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Una tradizione lunga tre generazioni: Anna, una dei ‘Giovani della Filiera’, si racconta

La giovane allevatrice parla della passione per il suo lavoro, dei momenti difficili e dei traguardi raggiunti

Il mondo del lavoro sta cambiando su diversi fronti, influenzato da nuovi aspetti economici, sociali e tecnologici.
Questo cambiamento sta coinvolgendo anche le donne, che sempre in maggior numero stanno entrando in settori maschili.
A questo contribuiscono diversi fattori, tra cui l’interesse per nuove competenze, le opportunità di carriera disponibili e la sfida degli stereotipi, nonché un rinnovato punto di vista a riguardo.

Questo incremento delle figure femminili ha riguardato anche grandi realtà, tra cui Grana Padano; la filiera, infatti, da sempre, dedica notevole attenzione al mantenersi al passo coi tempi, rispondendo alle esigenze contemporanee.

Questo approccio ha consentito a Grana Padano DOP, nei suoi quasi mille anni di storia, di essere tanto apprezzato da diventare il prodotto a denominazione d’origine protetta più consumato nel mondo.

Un traguardo raggiunto grazie ad un gusto unico e alle ottime caratteristiche nutrizionali, capaci di soddisfare ogni necessità alimentare e nutrizionale.
Tale risultato è il frutto dell'impegno dei membri della filiera, di cui fanno parte anche ragazze e ragazzi giovani.

Come afferma Renato Zaghini, presidente del Consorzio Tutela Grana Padano:
“È un formaggio giovane, perché a crearlo ogni giorno ci sono anche centinaia di giovani, che sanno mantenere le sue peculiarità e migliorare la lavorazione con il desiderio di vedere crescere e rinnovarsi le loro aziende”.

Proprio per far conoscere queste ragazze e ragazzi, Grana Padano DOP ha deciso di dare il via alla seconda edizione del progettoGiovani della Filiera; si tratta di un’occasione per parlare delle nuove generazioni di allevatori, casari, esperti e imprenditori che fanno parte della filiera di Grana Padano DOP.
Attraverso il sito e i canali social e digital, verranno raccontate le loro storie e la loro capacità di portare avanti la tradizione, pur implementando le tecnologie e le innovazioni offerte da una realtà in costante evoluzione.

Anna, una giovane allevatrice che fa parte dei ‘Giovani della Filiera’

Anna, uno dei volti dei ‘Giovani della Filiera’, ha 29 anni e da quasi 7 anni si prende cura, a 360 gradi, degli animali della sua azienda.
Si dedica alla gestione delle razioni da dare alle vacche con i tecnici che la seguono, si interfaccia con il veterinario aziendale e nutre i vitelli; inoltre, si occupa anche dell’aspetto burocratico legato a tutte queste attività.

Anna ama il suo lavoro, anche se richiede tanta passione e una buona dose di pazienza, nonché sacrificio, richiedendo un impegno costante, tutti i giorni dell’anno, 24 ore su 24.
Inoltre, è fiera di far parte della filiera di Grana Padano.

Per me è molto importante far parte della produzione di Grana Padano DOP, perché è un prodotto conosciuto dappertutto, in qualsiasi posto si vada, ne senti parlare e lo trovi in vendita.
Mi rende orgogliosa far parte di un marchio così noto e di successo”.


Nonostante la sua passione, però, l’inizio della sua avventura lavorativa non è stato dei più semplici.

Racconta Anna:
“Quando ho iniziato a lavorare in questo settore ho trovato difficoltà nel farmi ascoltare e rispettare, sia in quanto donna che per la giovane età.
All’inizio, per i dipendenti, farsi dirigere da una donna non era semplice, così come i rappresentanti e i tecnici facevano fatica a interfacciarsi con me. Con l’andare del tempo, però, si sono adeguati alla situazione, anche perché hanno avuto a che fare con sempre più figure femminili, abituandosi alla loro presenza.
Ricavare il proprio spazio, in un settore che è sempre stato prettamente maschile, non è semplice, ma le cose stanno cambiando; sempre più ragazze stanno prendendo piede in questo lavoro”.

Il valore della famiglia

Nel suo lavoro, Anna porta avanti una lunga tradizione familiare: l’attività, infatti, è nata grazie all’impegno del nonno con i suoi fratelli, che poi hanno passato il testimone al papà e ai cugini, mentre oggi se ne occupano solo Anna e suo fratello Paolo.
Nonostante l’affetto, lavorare insieme ha richiesto impegno per coordinarsi e comprendersi meglio.

All’inizio abbiamo fatto fatica a collaborare, perché avevamo idee molto diverse.
Da parte mia, non sapendo niente di questo lavoro (ho studiato tutt’altro) ed essendo un campo nuovo, ho cercato di informarmi tramite libri e partecipando a incontri, per capire come poter portare l'azienda ad un certo livello. Mio fratello, invece, applicava un approccio più tradizionale al lavoro, seguendo gli insegnamenti impartiti dal nonno e dal papà; io ho cercato di innovare, implementando, dove possibile, le novità tecnologiche disponibili.
Abbiamo solo 7 anni di differenza, ma nonostante non siano molti, c’è uno sbalzo enorme, una grande differenza
Ora come ora, ad esempio, si lavora moltissimo al computer, mentre solo 7 anni fa non era così.”

Anna e Paolo hanno, poi, trovato un loro equilibrio, tra discussioni e complicità.

“Adesso, mio fratello mi supporta in tutte le scelte che faccio, giuste o sbagliate che siano…se sono positive, va bene così, altrimenti so che ci si dovrà confrontare”.

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Oggi i due fratelli collaborano perfettamente e perseguono l‘obiettivo comune di far crescere l’azienda, così come hanno fatto il papà e il nonno prima di loro.

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