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La nuova Treccani: tra inclusività e tagli radicali

Presentata l’ultima edizione dello storico vocabolario, tra alcuni tagli sostanziali, aggiunte necessarie e inclusione atte a sostenere la parità di genere

Lo scorso 16 settembre a Pordenonelegge è stata presentata l’ultima edizione del vocabolario Treccani.  E quella cui il pubblico ha assistito è stata una totale rivoluzione.

Non è la prima cui assistono i fedelissimi della Treccani, ma sicuramente si può collocare tra le più importanti, anche perché comportano un reale cambiamento della società a partire dal linguaggio che si padroneggia.

Una Treccani più inclusiva

La novità più importante è già sulla bocca di tutti, non senza le solite polemiche: quello di Treccani sarà il primo vocabolario in Italia a inserire le forme femminili di nomi e aggettivi insieme a quelle maschili, presentate in ordine alfabetico. Obiettivo di questo cambiamento è l’eliminazione degli stereotipi di genere nelle definizioni e la promozione della parità di genere a partire proprio dalla lingua che parliamo.

Un segnale forte e deciso che - afferma Valeria della Valle, direttrice dell’opera assieme a Giuseppe Patota“mira a donare equilibrio tra i generi, con passione e con una speranza, che anche tra molti anni le ragazze che avranno un mestiere e un ruolo nella società, quando sentiranno qualche obiezione sul termine che indicherà il loro ruolo, con l’appoggio del nostro lavoro potranno dire che lo dice la Treccani”.

Lo schwa per il linguaggio inclusivo: ecco di cosa si tratta

Un vocabolario che non mette in soggezione

Dimentichiamoci il vocabolario pesante, sia metaforicamente che fisicamente. Questa nuova Treccani ha abbandonato definitivamente il linguaggio “criptico e poco amichevole” cui molto spesso può avere abituato i suoi fruitore. In definitiva, non troveremo più il cosiddetto vocabolariese, come lo chiama Della Valle.

Più inclusivo e più vicino al fruitore, senza troppi fronzoli o complicazioni che distoglierebbero solamente l’attenzione o, peggio ancora, stancherebbero chi ha bisogno di consultare il vocabolario.

Le eliminazioni dal vocabolario

Per assolvere a questo compito sono state ridotte le abbreviazioni e le forme di cortocircuito lessicografico, ossia “quel meccanismo per cui un lettore o una lettrice cerca una parola, ma nella definizione trova una parola che non è chiara, perciò è costretto a cercare un’altra parola”, come spiegato da Patota.
Sono stati eliminati alcuni toscanismi, regionalismi e forme letterarie che non si utilizzano più e grande spazio è stato dato alla grammatica, che è stata soggetta a una sostanziale modifica in seguito alla continua mutazione e discussione sui diversi usi.

L’inserimento di nuove parole

E infine, dal momento che sono diventate di uso comune, sono state inserite nuove parole che tanto ci hanno accompagnato negli ultimi due anni: Covid, lockdown, smartworking.
A testimonianza della freschezza dell’operazione e di come talvolta la Treccani più che un vocabolario, debba intendersi come un vero e proprio documento storico, capace di descrivere la realtà che ci circonda in maniera fotografica, a partire dal linguaggio.

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