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Venerdì, 29 Marzo 2024
Calcio

"God save the Chelsea": i Blues con l'acqua alla gola

Con l'uscita di scena del magnate russo Roman Abramovich, il club londinese versa in acque particolarmente agitate, con risorse finanziarie contingentate per proseguire e la necessità di cedere la società in tempi brevi per adempiere agli obblighi economici

L’aria di crisi cominciata ad essere inspirata in casa Chelsea di una decina di giorni fa sembra, in confronto, un sospiro di sollievo. Tutto è cominciato con la comunicazione di Roman Abramovich, risalente a due settimane fa, relativa alla cessione del club. Ma la situazione in una manciata di giorni è decisamente precipitata. Prima l’inserimento del patron dei “Blues” nella lista degli oligarchi russi sanzionati come misura di repressione per la guerra in Ucraina, con tanto di divieto di ingresso nel Regno Unito e squalifica dalla Premier. Successivamente, sono arrivati i paletti imposti alla società londinese, che non potrà fare attività di merchandising, vendere biglietti (ingresso alle gare riservato ai soli abbonati), rinnovare contratti – già in fase di monitoraggio la situazione dei vari Rudiger, Christensen e forse anche Azpilicueta in scadenza a giugno – ed anche la cessione di giocatori e dell’intero club è stata congelata, proprio per evitare che il magnate russo possa “monetizzare” l’operazione di vendita di un sodalizio il cui valore supera il miliardo di euro.
Infine, a peggiorare il quadro clinico, la fuga dei partner economici (a partire dalla compagnia telefonica “Three”, che ha comunicato la sospensione dell’accordo di sponsorizzazione) ed il blocco delle carte di credito dei dipendenti, che di fatto limita in maniera totale o quasi il margine di manovra persino nelle attività di ordinaria amministrazione, comunque regolarmente consentite.

Al momento, il Chelsea sul fronte entrate può continuare a far fluire nelle casse introiti per operazioni antecedenti al 10 marzo (tra cui i diritti Tv ed i premi per il raggiungimento degli obiettivi), ma deve anche onorare gli impegni economici per i contratti stipulati: il che vuol dire versare ai tesserati una cifra che supera i venticinque milioni di Euro al mese tra stipendi, contributi e pensioni. E questo significa, cent più cent meno, che la sopravvivenza del club è legata ad una data di scadenza imminente. I rubinetti, intanto, in ottemperanza alle decisioni del governo britannico che ha imposto ai “Blues” un tetto alle spese settimanali, si sono bruscamente chiusi: per ogni partita casalinga la società londinese può spendere al massimo 600mila euro, cifra che sembra elevata ma nella quale dev’essere ricompreso tutto (compreso il costo delle luci di Stanford Bridge, ad esempio), mentre per organizzare le trasferta il budget a disposizione non può andare oltre i 25mila Euro.

Qualcosa, intanto, si muove sul fronte vendita, visto che l’interesse comune è quello di non abbandonare al proprio destino uno dei club più blasonati d’Inghilterra e d’Europa. L’ultima proposta arrivata, stando alle indiscrezioni, potrebbe essere quella del Saudi Media Group, colosso mediatico del Medio Oriente che fa capo a Mohamed Alkhereiji, tifoso del Chelsea. Ma l’operazione di cessione sarebbe comunque supervisionata dal Governo proprio per scongiurare il rischio di eventuali vantaggi economici a beneficio di Abramovich, che intanto è stato il protagonista dei cori di incitamento dei tifosi “Blues” in occasione dell’ultimo match (comportamento definito “inappropriato” dal Premier inglese, Boris Johnson).

La squadra, intanto, cerca di mantenere alta la concentrazione in vista del match di ritorno degli ottavi di Champions League da disputare in Francia contro il Lilla. Cosa non facile, visto l’uragano che si è abbattuto dalle parti di Stanford Bridge. “Se ci sarà da pagare, pagherò – ha detto in conferenza stampa Kai Havertz, il man of the match della finale della Coppa del Mondo per club vinta dal Chelsea – e non è un problema, non penso lo sia per noi. La cosa più importante è giocare e credo che ci siano al mondo cose più difficili rispetto alla scelta di prendere un autobus o un aereo”. Sulla stessa lunghezza d’onda il tecnico Thomas Tuchel: “Avremo più cose di cui preoccuparci, su cui discutere, tipo su come arrivare alle partite, cose che vengono solitamente gestite dal team organizzativo e di cui probabilmente adesso ci dovremo occupare noi, a cui dovremo dedicare tempo per trovare soluzioni”.
Intanto, il club ha ufficialmente presentato la richiesta di giocare a porte chiuse la sfida sul campo del Middlesbrough – in programma sabato e valevole per i quarti di finale della FA Cup - “per salvaguardare l'integrità delle competizioni sportive”. La possibilità che i “Blues” non riescano a completare la stagione attualmente in corso è effettivamente remota. E’ invece più plausibile l’eventualità che, a Londra, si apra la stagione dei saldi, con tanti campioni potenzialmente su piazza con le valigie in mano.

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