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Giovedì, 18 Aprile 2024
EARTH DAY

L’innalzamento del livello del mare potrebbe far scomparire intere città entro il 2100

Dall’Oriente all’Occidente, sono diverse le città che rischiano di finire al di sotto del livello del mare

Se abbiamo pensato che certe scene potessero esistere solamente in qualche film apocalittico, ci siamo sbagliati. E di grosso. La realtà è che le città che rischiano di finire sotto il livello del mare da qui all’inizio del prossimo secolo sono numerose e tra queste, cosa ancora più disastrosa, potrebbero esserci anche metropoli molto grandi e densamente popolate.

Se l’innalzamento medio annuo delle acque sarà costante, i territori minacciati potrebbero essere molto vasti e intere aree del nostro pianeta saranno sommerse.

Perché aumenta il livello del mare?

Livello del mare: i dati

A livello globale, dagli inizi del secolo scorso a oggi, le acque si sono innalzate di circa 21 centimetri. La cosa ancora più preoccupante che tale crescita del livello delle acque è avvenuta negli ultimi 30 anni. Le cause principali di questo fenomeno sono due: l'espansione termica dell’acqua marina e lo scioglimento dei ghiacciai continentali, in particolare quelli presenti in Canada, Antartide e Groenlandia. In generale, questa è una delle più catastrofiche conseguenze dirette dell’inquinamento e del riscaldamento globale.

Innalzamento del livello del mare: quali città coinvolgerà

L’Asia è il continente dove sono presenti  il 70% degli insediamenti urbani cosiddetti “a rischio”. Alcune enormi città come Mumbai (che conta 18 milioni di abitanti), Dacca, Calcutta, Saigon, rischiano di finire sotto al livello dell’Oceano Indiano. La stessa Bangkok, capitale thailandese è in una posizione geografica ritenuta delicata e fragile.

Situazione pesante anche quella che può riguardare l’Occidente, in particolare il continente americano, con le città di New York e New Orleans ritenute a rischio. Ma anche in Sudamerica: con Rio de Janeiro e Buenos Aires. Il problema potrebbe riguardare anche l’Italia, in particolare Venezia, da sempre vittima di numerose alluvioni.

Nel 2030 oltre il 47% della popolazione vivrà in zone a stress idrico

Qualcosa è ancora possibile

È possibile invertire questo processo? Come ha affermato Gianmaria Sannino, a capo del laboratorio di Modellistica climatica e impatti dell’Enea: "Bisogna applicare le direttive dell’accordo di Parigi, ma soprattutto modificare il nostro stile di vita. Ma non solo, il mare continuerà a pagare lo scotto del riscaldamento globale per anni, bisogna quindi mettere in atto misure di adattamento, arrivare preparati. Il nostro clima è cambiato, con tutto quello che comporta".

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