Ucraina si rifiuta di stringerle le mano, atleta russa non lascia la pedana: è caos
Tensione ai Mondiali di Scherma a Milano alla fine dell'assalto tra Olga Kharlan ed Anna Smirnova. La sciabolatrice russa inscena una protesta riufitandosi di guadagnare gli spogliatoi, quindi il ricorso - prima respinto e poi accolto - e la squalifica dell'ucraina
Anche ai Campionati Mondiali di Scherma, in corso di svolgimento a Milano, non mancano le tensioni generate dal conflitto tra Ucraina e Russia, sebbene la pedana iridata abbia portato un elemento di novità. La campionessa olimpica di sciabola ai Giochi Olimpici di Pechino 2008, la trentaduenne ucraina Olga Kharlan, fidanzata dello sciabolatore azzurro Gigi Samele, ha infatti deciso di non allinearsi al comportamento di tanti suoi connazionali, i quali si sono rifiutati di affrontare un’atleta proveniente dalla Russia, come fatto dalle quattro spadiste di Kiev e ieri da Reizlin contro il russo Anokhin. L’entourage dell’atleta ha infatti sottolineato l’assenza di alcun tipo di divieto da parte del Ministero della Gioventù e dello Sport ucraino - Vadim Gutzeit, al vertice del dicastero, è peraltro anche presidente della Federscherma del paese - che ha quindi lasciato libertà di scelta nel gareggiare o meno (purché, a quanto si apprende, gli atleti russi partecipiano in uno status di neutralità, senza quindi riferimenti alla nazione d'origine).
Olga Kharlan ha quindi regolarmente partecipato all’assalto contro la rivale Anna Smirnova, nel tabellone ad eliminazione diretta. Una sfida praticamente a senso unico, se si considera che la sciabolatrice ucraina ha impiegato poco meno di dieci minuti per eliminare la Smirnova, estromessa dalla corsa per l’oro con un perentorio 15-7. Poi, al termine, l’episodio che ha fatto scoppiare il caos: l'atleta russa si è avvicinata porgendo la mano alla sua avversaria, che invece ha solo effettuato un tocco di sciabola, come peraltro la Fie contempla in ossequio al protocollo Covid ancora in vigore. Ma Smirnova non ci sta, ed occupa la pedana sedendosi ed inscenando così una singolare forma di protesta per il mancato saluto.
Non salutare l’avversario al termine dell’assalto, a termini di regolamento, è un’infrazione punibile con il cartellino nero e conseguentemente con la squalifica. L’atleta russa pertanto ha pertanto presentato ricorso immediato, mentre la Kharlan si è difesa sostenendo che il tocco di sciabola effettuato era da interpretare comunque come forma di saluto a fine assalto. Dopo circa cinquanta minuti di attesa, è arrivato il verdetto della giuria, che ha dato ragione all’ucraina omolgando pertanto il 15-7 conclusivo. Tutto finito? Assolutamente no. Il successo riesame dell'episodio ha avuto come epilogo una decisione diametralmente opposta: la pluricampionessa mondiale, che sarebbe dovuta ritornare in pedana contro Yoana Ilieva, viene sanzionata con la squalifica dalla competizione, esclusione che però non comporta la riammissione della sciabolatrice russa, con l'atleta bulgara che pertanto accede agli ottavi di finale senza salire in pedana contro Kharlan.