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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Lavoro, i 5 trend del 2021

Dallo smartworking alla centralità della formazione, come cambia il mondo del lavoro dopo la pandemia

Dopo un anno di pandemia e di lockdown, il mondo del lavoro è cambiato radicalmente, com mutamenti profondi che lo caratterizzeranno anche negi anni successivi. Che ruolo avranno gli uffici? Che ne sarà del cartellino? Queste (e molte altre) le domande che manager, imprenditori e professionisti hanno iniziato a porsi già alla fine del 2020, in uno scenario profondamente mutato, e ancora in continua evoluzione.

Tra tanti dubbi, una cosa è però certa: il lavoro come lo abbiamo vissuto fino a inizio 2020 non ci sarà più, mentre la nuova modalità che la maggior parte dei lavoratori ha sperimentato nel corso dell'anno sarà di ispirazione per tracciare un nuovo percorso che guarda al futuro.

Scopriamo allora di seguito i trend del 2021, alcuni già in atto, altri in continua evoluzione.

1. Lo smartworking

E' ormai abbastanza chiaro: numerose aziende non torneranno, anche dopo la fine della pandemia, alla presenza fisica in ufficio 5 giorni su 7. Ecco che allora lo smartworking diventa un modus operandi per grandi realtà come Twitter e Spotify, che hanno annunciato che i loro dipendenti lavoreranno da casa "a tempo indefinito" anche dopo la fine dell’emergenza. L'esempio di Twitter è servito da apripista ad altri colossi, primo tra tutti Microsoft, che ha adottato lo Smart Working permanente ormai da diversi mesi.

In linea con questo trend, diventa sempre più necessario ridisegnare i lavori anche più tradizionali in modo che possano essere fatti in parte da remoto e rivedere gli uffici come spazi di collaborazione, creatività e innovazione.

2. Più obiettivi (e meno orari)

Parallelamente alla centralità dello smartworking, si fa strada anche un nuovo concetto di organigramma aziendale, più fluido e meno rigido. Tradotto: gli obiettivi vincono sull'orario in cui si timbra il cartellino, laddove è l'autonomia del professionista che viene valutata, rispetto al controllo e alla sua presenza fisica, che non sono più (o comunque lo sono molto meno) parametri di valutazione professionale.

3. La digitalizzazione

Parola chiave del 2021? Digitalizzazione, sempre e comunque. Da quest'anno, ancora di più al servizio delle persone. Negli ultimi mesi, infatti, la tecnologia si è dimostrata uno strumento indispensabile al servizio delle persone e dell’HR per affrontare gli eventi durante il lockdown. Ecco che allora il digitale diventa essenziale non solo per chi lavora in smartworking, ma anche per ottimizzare i tempi e i processi di tutte le aree e le funzioni aziendali, Risorse Umane in primo luogo.

4. Il ruolo centrale dei team

Durante la pandemia, attraverso il lavoro da casa i team hanno dimostrato di essere il cuore della resilienza delle aziende: colleghi e professionisti sparsi in diverse città sono riusciti a collaborare, ad innovare e a fare formazione anche a distanza, adattandosi velocemente ai cambiamenti.

Ecco perchè uno dei trend del 2021 sarà sicuramente quello di costruire “superteam” che affianchino le persone alla tecnologia; in questo senso, l'intelligenza artificiale può diventare un valido alleato per riprogettare il lavoro in modi più umani, lasciando alle macchine le mansioni più operative e valorizzando la creatività delle persone. Come? Attraverso l'investimento in formazione, cultura e tecnologia.

5. La formazione

E' proprio l'investimento in formazione che permette di rafforzare le competenze - intese sia come hard che soft skills - sempre più importanti nel nuovo scenario lavorativo. La formazione è un valore, sia per i neo assunti che per le risorse già integrate in azienda, che possono scoprire nuovi percorsi di crescita oppure esplorarne di nuovi, adatti alle mutate condizioni dell’azienda, e del mercato del lavoro.

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