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Gender data gap: quando le donne sono invisibili

Il gender data gap è il vuoto di dati inerenti al genere femminile e coinvolge tutti gli ambiti quotidiani. Tale mancanza provoca non pochi disagi alle donne

Quando si cita il gender gap, ognuno sa, indicativamente, di cosa si tratta.
In breve, è il divario tra i generi, con particolare focus in merito alle differenze tra i sessi per quanto riguarda l’aspetto sociale e professionale.
Meno immediata, invece, è la comprensione quando si parla di gender data gap: un argomento meno diffuso, e conosciuto, a livello mediatico, ma estremamente importante.

Uno sguardo sul gender data gap

Per gender data gap si intende il divario tra i dati di genere, con particolare riferimento all’assenza di quelli riguardanti il genere femminile.
Nella vita della collettività, si rivela necessario raccogliere e analizzare dati utili a studiare, o migliorare, una determinata condizione; purtroppo, è diventato evidente quanto questo processo non tenga conto dell’esperienza, dei bisogni e delle peculiarità delle donne.
Tale mancanza, nella maggioranza dei casi, non deriva da un atto volontario, bensì da un modo di pensare diffuso e radicato nella maggior parte delle persone.
Il mondo è pensato a misura di uomo.
Basti pensare all’impostazione delle lingue, in particolare quelle di radice latina (come l’italiano), in cui i maschile diventa “universale”.
Se si vuole indicare un gruppo di persone miste, infatti, si impiegherà “tutti”; quando si parla di un esponente del genere umano, si utilizzerà il termine “uomo”, per indicare sia individui di sesso maschile che femminile.
La lingua è importante e contribuisce ad includere mentalmente  - e di conseguenza nella vita quotidiana -, entrambi i generi.
L’impronta linguistica, con la sua impostazione volta al maschile incide, quindi, negativamente sul vissuto femminile.
Diversi studi hanno dimostrato che, se in un annuncio lavorativo si utilizza il maschile generico, è più difficile che le donne rispondano all’annuncio stesso o, comunque, che il loro colloquio abbia successo.
Questa situazione causa notevoli disagi alla vita quotidiana delle donne, in numerosi campi.
Pur rappresentando poco più della metà della popolazione, le donne sono invisibili.

Una luce sulle “invisibili”

A spalancare la porta su questo tema è Caroline Criado Perez, nel suo bestseller Invisibili. Come il nostro mondo ignora le donne in ogni campo. Dati alla mano.
Criado Perez è una scrittrice, giornalista e attivista, che ha lavorato a numerose campagne per i diritti delle donne.
In maniera incisiva, ironica e intelligente, Criado Perez analizza, praticamente, tutti gli ambiti riguardanti la vita di ogni individuo: vita quotidiana, studio medico, luogo di lavoro, sicurezza, politica, tecnologia vengono corredati di episodi esemplificativi e supportati da una consistente mole di dati.
In questo modo, l’autrice porta a galla una situazione sconcertante, benché sotto gli occhi di tutti: metà della popolazione viene, sistematicamente, ignorata.
Balza all’occhio, infatti, l’assenza di dati disponibili riguardo ai corpi, alle abitudini e alle necessità femminili.
Tale indagine, unica nel suo genere, getta luce sulla profonda influenza che tale mancanza ha sulla vita delle donne.
Di seguito, alcuni degli esempi riportati nel libro.

L’impatto della mancanza di dati sulla vita quotidiana

Nel libro Invisibili vengono elencate numerose casistiche; eccone alcune, in grado di chiarire l’importanza del gender data gap nella vita di tutti i giorni.

Lo spazio vitale viene pensato, e progettato, a misura maschile; basti pensare che gli smartphone vengono sviluppati in base alla misura delle mani degli uomini, o alla struttura dei parcheggi sotterranei, poco sicuri per una donna sola.

Anche gli ambienti sono tarati su parametri maschili: la temperatura degli uffici, infatti, è generalmente adatta al loro metabolismo, risultando di, circa, cinque gradi eccessivamente fredda per le donne.

Tale abitudine si ripercuote anche in ambito medico, dove la mancanza di studi sulle donne (scelta fatta per “semplificazione”) porta, sovente, a diagnosi tardive o errate, nonché a differenti (e inaspettate) reazioni ai farmaci.

Nei crash test, fino al 2011, veniva impiegato solo un manichino della stazza di un uomo medio.
In seguito, è stato inserito l’uso di un “manichino donna”, che altro non è, però, che la versione in scala di quello maschile.
Il non tenere conto della differente massa corporea di una donna, della diversa struttura (banalmente, della presenza del seno), può portare a progettazioni non idonee, scomode, fino ad essere pericolose.
A causa di questa situazione, ad oggi, le donne hanno il 17% di probabilità in più di perdere la vita in caso di incidente stradale.

Infine, un esperimento sociale tristemente esemplificativo.
Durante un’indagine effettuata nel 2008, venne chiesto, ad un campione di scolari pakistani tra gli otto e i nove anni, di rappresentare il concetto di “noi” attraverso un’immagine.
Tutti i bambini, nonché la maggioranza delle bambine, disegnarono solo maschi, evidenziando come, nell’immaginario collettivo, gli individui femminili non venissero contemplati.

Un lungo percorso da intraprendere

Invisibili, attraverso i dati raccolti, evidenzia anche la scarsa rappresentanza femminile nella politica (nei parlamenti, a livello globale, si attesta sul 23,5%).
Le donne, infatti, non solo non vengono elette, ma faticano ad inserirsi in un sistema per la stragrande maggioranza maschile.
Non solo: le donne che competono per una posizione di potere vengono osteggiate con veemenza.
Chiarificatore l’esempio di Hillary Clinton, tacciata di essere eccessivamente ambiziosa e, quindi, arrogante. Tanto se ne parlò e in maniera tanto negativa, che l’ambizione di Clinton si trasformò in una colpa.
Significativa la differenza con un uomo giudicato ambizioso, in cui tale caratteristica viene esaltata, quale simbolo di determinazione.

Per raggiungere una reale uguaglianza è necessario che tutta la collettività si renda conto della condizione in cui ci si trova; il World Economic Forum ha stimato che ci vogliano, almeno, un centinaio di anni prima di ottenere una parvenza di equità tra i due sessi.
La situazione attuale rende, quindi, manifesto quanto ci sia, ancora, da fare.
Iniziative dedicate alle donne, campagne mediatiche, progetti, giornate come il Womens Equality Day sono, quindi, ancora profondamente necessarie, per ricordare non solo il valore e l’importanza delle donne nella società, ma addirittura la loro presenza.

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