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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Federica Brignone: "Sono contraria al vaccino, l'ho fatto per gareggiare"

La sciatrice italiana è pronta a partecipare ai Giochi di Pechino: ''Le Olimpiadi sono troppo importanti, zero polemiche''. Sulla preparazione: ''Ho fatto un lavoro di psiche, l'ipnosi e sono seguita da un mental coach''

Dai vaccini alle regole, passando per la preparazione necessaria per affrontare al meglio le fare- La sciatrice Federica Brignone arriva in splendida forma ai Giochi di Pechino, uno status testimoniato dalla vittoria arrivata domenica nel superG di Garmisch.

''Ho fatto il vaccino ma sono contraria''

La sportiva, che annovera 19 vittoria in Coppa del Mondo, ha parlato delle sue perplessità sui vaccini in un'intervista al Corriere della Sera: ''Sono vaccinata, anche se non sono favorevole. Le Olimpiadi sono troppo importanti, quindi zero polemiche. Voglio andare in Cina soltanto per sciare e provare a vincere. Dovremo convivere con le regole della bolla. Anche se non sono d’accordo, me la faccio passare. L’anno scorso ai Mondiali di Cortina volevo tornare a casa''.

Federica Brignone ha poi confidato come è riuscita a ritrovare la serenità: "Ho chiesto aiuto perché gli errori non sono una sconfitta ma l'occasione per migliorarsi. L'anno scorso vivevo male quasi tutto, consumavo energie in cose inutili. Ho buttato via tante gare. Ho fatto un lavoro di psiche chiedendo aiuto innanzitutto a me stessa, perché se non vuoi cambiare non cambierai mai. Negli ultimi anni ho messo a fuoco quest'aspetto per aiutare l'atleta Federica, ma prima di tutto la persona. Mi segue un mental coach dal 2015. Poi ho fatto ipnosi".

L'ipnosi per andare a Pechino

Ma "niente pendolino da film. Nelle sedute entri in trance e, tramite delle allegorie, l'inconscio fa dei lavori pazzeschi. In due parole non si può spiegare". La testa "nello sport conta quasi al 100%, tutte sciamo bene. Ma fra arrivare prima e trentesima è un discorso di equilibrio mentale. Il mental coach mi ha insegnato anche a sbattermene dei giudizi degli altri. Io avevo mille paranoie, appena sbagliavo una manche in allenamento dicevo: non ce la farò mai più! Si entra in un tunnel buio, sono stata malissimo. Ricordo ogni momento della mia carriera: i numeri di pettorale, le emozioni, la neve. Però l'anno scorso ho rimosso quasi tutto per quanto è stato brutto. Non per i risultati, ma per come l'ho vissuto. A volte non avevo voglia di andare a fare le gare, pensavo di non riuscire a qualificarmi. Mettermi in discussione è il mio limite ma anche la mia forza. Servono volontà, sacrifici e determinazione per superare i dubbi. È come un castello di carte: se ne togli una può cadere tutto".

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