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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Cosa sono le microplastiche e perché sono così dannose

La produzione eccessiva di plastica ha danneggiato i nostri mari, compromettendo la salute di animali ed esseri umani

Con il termine microplastiche intendiamo quelle piccole particelle di plastica molto nocive per i nostri mari e oceani. Sono, come rivela il nome, molto piccole e presentano un diametro che va dai 330 micrometri e i 5 millimetri. Si tratta quindi di un nemico quasi invisibile, più insidioso di quello che sembra.

Diversi enti per la tutela e la salvaguardia dell’ambiente hanno ritrovato queste microparticelle di plastiche in moltissime realtà ambientali. Per quanto riguarda l’Italia, numerose tracce di microplastiche sono state rinvenute tra i ghiacci del Parco Nazionale dello Stelvio e anche lungo le spiagge del litorale toscano.

Perché aumenta il livello del mare?

Il problema delle microplastiche

Il pericolo delle microplastiche che inquina i mari va individuato nel corso della storia del Novecento: dagli anni Trenta ai primi Duemila, la produzione mondiale di plastica è passata da 1,5 milioni di tonnellate a oltre 280 milioni di tonnellate, con una crescita del 38 per cento negli ultimi 10 anni.

Più plastica viene utilizzata, più viene buttata nei mari. Questo compromette la salute dell’acqua, degli animali che vivono nei nostri mari e di noi stessi, dal momento che, secondo l’Ispra, il 15-20 per cento delle specie marine che finiscono sulle nostre tavole contengono microplastiche.

Ecco come è possibile ridurre la propria impronta ecologica

Una buona notizia c’è ed è merito dello sviluppo tecnologico: grazie agli strumenti attuali, frutto di anni di ricerca e sviluppo, è possibile rimuovere meccanicamente molti di questi frammenti microscopici dai mari, dai fiumi e dai laghi. E anche in questo caso, il singolo cittadino può fare la differenza per ridurre le microplastiche. Ecco alcuni accorgimenti:

  1. Non acquistare cosmetici che contengono microplastiche
  2. Evitare la plastica a uso domestico
  3. Acquistare detergenti ecologici

1) Non acquistare cosmetici che contengono microplastiche

È sempre meglio preferire cosmetici ecologici e certificati. Pertanto, meglio evitare prodotti che contengono: polyethylene (Pe), polymethyl methacrylate (Pmma), pylon, polyethylene terephthalate (Pet), polypropylene (Pp). Secondo l’Onu, per individuare prodotti che contengono microplastiche è opportuno leggere l’etichetta. 

C’è da dire però, che nel caso specifico dei cosmetici, negli ultimi anni sono state adottate norme severe: dall’1 gennaio 2020 le aziende cosmetiche non possono più vendere prodotti da risciacquo ad azione esfoliante o detergente contenenti sfere in microplastica. Fare attenzione agli ingredienti di cui si compone un cosmetico è però legittimo, perché la proibizione non riguarda tutte le microplastiche esistenti.

2) Evitare la plastica a uso domestico

Gran parte delle microplastiche sono il risultato della decomposizione di oggetti che usiamo nel quotidiano. Pertanto un modo alternativo alla plastica va assolutamente ricercato: dalle alternative naturali (come ad esempio il bambù per alcuni strumenti, come lo spazzolino o la cera d’api in sostituzione al cellophane) a quelle più durevoli, come contenitori riutilizzabili in plastica riciclata, vetro o acciaio.

3) Acquistare detergenti ecologici

Anche i detergenti per pulire la casa, come nel caso dei cosmetici, possono contenere tracce di microplastiche. Anche in questo caso, quindi, è meglio controllare che tra gli ingredienti non vi siano materie plastiche. Inoltre è consigliato preferire sempre detergenti ecologici, realizzati con materie prime di origine vegetale.         

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