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Giovedì, 18 Aprile 2024
World Environment And Oceans Day

Oceani e inquinamento acustico: un binomio tristemente attuale

I mari subiscono sempre di più l’inquinamento acustico, a discapito dell'ecosistema che vi abt. E come sempre è l’uomo a provocare i danni maggiori

Forse non tutti sanno che l’ambiente marino, tradizionalmente descritto come un luogo di profondità e silenzio, è in realtà uno dei più bersagliati dall’inquinamento acustico. Infatti, il suono nell’acqua di mare viaggia circa 5 volte più velocemente che in aria: in media, 1510 metri al secondo, mentre in aria circa 330 metri al secondo. Lo sanno bene i subacquei, che percepiscono suoni e rumori provenienti da qualsiasi direzione.

Come avviene l’inquinamento sotto i mari

Ma come spiegare l’inquinamento acustico che avviene sotto i mari? L’acqua è 10mila volte meno comprimibile dell’aria: per questo motivo, l’onda sonora che vi si propaga perde meno energia man mano che viene trasmessa nel volume dell’acqua, diramandosi quindi in maniera molto più veloce.

Ecco perché molti organismi marini hanno un senso dell’udito molto più sviluppato. E allo stesso tempo sono in pericolo per l’inquinamento acustico in mare.

L’8 Giugno 2022 torna il World Oceans Day

Quali gli effetti dell'inquinamento acustico sottomarino

I rumori sottomarini sono diversi e tutti hanno un’origine specifica: ci sono quelli naturali, come ad esempio quelli prodotti dal vento, dalle tempeste, da un sisma, ma ci sono anche quelli di origine biologica come i movimenti degli animali. I più pericolosi però sono sempre quelli provocati dalle attività umane (imbarcazioni, prospezioni per indagini geologiche, attività militari, ecc.): essi mettono in crisi gli abitanti del mare, che ne risentono in maniera grave, dal momento che utilizzano le onde sonore per orientarsi e comunicare.

Secondo alcuni studi, gli effetti sulla fauna marina sono numerosi: da un comportamento vocale alterato, passando per la riduzione degli habitat, cambiamenti nella vigilanza e nel comportamento di procacciamento del cibo.

Come proteggere l’ambiente marino

Le istituzioni hanno da molto tempo preso di petto questa situazione. Già nel 2008, la Comunità Europea, con la direttiva n°56 del 17 giugno 2008, rivista poi nel 2017, ha istituito un quadro legislativo con lo scopo di proteggere più efficacemente l'ambiente marino in tutta Europa.

Nel giugno del 2020 una relazione sul primo ciclo di attuazione della direttiva ha evidenziato come il quadro UE debba essere potenziato per riuscite ad affrontare la crescente pressione dell’attività umana. In particolare il report fa riferimento proprio alle “fonti sonore sottomarine”, insieme ad attività quali la pesca non sostenibile e la dispersione dei rifiuti di plastica.

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