio le alghe, le piante e gli alberi.

Inoltre, per raggiungere la "carbon neutrality" nei tempi stabiliti il ruolo del settore privato è strategico ed irrinunciabile. Le diverse aziende e organizzazioni, infatti, possono (e devono) contribuire all’obbiettivo di zero emissioni nette per minimizzare il proprio impatto sul pianeta.

Per azzerare le emissioni nette è quindi necessario seguire un percorso articolato in tre fasi: 

  • misurazione della carbon footprint di prodotti o servizi – chiamata anche life cycle assessment (lca), questa fase prevede la mappatura di tutte le emissioni di gas serra legate a ogni fase di vita di un prodotto, dall’estrazione delle materie prime fino allo smaltimento dell’imballaggio e del prodotto finale, passando anche per fabbricazione, trasporto, distribuzione, uso, riuso, manutenzione e così via
  • riduzione - una volta misurata la propria impronta di CO2 è quindi possibile identificare le principali fonti di emissione e individuare una strategia di sostenibilità, come ad esempio quella di utilizzare esclusivamente energia da fonti rinnovabili; in ogni caso, le strategie di riduzione variano molto a seconda del settore e del tipo di attività aziendale
  • compensazione – questa ultima fase si occupa di quella quota residua di emissioni che non possono essere completamente azzerate. Di conseguenza, si punta a compensarle, ad esempio finanziando progetti di riforestazione. Tra i metodi di compensazione più diffusi a livello internazionale troviamo i crediti di carbonio (carbon credit), una sorta di Borsa in cui la valuta sono le emissioni di CO2 equivalente. Il venditore è colui che riduce le proprie emissioni o assorbe gas serra e quindi vanta un credito; l’acquirente invece è colui che emette CO2 e, per appianare il suo debito, retribuisce un altro soggetto che la sequestra dall’atmosfera.

La "carbon neutrality" è quindi un obiettivo a lungo termine, attraverso il quale si punta a eliminare oltre il 90% delle emissioni nette di gas serra entro il 2050, con la possibilità di compensare con soluzioni alternative le emissioni di quei pochi settori produttivi che non saranno riusciti a centrare l’obiettivo “zero”.

Di conseguenza, gli obiettivi definiti a livello globale ai fini del contrasto al riscaldamento climatico richiedono che ciascun soggetto economico e della società civile intraprenda un graduale ma deciso percorso di "responsabilità climatica" per raggiungere questa tappa fondamentale per il nostro pianeta e, quindi, per noi stessi.

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