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Una passione maturata con il tempo: il racconto di Matteo, uno dei ‘Giovani della Filiera’

Un ragazzo che porta avanti l’azienda di famiglia con passione e impegno

Spesso, i giovani e il loro ruolo nella società sono argomento di discussione e riflessione; ed è proprio ai giovani che Grana Padano ha dedicato il progetto ‘I Giovani della Filiera’, giunto alla sua seconda edizione.

Il Grana Padano DOP ha quasi mille anni di storia, eppure continua ad essere molto apprezzato e riesce a mantenersi al passo coi tempi, come dimostra il fatto che sia il prodotto a denominazione d’origine protetta più consumato nel mondo.

Questo risultato è dovuto sia al suo gusto evergreen che alle ottime caratteristiche nutrizionali, in grado di soddisfare ogni esigenza alimentare e nutrizionale, ottenuti grazie all’impegno di chi opera nella filiera, tra cui si annoverano, appunto, molti giovani.

Come spiega Renato Zaghini, presidente del Consorzio Tutela Grana Padano:
“È un formaggio giovane, perché a crearlo ogni giorno ci sono anche centinaia di giovani, che sanno mantenere le sue peculiarità e migliorare la lavorazione con il desiderio di vedere crescere e rinnovarsi le loro aziende”.

L’iniziativa, quindi, si presenta come un viaggio tra le nuove generazioni, un mezzo per far conoscere i giovani allevatori, casari, esperti e imprenditori che fanno parte della filiera di Grana Padano DOP, attraverso il sito e i canali social e digital.
Si tratta di ragazzi e ragazze che portano avanti la tradizione, riuscendo a bilanciarla con le tecnologie e le innovazioni di una realtà in continua evoluzione.

Matteo e la passione per l’allevamento

Matteo, 27 anni, vicentino, è uno dei ‘Giovani della Filiera’ che contribuiscono all’eccellenza di Grana Padano DOP.
Lavora nell'azienda di famiglia da quando aveva 18 anni e la gestisce da quando ne aveva 21.
L’interesse per l’allevamento è stato incoraggiato dal padre, ma soprattutto dal nonno, che desiderava fortemente che Matteo mandasse avanti l’attività di famiglia.

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Spiega Matteo:
Mio nonno mi ha spronato e incoraggiato ad andare avanti per questa strada, ma è stata, anche, questione di orgoglio, dato che siamo allevatori da molte generazioni”.

La sua è una passione che è maturata con il tempo: quando, per esigenze familiari, è diventato necessario offrire il proprio aiuto, Matteo non si è tirato indietro e si è gettato nel lavoro.
Ho voluto mettermi in gioco, sia per dimostrare qualcosa a me stesso che per dimostrare qualcosa alle persone che mi conoscono e che sanno quello che faccio.
È stata un’occasione per mettermi alla prova
”.

Matteo sa che si tratta di un lavoro impegnativo, che richiede un elevato investimento di tempo, ma più passa il tempo e più quello che fa gli piace, fino ad appassionarsi, in particolare, alla sua mansione principale: prendersi cura delle vacche.
Principalmente, mi occupo dell’alimentazione di tutta la mandria, dalle vacche giovani a quelle più adulte, mi occupo di fare il carro; è quello il lavoro che preferisco, perché consente di vedere e toccare il frutto del lavoro.
Dare da mangiare agli animali, essendo la mia mansione principale e quella a cui dedico più tempo e attenzione, è la cosa che mi dà più soddisfazione
”.

Matteo ha particolarmente a cuore il benessere dei propri animali, cui si dedica con costanza e impegno e spiega perché, per un allevatore moderno, sia un aspetto imprescindibile.
Chi è del settore lo sa bene: l’animale è straordinariamente altruista e restituisce ciò che riceve in tutte le maniere possibili. [...] È un concatenarsi di cose. Lavorare bene, fare le cose a regola d’arte impiegando il tempo dovuto, migliorare le condizioni degli animali è un investimento che le vacche ripagano completamente, in termini di qualità del prodotto e produttività”.

Far parte di un prodotto che ha alle spalle 1000 anni di storia

La passione che Matteo mette nel proprio lavoro comprende, quindi, amore per la tradizione, propensione verso l’innovazione e l’orgoglio per il fatto che la propria azienda contribuisca alla realizzazione di un prodotto come Grana Padano DOP.

A tal proposito, abbiamo chiesto a Matteo cosa significhi, per lui, essere parte della produzione di Grana Padano DOP.
Sono molti anni che il nostro latte va alla filiera di Grana Padano (l’azienda, ormai, è localizzata in questo posto da quasi 70 anni) . Abbiamo visto, quindi, l’evoluzione del prodotto e del modo di trasmettere, al consumatore, il relativo valore e conoscenza.
Siamo sempre stati convinti che tra le DOP, in Italia, Grana Padano sia “un faro” e siamo orgogliosi di essere a bordo di questo treno”.

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