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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Livorno e il suo forte legame con il mare, un amore che non conosce fine

La città è sempre stata influenzata dal mare, tanto da mantenere, ancora oggi, antiche tradizioni legate ad esso

Livorno è una città popolosa che, pur essendo ricca di storia e cultura, offre un aspetto piuttosto moderno, dovuto ai danni causati dai bombardamenti subiti durante la Seconda Guerra Mondiale; l’attuale architettura è, dunque, frutto della successiva ricostruzione.
Ciò che la città ha mantenuto nei secoli, però, è il suo carattere multietnico e multiculturale; non a caso, la sua storia è sempre stata legata al mare.
Livorno, infatti, è stata il porto del Granducato di Toscana, dove si svolgevano vivaci scambi commerciali e rimane, tutt’oggi, uno dei più importanti porti italiani, sia per quanto riguarda l’aspetto commerciale che quello turistico e di collegamento con le isole.
Non sorprende, quindi, che molte delle sue tradizioni coinvolgano il mare e tutto ciò che lo riguarda.
Una delle più antiche, nonché sentite, è la tradizione remiera livornese: ogni anno, infatti, la città ospita le gare remiere tra i rioni cittadini, in un’atmosfera di festa e folklore, che riconferma la profonda relazione tra Livorno e il suo mare.

Una tradizione che unisce passato e presente

La tradizione remiera livornese affonda le sue radici nei secoli passati, quando presso i porti nascevano delle ‘gare’ tra gli scaricatori portuali (noti come ‘Risi’atori’): nel momento in cui veniva avvistata una nave mercantile, questi uomini si affrettavano a porre in mare la propria imbarcazione, per poter avere la precedenza nella movimentazione della merce.
Si hanno, comunque, diversi esempi di gare e competizioni durante tutto il corso della storia livornese.

Per quanto riguarda le origini delle gare remiere, se ne hanno le prime testimonianze già nel XVI secolo, quando gli eventi di grande rilevanza venivano celebrati con dispute remiere, o regate, oppure veniva organizzato un ‘palio di barchette’.
Uno degli esempi più celebri fu la gara effettuata in occasione dell’apertura del canale che circonda Fortezza Nuova, avvenuta nel 1605.

Si passa, quindi, al periodo compreso tra il 1700 e il 1800, durante il quale le ‘feste d’acqua’ suscitavano l’interesse e la curiosità generali, coinvolgendo in special modo la ricca borghesia mercantile labronica, che spesso si adoperava nell’organizzazione degli eventi.
Viene ricordato, in particolare, il fastoso Palio tenutosi il 21 maggio del 1766; questo venne organizzato dalla comunità olandese proprio in occasione della visita a Livorno di Pietro Leopoldo di Lorena, da poco investito del titolo di Granduca di Toscana.

Sfide tra rioni

Le competizioni sono molto sentite a livello locale e non sorprende, quindi, il fatto che ogni quartiere (o gruppo di quartieri) sia rappresentato da un rione.
A sua volta, ogni rione ha la propria cantina, il proprio gozzo e uno stemma specifico, caratterizzato da colori che rimandano alle relative origini e tradizioni.
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I rioni che si sfidano durante le competizioni remiere sono otto:
- Borgo (bianco-nero)
- Labrone (amaranto – giallo – celeste – nero)
- Ardenza (rosso-verde)
- Ovo Sodo (bianco-giallo)
- Pontino (rosso-giallo)
- Salviano (amaranto-bianco)
- S. Jacopo (bianco- verde)
- Venezia (rosso-bianco)

Simbolo delle gare remiere

Come citato in precedenza, ogni rione ha il proprio gozzo; è lecito, però, domandarsi di cosa si tratti.
Il gozzo è un’imbarcazione di legno di cedro, a dieci remi, più il timoniere; è lunga 9,20 metri, larga 2,45 mt e pesa, circa, 600 chilogrammi.
Il suo peso, però, può subire variazioni, a seconda dell’umidità assorbita nel corso dell’anno. Ecco perché, nel mese di marzo, vengono effettuati i ‘riti della pesa’, prima di consegnare il gozzo al relativo Comune: in questo modo, si uniforma il peso delle imbarcazioni, garantendo una gara equilibrata.
Ognuno dei gozzi è diverso dagli altri e perfettamente riconoscibile, dato che è dipinto con i colori e con il nome del proprio rione; ogni imbarcazione incarna, quindi, la storia del Palio e un modo di navigare antico e tipico dell’identità livornese.
Certo, i gozzi utilizzati per il Palio non sono più quelli antichi, ma risalgono, comunque, al modello inaugurato nel 1973 e sono un esempio di raffinato artigianato; vengono realizzati interamente a mano da maestri d’ascia, secondo caratteristiche ben precise.
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Ogni gozzo ha un fasciame unito e compatto, costituito da tre strati di tranciato di cedro incrociati tra loro fino a raggiungere uno spessore di circa 12 centimetri, uniti con colla marina e con ben 100.000 spilli metallici, tolti nella fase dell’incollaggio finale. Non sono tenuti insieme da viti, né da chiodi, bensì da un preciso lavoro certosino di sapienti incastri.
La particolare lavorazione contribuisce a rendere queste imbarcazioni agili, veloci e belle da vedere.
Oltre che preziose, sono però anche delicate e necessitano di costante manutenzione, necessaria per garantirne affidabilità e solidità nel corso degli anni.
A questo scopo, al termine del Palio, ogni anno, i gozzi vengono riposti presso Fortezza Nuova, in attesa di essere trasportati in cantiere, dove riceveranno tutte le cure del caso.

Ecco le date delle gare

Le gare remiere hanno una cadenza precisa.
La stagione si apre con il “Trofeo Liberazione”, il 25 aprile.
A seguire, il 22 maggio si tiene la “Giostra dell’Antenna”, un’antica competizione di origine medievale.
A giugno tocca alla “Coppa Risi’atori” emozionare gli spettatori; quest’anno cade il 5 giugno.
Il 25 giugno è dedicato alla “Coppa Barontini”, suggestiva competizione notturna.
Chiude la stagione la gara più sentita, che si disputa in mare aperto: il 2 luglio è il turno, infatti, del “Palio Marinaro”.
Per scoprire di più riguardo a questa affascinante tradizione e rimanere aggiornati in merito a novità ed eventi in programma, è possibile visitare il sito delle Gare Remiere di Livorno o la loro pagina Facebook.
 

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