rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Calcio

La storia della Sampdoria di Vialli e Mancini

"Non è più domenica", viaggio nostalgia nel calcio che fu. Una squadra entrata nella leggenda e nell'immaginario collettivo, spinta dai "Gemelli del gol" fino allo scudetto nella stagione 1990/1991 e tra le grandi d'Europa (Coppa delle Coppe nel '90 e finale di Champions nel 1992)

All'inizio degli anni '90, siamo stati tutti tifosi blucerchiati. Come avremmo potuto non esserlo? Vujadin Boskov in panchina, Toninho Cerezo in mezzo al campo, Pietro Vierchowood al centro della difesa, Gianluca Pagliuca tra i pali, e soprattutto quei due lì davanti: Gianluca Vialli e Roberto Mancini, i "Gemelli del gol".

L'Italia ai piedi della Samp. La più bella di sempre. Il capolavoro del presidente Paolo Mantovani, arrivato sul tetto della serie A dodici anni dopo l'inizio della sua avventura al timone del club nel 1979.

Non c'erano i nomi dietro quelle maglie, ma noi ce li ricordiamo tutti. Quella banda di fenomeni, o di matti, fate voi, che correva e mettere a sedere squadre come il Milan di Sacchi, l'Inter del Trap o il Napoli di Maradona, ci è entrata nel cuore. Ha superato ogni campanile calcistico, e ha fatto innamorare intere generazioni.

Gran parte del merito va a quel personaggio incredibile di Boskov, inimitabile nella gestione del gruppo, nell'essere autoritario senza  mai alzare i toni e nel far sentire tutti importanti. Anche i Mannini e i Katanec, non proprio le stelle di quel gruppo. Il tecnico serbo è ancora vivo in mezzo a noi, con le sue perle semplici ma uniche e senza tempo: "Rigore è quando arbitra fischia". Altro che Var! E ancora: "Meglio perdere una partita 6 a 0 che perderne sei per 1 a 0". Risposte pronte per ogni evenienza. Leggere, senza rancori né acrimonia. Vujadin è la lezione perfetta per capire che il calcio, alla fine, era, è e sarà sempre un gioco.

Un cammino altalenante, prima dietro al Milan, poi a fare a spallate con l'Inter, che si laurea campione d'inverno. La corsa, però, termina nel maggio del '91. Il 5 maggio vittoria pesantissima a San Siro contro i nerazzurri, preludio all'apoteosi finale. Che arriva, il 19, a Marassi: Vialli (19 gol, capocannoniere di quella A) e compagni battono il Lecce e sono campioni d'Italia.

"Zio Vuja", come lo chiamavano i suoi giocatori, ha regalato alla Samp questo palmares: 1 scudetto ('90-'91), 2 coppe Italia ('87-'88 / '88-'89), 1 Supercoppa italiana (1991), 1 Coppa delle Coppe ('89-'90) e una finale di Coppa dei Campioni (1992), persa 1 a 0 contro il Barcellona nei supplementari. Da brividi, molti di più di Mahmood e Blanco...

Oggi l'egemonia ai vertici di Juventus-Inter, seguite da Napoli e Milan, ha spento la fantasia di tanti tifosi. E ha tolto romanticismo e sentimento allo sport più amato dagli italiani. Rivedere qualche immagine di quella squadra magica può essere una buona terapia per innamorarsi di nuovo del calcio e credere che forse, un giorno, una "piccola" tornerà a piangere di gioia (e farci piangere) per uno scudetto o una coppa europea. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La storia della Sampdoria di Vialli e Mancini

Today è in caricamento