Milan, tutti i motivi della crisi
La netta sconfitta in Supercoppa contro l'Inter ha messo a nudo tutte le fragilità dei rossoneri
Adesso possiamo dirlo: con la sconfitta di ieri in Supercoppa, netta quanto nel risultato che nella prestazione, per il Milan si è aperta ufficialmente la crisi. I rossoneri, in questo 2023, hanno infatti ottenuto una sola vittoria, quella nel primo impegno del nuovo anno per 2-1 sul campo della Salernitana. Poi, per Tonali e compagni, soltanto amarezze. A partire dal pareggio subìto in rimonta per 2-2 contro la Roma per proseguire con la clamorosa eliminazione agli ottavi di finale di Coppa Italia con il Torino ed il pari di Lecce, fino ad arrivare, appunto, al netto ko contro l'Inter nella gara che metteva in palio il primo trofeo stagionale. Un'involuzione netta, quella degli uomini di Pioli, che si sono già visti sfuggire via due degli obiettivi stagionali: la Coppa Italia e la Supercoppa Italiana.
I motivi della crisi rossonera
Diciamolo subito, il Milan, nella passata stagione, aveva compiuto una vera e propria impresa. L'organico, infatti, non era probabilmente all'altezza di quello, ad esempio, di Inter e Juventus, ma Pioli aveva avuto il merito di costruire una macchina pressoché perfetta, in cui ogni ingranaggio si integrava alla perfezione con l'altro. L'errore della società, forse, è stato pensare che sarebbe bastato questo organico, con qualche accorgimento, per confermarsi anche nell'attuale stagione. Peccato, però, che anche quei tasselli integrativi, di fatto, non abbiano dato alcun contributo: basti pensare a Charles De Ketelaere, vero e proprio flop fin qui, a Divock Origi, che il campo, tra un infortunio e l'altro, lo ha visto pochissimo, o all'oggetto misterioso Yacine Adli, praticamente mai impiegato dal tecnico. Pioli si è dovuto così affidare in toto alla vecchia guardia, che, dopo l'inatteso trionfo dello scorso anno, ha forse avuto un fisiologico rilassamento.
Dal punto di vista tattico, poi, il limite più grande di questo Milan, almeno in questo momento della stagione, è la fase difensiva: nove le reti subite nelle cinque partite del 2023, troppe per chi mira ai vertici. Oltre alla quantità dei gol incassati, a far preoccupare è il numero di occasioni concesse agli avversari, che troppo spesso si presentano con troppa facilità dalle parti della porta ora difesa da Tatarusanu. Un difetto che era già emerso nella prima parte di stagione, con Maignan che, con i suoi interventi, aveva spesso messo una pezza alle distrazioni difensive. Ma con l'assenza del portiere francese, la falla è emersa in modo lampante.
Il Milan, poi, sembra aver perso quella gioia di giocare che lo aveva caratterizzato nei mesi scorsi e nella passata stagione. La manovra non è più fluida, la spensieratezza pare svanita e spesso, in fase offensiva, si va alla ricerca della soluzione personale. Come accaduto anche in Supercoppa contro l'Inter, con Leao che più di una volta ha forzato la conclusione a rete invece di giocare il pallone con i compagni. Simbolo di una formazione che, almeno in questa fase, sembra aver smarrito quel senso di collettivo che ne aveva fatto le fortune.