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Energia

Transizione industriale sostenibile: il fondo economico del Governo per il miglioramento dei sistemi produttivi

Efficientamento energetico e uso di fonti rinnovabili sono essenziali per compiere effettivamente la transizione energetica

La transizione industriale sostenibile è il principale obiettivo del Green Deal, il patto verde stilato dalla Commissione Europea, utile al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. In cosa consiste? Nello specifico si tratta di migliorare e rendere più ecologici tutti i processi che riguardano le industrie, per ridurre al minimo l’inquinamento prodotto. Che, per inciso, ogni anno costa all’Europa tra i 277 e i 433 miliardi di euro.

Efficientamento energetico e uso di fonti rinnovabili sono essenziali per compiere effettivamente la transizione energetica. 

Cos'è la transizione energetica

La situazione italiana

È possibile riuscirci? In Italia la situazione è abbastanza buona. Il nostro Paese si classifica al primo posto, secondo il report di Green Italy, per quanto riguarda il corretto smaltimento di rifiuti urbani e industriali, raggiungendo una percentuale del 79,3%. In media quella europea è del 49%. La Lombardia è la regione più virtuosa con più di 90mila aziende che hanno investito in tecnologie green. Ma si può fare di più e in maniera più globale.

Proprio per questo motivo entra in gioco il Governo e gli aiuti economici, per sostenere tutte quelle industrie a compiere un importante passo ecologico.

Il Fondo per la Transizione Industriale  

Con il disegno di Legge di Bilancio 2022, approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 28 ottobre 2021, è nato il Fondo per la Transizione Industriale. Sono stati stanziati dal Governo 150 milioni di euro per, come leggiamo direttamente sul portale ufficiale del Ministero dello sviluppo economico,

favorire l'adeguamento del sistema produttivo nazionale alle politiche europee in materia di lotta ai cambiamenti climatici attraverso agevolazioni alle imprese finalizzate alla realizzazione di investimenti per l’efficientamento energetico, per il riutilizzo per impieghi produttivi di materie prime e di materie riciclate, nonché per la cattura, il sequestro e il riutilizzo della CO2.

Il Fondo per la Transizione Industriale, quindi, si rivela uno strumento utile per avviare e supportare i processi di riconversione in chiave ecologica dei settori industriali ad alta intensità energetica.

I numeri del Green Deal, il piano europeo per un’economia più efficiente

In Italia è stato istituito dal 2022 il Fondo per la Transizione Industriale utile per il raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Unione Europea nell’ambito del Green Deal. Questo sarà sostenuto da un terzo dei 1800 miliardi di euro di investimenti del piano per la ripresa di NextGenerationEU e il bilancio settennale dell'UE finanzieranno il Green Deal europeo.

Entro il 2050 si punta all’azzeramento delle emissioni nette di gas a effetto serra. E, intanto, entro il 2030 l’obiettivo è quello di raggiungere un abbattimento del 55%, rispetto ai livelli registrati nel 1990.

In questo grande piano proposto dalla Commissione Europea, rientrano anche altri obiettivi, come la promozione dei veicoli a emissioni zero o basse emissioni e la decarbonizzazione. Su quest’ultimo fronte bisognerà agire in maniera graduale per il completo abbandono delle fonti fossili a favore delle rinnovabili.

Energie rinnovabili in Italia e transizione energetica

Attualmente la domanda di impianti e tecnologie di energia da fonti rinnovabili è in costante aumento. Il Rapporto sulla filiera delle tecnologie delle energie rinnovabili in Italia, realizzato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo ne analizza la filiera delle imprese italiane che producono componentistica per la produzione di energia da fonte rinnovabile.

Quel che ne esce è un’Italia volta a un futuro sempre più green. Infatti il nostro Pese è il secondo produttore europeo di tecnologie per le rinnovabili con un fatturato di circa 23 miliardi di euro. Il primo Paese è la Germania.

Sul fronte mondiale, l’Italia conquista il sesto posto come esportatore di tecnologie per la produzione di energia rinnovabile. L’export raggiunge il 3% mondiale.

Sul fronte brevetti il nostro Paese registra circa 1.200 brevetti italiani afferenti alle tecnologie delle rinnovabili depositati presso l’European Patent Office nel 2018. La maggior parte di questi riguardano l’energia solare, seguita da fotovoltaico, termico ed eolico.

Il rapporto attribuisce anche un ruolo importante alle tecnologie legate all’idrogeno, per cui risultano già diverse attività di ricerca e prototipazione molte imprese di micro e piccole dimensioni e con forti capacità innovative.

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