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Smart city e smart mobility. Ecco come stanno cambiando le nostre città

Servizi sempre più integrati, mobilità elettrica e condivisa, applicazioni intelligenti che permettono di usare lo smartphone per decine di operazioni. Il futuro delle città italiane passa da qui

Le città si stanno rinnovando. In un mondo sempre più connesso, dove beni, servizi e soprattutto dati vengono scambiati attraverso la rete, i grandi centri urbani si stanno trasformando in laboratori a cielo aperto, o meglio in “smart cities”, città intelligenti. Ma cosa significa nella pratica di tutti i giorni? Secondo le Nazioni Unite circa il 55 per cento della popolazione mondiale già oggi vive in paesi e città, con un livello di urbanizzazione che si prevede possa raggiungere quasi il 70 per cento entro la metà del secolo. In questo contesto sarà fondamentale garantire un benessere diffuso e inclusivo, per poter fornire a tutti i cittadini modalità di trasporto intelligenti, un adeguato accesso a dati e servizi e una protezione dell'ambiente distribuita su tutto il territorio. Ma per rendere una città “intelligente” è necessario lavorare su determinati settori, in primis quelli della mobilità, della produzione energetica, della gestione dell'acqua, del verde pubblico, dei rifiuti. Una smart city infatti è quella che offre servizi invisibili, come può essere il Wi-fi gratuito e diffuso, e altri più tangibili, come può esserlo un'app unica che permetta di usufruire dei vari servizi presenti in città, siano essi il noleggio di un'auto o la ricarica elettrica di un mezzo privato. Si tratta di una rivoluzione che sta avvenendo in tutto il mondo: a Praga, Manchester o Melbourne ad esempio esistono cestini della spazzatura intelligenti che avvisano i centri di raccolta quando sono pieni e pronti per la raccolta. A Miami, Edimburgo e Giacarta, i lampioni si accendono e si spengono automaticamente in base alle effettive esigenze di illuminazione, mentre a Los Angeles, Amburgo, Pechino o anche Milano, i cittadini possono caricare i loro veicoli elettrici mentre sono parcheggiati in strada.

Non c'è smart city senza smart mobility

Uno dei settori più promettenti per la transizione urbana verso la smart city è certamente la mobilità. Il trasporto urbano infatti sta evolvendo ad una velocità fino a pochi anni fa inimmaginabile. Complice la volontà di ridurre gli inquinanti e le emissioni di gas serra – i trasporti da soli sono responsabili di circa il 12 per cento delle emissioni di CO2 a livello globale - , ma anche di ridurre i volumi di traffico, offrendo alternative più vantaggiose agli utenti, la smart mobility punta a fornire servizi senza soluzione di continuità, dal primo all’ultimo miglio, in maniera flessibile, integrata, on demand e conveniente.

Secondo il rapporto Smart City Index 2020 elaborato dal network mondiale di consulenza Ernst and Young, tutti gli indicatori relativi alla mobilità sostenibile hanno mostrato un costante aumento negli ultimi 6 anni. La mobilità elettrica è ormai entrata a pieno titolo nella quotidianità e sta registrando incrementi significativi. Le auto elettriche ed ibride sono più che triplicate negli ultimi quattro anni, mentre le colonnine di ricarica mostrano dei tassi di raddoppio ogni due anni negli ultimi quattro anni, e sono quindi più che quadruplicate dal 2014.

Una parte fondamentale nel processo di evoluzione ce l'ha indubbiamente la “mobilità lenta”, che riguarda la bicicletta e i pedoni. Infatti sono aumentate del 22 per cento le piste ciclabili rispetto al 2014, mentre sono aumentate dell'8 per cento le aree pedonali. Ma è forse la mobilità condivisa la vera protagonista: il veicolo non è più una proprietà, ma si trasforma in servizio, ovvero Mobility as a Service (MaaS). Un nuovo modo di spostarsi che, al concetto di proprietà personale del mezzo, sostituisce il concetto di mobilità condivisa. Questo concetto ha portato ad un aumento degli operatori privati, con modelli di utilizzo sempre differenti. Non solo car sharing, ma condivisione degli scooter, della bici, dei monopattini. Secondo l'ultimo rapporto sulla sharing mobility, i numeri della mobilità condivisa sono tutti in crescita: scooter, bike e monopattini in condivisione hanno superato i valori del 2019 pre-pandemia, ed il car sharing li sta raggiungendo in queste settimane. Oggi circa 15 milioni di Italiani possono utilizzare almeno un servizio di sharing con quasi 90mila veicoli in condivisione a disposizione.

