Le “oggettoteche”: andare oltre il possesso per un futuro più sostenibile
Funzionano proprio come le biblioteche ma al posto dei libri si possono prendere in prestito attrezzi e oggetti vari. Una delle tante declinazioni della sharing economy sta prendendo piede in tutto il mondo
Le biblioteche degli oggetti nascono in America negli anni '70 e, proprio come quelle moderne, si occupavano dei prestiti degli oggetti (soprattutto attrezzi da lavoro ma non solo) e della loro manutenzione per garantirne un lungo ciclo di vita. Poi sono arrivati gli anni '80, e con loro la cultura del consumo di massa e la disponibilità di prodotti a basso costo hanno portato ad un veloce declino di queste attività. Alla loro rinascita, in epoca contemporanea, hanno contribuito fattori negativi, come la crisi economica globale, ed altri positivi, come la disponibilità di nuove tecnologie (come ad esempio il cloud). La transizione dal possesso all’accesso ha iniziato ad acquistare senso per sempre più persone.
Moltiplicare la vita reale di un oggetto
Attrezzi per il lavoro, il giardinaggio e il fai da te, ma anche strumenti musicali, giochi in scatola, fino agli oggetti tecnologici come droni e visori per la realtà virtuale: questi sono solo alcuni esempi di tutto quello che possiamo trovare in una Tool Library. Solitamente il prestito è gratuito, oppure si richiede una quota associativa per usufruire del servizio. Pensiamo a quanti oggetti compriamo solo per farne pochi utilizzi per poi lasciarli a marcire su di uno scaffale. E se quello scaffale diventasse di utilizzo pubblico?
Quali sono i benefici delle Librerie degli oggetti
I vantaggi di questo tipo di attività sono numerosi e ricadono sotto vari campi. É una pratica virtuosa in un contesto di sostenibilità ambientale: uno dei principali benefici è la riduzione dell'impronta di carbonio. Prestito in questo caso è sinonimo di risparmio energetico e di risorse. Favorisce l'economia circolare: dare valore nelle cose che normalmente verrebbero gettate in discarica, in fondo al capannone, o lasciate a invecchiare in fondo ad un armadio è una spinta concreta nella direzione di un'economia circolare, volta a ridurre, riutilizzare e riciclare. Indirettamente questo spinge le aziende a progettare prodotti per la riparazione e i rivenditori a spostare i loro modelli di business verso il noleggio o il leasing. Favorisce la socialità è l'inclusività: le Biblioteche delle Cose riuniscono le persone e creano comunità. Sono un punto d'incontro intergenerazionale dove anziani e giovani condividono le proprie abilità nella lavorazione del legno, dei metalli, nella riparazione e molto altro.
Le Tool Libraries in Italia
Sebbene nella nostra penisola il fenomeno delle oggettoteche sia relativamente una novità, esistono realtà di questo tipo già radicate nel tessuto sociale del territorio che le ospita.
É questo il caso di Leila a Bologna: attiva già dal 2016, la tool library della città felsinea ha inaugurato nel 2020 la sua sede principale. A Palermo all’interno di Palazzo Castrofilippo troviamo invece Zero, la prima biblioteca delle cose siciliana. A Firenze, infine, è attiva l’Oggettoteca, un progetto nato dalla volontà e dall’impegno di un gruppo di genitori, familiari ed amici, per promuovere l’autonomia di ragazze e ragazzi diversamente abili o in carico ai servizi sociali.