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Comer Industries, la sostenibilità che fa impresa

Nata a Reggiolo dalla famiglia Storchi, acquistata dalla generazione successiva e leader mondiale di macchinari agricoli e non solo.

C’era una volta, a Reggiolo, un comune a pochi passi da Reggio Emilia, che oggi conta 9000 abitanti, un contadino, Pietro Storchi. Il suo sogno era semplice quanto elementare: faticare un po’ meno. I suoi tre figli, accogliendo questo desiderio, decisero di creare Co.Me.R. – Costruzioni Meccaniche Riduttori, azienda nata per fabbricare trasmissioni per le macchine agricole.

Componenti meccanici che finiscono in macchine per la produzione di cibo, ma anche per la costruzione di case e strade e per gli impianti energetici: mietitrebbie, trattori, aratri, falciatrici, escavatori, ruspe e generatori eolici. Una vera e propria fabbrica che mira alla realizzazione dei servizi essenziali del Paese.

Una transizione “frizzante”

Oggi Co.Me.R. è diventata Comer Industries ed è una società quotata alla Borsa di Milano, con un fatturato di 396,2 milioni di euro nel 2020 e oltre 1.300 dipendenti. Dal 2017 a capo dell’azienda è Matteo Storchi, presidente e amministratore delegato.
Matteo Storchi definisce la transizione dalla prima alla seconda generazione “frizzante”. Non sarebbe insolito pensare a genitori che cedono in eredità l’azienda di famiglia. Ma non è questo il caso: i figli hanno comprato l’azienda da genitori e zii.

Un fatto insolito, ma che sicuramente denota una grande libertà nonché competenze imprenditoriali avanzate: anziché aspettare che il proprietario vada in pensione, l’azienda viene direttamente acquistata.

Presenti in tutto il mondo

Dal 1985 l’azienda si è espansa all’estero e oggi conta cinque sedi in Italia e sette sparse tra Gran Bretagna, Germania, Cina, Stati Uniti, India e Brasile. Tale apertura all’internazionalizzazione è dovuta a un ragionamento semplice: la crescita demografica è la principale fonte di business dell’azienda. Essere presenti in diverse aree del mondo è quindi un obiettivo fondamentale.

L’export incide sicuramente sul fatturato e nel 2020, anno estremamente difficile, l’azienda ne ha inevitabilmente risentito. Tuttavia, la Comer Industries ha assicurato di non avere rivisto i piani di investimento per i prossimi anni, ma di averli solamente posticipati.

Contemporaneamente, Comer Industries ha pubblicato il bilancio di sostenibilità, in cui dà conto dei propri progetti a livello nazionale e internazionale.

La sostenibilità: un modo di fare impresa.

Proprio nel 2020, in occasione del cinquantesimo anniversario dell’azienda, la Comer Industries ha inaugurato a Bangalore, in India, Vidya Home, una struttura che offre vitto, alloggio e tutela le ragazze del posto, per consentire loro di completare gli studi universitari. Promuovendo  politiche di solidarietà nei paesi in cui l’azienda è presente, si stipula sicuramente un ottimo rapporto con la popolazione locale. Non a caso, spiega Storchi, “le iniziative di cui vado più fiero sono quelle che incidono sul quotidiano, sulle piccole cose”. Come non citare dunque la riduzione delle emissioni del 9% pari a 906 tonnellate di CO2 equivalenti. Un primato tutto italiano spetta inoltre allo stabilimento di Matera, il primo del gruppo a essere alimentato solo da energie rinnovabili.

Infine, dall’azienda è severamente bandito l’uso di plastica nelle lavorazioni ma anche a uso interno, andando a incidere in modo etico e sostenibile sulla coscienza dei lavoratori.
Un azienda che pensa in grande, ma che vede nel singolo un esempio per l’innesco del cambiamento. Perché, come afferma Storchi “la differenza la fa sempre l’individuo”.

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