Milano come esempio di smart city

Sempre secondo lo Smart City Index è Milano ad attestarsi come la prima città italiana per intensità di sharing mobility. Nel 2019 si contavano oltre 3mila auto in sharing con 6 operatori (di cui 3 elettrici), e 4.800 biciclette in sharing (+49 per cento rispetto al 2017). Prima ad introdurre un'area ad accesso limitato – l'Area C – e in seconda battuta l'Ultra Low Emission Zone o Area B, il capoluogo lombardo si è dimostrato in linea con le altre grandi metropoli europee e non, nel tentativo di riduzione del traffico veicolare e di conseguenza dell'inquinamento atmosferico. Non solo, ma il fiorire di servizi di condivisione di mezzi come auto e moto, il potenziamento del bike sharing, elettrico e non, e quello del trasporto pubblico – Milano è tra le città italiane con il maggior numero di autobus elettrici – hanno definitivamente cambiato il modo di spostarsi in città.

Ma se da un lato l'aumento dei servizi è certamente positivo, dall'altro l'utente medio si trova a districarsi tra app, servizi e abbonamenti sempre diversi e sempre in aumento. Una delle soluzioni oggi disponibili, pensate per superare l'ostacolo, è Telepass Pay, un'app che permette il pagamento, sicuro e veloce, di servizi integrati e collegati ai nuovi servizi di mobilità, senza l'uso del contante, utilizzando solo il proprio smartphone. Attraverso un unico abbonamento si accede infatti a un circuito di pagamento che permette di accedere alla mobilità integrata, attraverso una piattaforma in continua evoluzione: dal pagamento del parcheggio, del taxi o del carburante al lavaggio dell'auto lì dov'è parcheggiata, dall'acquisto dello skipass alle polizze assicurative, al noleggio di mezzi di spostamento alternativo.
Telepass è un esempio di business italiano basato sul nuovo concetto di Mobility as a Service (MaaS) e per questo l’azienda é stata presa anche in esame come case study dalla Harvard Business School.  Il ‘Mobility as a Service’ è un’iniziativa prevista anche nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) - il piano di investimenti straordinario promosso dal Governo italiano all’interno del programma europeo NextGenerationEU - e volta a realizzare un sistema di mobilità sostenibile, che consente l’integrazione di diverse modalità di trasporto attraverso un unico canale digitale, agevolando gli spostamenti soprattutto nei centri urbani: fino al 10 gennaio 2022 - secondo l’Avviso Pubblico online sul sito del Ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale (Mitd) - possono presentare proposte progettuali le 13 città metropolitane che sono state ammesse a seguito della Manifestazione di interesse che si è conclusa il 29 ottobre scorso. Si tratta di: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino, Venezia.

Sulla piattaforma TelepassPay è oggi possibile ad esempio noleggiare gli scooter elettrici di Zig Zag o Mimoto, entrambi presenti a Milano, oppure prenotare un taxi o noleggiare un monopattino a Roma; il tutto senza la necessità di scaricare o aprire app differenti. Gli utenti possono circolare liberamente all’interno del centro città, lasciando i mezzi a fine corsa in aree che non intralcino il traffico stradale né i passaggi pedonali o parcheggiando senza costi in tutti gli spazi delimitati da strisce bianche o blu.

“La mobilità elettrica è sempre più presente nella nostra quotidianità, soprattutto nei centri urbani, e l’obiettivo di Telepass è contribuire all’espansione delle modalità di spostamento green”, spiega Gabriele Benedetto, amministratore delegato di Telepass. “In quest’ottica infatti, su Telepass Pay è già possibile, ad esempio, noleggiare monopattini, bici e scooter elettrici per muoversi in città nel rispetto dell’ambiente, oppure prenotare un lavaggio auto a domicilio erogato dalla startup di car washing ecosostenibile Wash Out, parte del Gruppo Telepass”.

Ma grazie ai recenti accordi, è anche possibile ricaricare il proprio veicolo elettrico attraverso le colonnine di ricarica Be Charge, società che sta sviluppando uno dei maggiori e più capillari network di infrastrutture di ricarica pubblica per veicoli elettrici in Italia, o dalla scorsa estate, ricaricare le batterie attraverso la rete di ricarica di Enel X, che oggi presenta oltre 13mila colonnine sparse su tutto il territorio nazionale. L'obiettivo di Telepass è offrire ai propri clienti un ecosistema sempre più completo di servizi digitali per la mobilità, garantendo il risparmio di tempo, la massima sicurezza in termini di riduzione delle occasioni di contatto grazie alla sua natura cashless, in un'ottica sempre più sostenibile.

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