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Giovedì, 25 Aprile 2024
Calcio

Da Lampedusa alla serie A: la storia di Sidibè, ultimo gioiello dell'Atalanta

Il centrocampista 2003 della Costa d'Avorio arrivato in Italia con un barcone di migranti nel 2016. Scovato dalla Dea in una casa famiglia nel cuore dell'Abruzzo, domenica scorsa ha debuttato contro la Lazio. Il racconto del talent scout Giannandrea: "Talento puro: ricorda Kantè e Pogba"

Dallo sbarco a Lampedusa, passando dal cuore dell'Appenino abruzzese, fino alla serie A. Alassane Sibidè, 18 anni, è l’ultimo gioiello dell’Atalanta lanciato da Gasperini.

Un talento scoperto dai bergamaschi in Abruzzo, dopo aver iniziato a dare calci ad un pallone nel 2016 con il club dilettantistico del Capistrello, in provincia dell'Aquila. Cinque anni dopo, il debutto contro la Lazio di domenica scorsa.

Sidibè era arrivato con un barcone carico di sogni assieme al fratello. Smistato in una casa famiglia di Collelongo, altro piccolo centro aquilano, ha iniziato a giocare per socializzare e divertirsi con i suoi coetanei. Ancora minorenne al momento del suo arrivo in Abruzzo: fu direttamente il sindaco di Collelongo, Rosanna Salucci, ad incaricarsi della custodia di Alassane, fino a quando una coppia si fece carico delle responsabilità legali. Ma il ragazzo aveva qualcosa di speciale negli occhi. E nei piedi. Gli addetti ai lavori l’avevano capito subito.

Tra questi, il talent scout Giancarlo Giannandrea, attuale ds del Sambuceto, che era in tribuna a vedere Sibidè a Capistrello il 28 ottobre del 2016. “Un amico di Capistrello, il mister Attilio Tuzi, mi chiamò e mi disse di andare a vedere questo ragazzino, dicendomi che era molto forte – racconta Giannandrea – . All’epoca stavo collaborando con un club di serie A e segnalai subito Sibidè al mio capo scout. Era un’amichevole tra la Juniores del Capistrello e la prima squadra, che milita in Eccellenza. Sidibè era in campo con la formazione giovanile, ma la facilità delle sue giocate, in mezzo ad avversari adulti, era incredibile. Quel giorno era trequartista in un 4-2-3-1 e fece davvero bene per intelligenza tattica con la palla e senza. La sua intelligenza nella fase di non possesso somiglia a Kantè, del Chelsea. Quando la squadra ha il pallone, con la sua capacità d’inserimento, ricorda Pogba. All’epoca non aveva questa grande facilità nel far gol, sotto questo aspetto è migliorato nel tempo”.

Un anno in Under 17 (2018-19), uno in Under 18, questo è il secondo in Primavera: con la squadra di Massimo Brambilla, Sidibè ha segnato dieci gol nella passata stagione e sette in questa, cinque in campionato e due in Youth League. Ma non è un bomber, bensì un centrocampista: “Nasce trequartista – spiega ancora Giannandrea – , ma le sue caratteristiche si esaltano da mezzala destra. E’ bravo con entrambi i piedi. A livello tattico, qualche anno fa, non era istruito. Viveva in casa famiglia, giocava per la prima volta con una squadra. Era appena arrivato dalla Costa d’Avorio, ma la personalità e l’umiltà, assieme all’intelligenza, erano fuori dal normale. Anche a livello atletico mi colpì tantissimo. E’ diventato un centrocampista moderno, che secondo me in un 4-3-3 sarebbe in grado di fare con qualità entrambi le fasi”.

Rivederlo in serie A domenica scorsa è stata una grande emozione: “Ricordo la sensazione, emozionante, di essere di fronte ad un talento purissimo. Cose che non capitano tutti i giorni. Feci dei video per avere delle testimonianze di quello che stavo vedendo. Il ragazzo all’epoca non era tesserato, le pratiche per il Capistrello erano complicate. Cominciò a girare per i settori giovanili, ma l’Atalanta come sempre anticipò tutti e lo portò a Bergamo. Il resto è storia di oggi. Io ho continuato a seguirlo e devo dire che in Primavera con il tecnico Brambilla è migliorato tantissimo. La serie A è nel suo destino, per me potrà giocare anche a livello internazionale. Ho visto quei dieci minuti domenica scorsa, avevo i brividi. La sua storia mi convince ancora di più che coltivare la professione di scout è una strada da seguire e perfezionare. L’Atalanta? Resta un modello su come si fanno diventare giovani calciatori in uomini veri, professionisti con la testa sulle spalle. Con Sidibè, che farà una grandissima carriera”.

A Bergamo si confermano fucina di talenti ineguagliabile... “L’Atalanta ha una rete di osservatori che fa ricerca capillare e porta a Bergamo sempre il meglio di quello che si vede sui campi in Italia e nel mondo - chiude Giannandrea - . Con Gasperini che al vertice della piramide non ha paura di mandarli in campo e si dimostra, anche lui, un modello tra gli allenatori italiani. L’uomo giusto al posto giusto”.

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