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Venerdì, 19 Aprile 2024
Euro 2021

Ma davvero l'eliminazione della Francia merita tutto questo entusiasmo da parte nostra?

La rivalità con i cugini transalpini, almeno nel calcio, andrebbe ridimensionata

Al supermercato come sui mezzi pubblici, al bar e in ufficio, nelle chat di amici e sulle bacheche social, dalla tarda serata di ieri, lunedì 28 giugno, un solo argomento tiene banco: l'eliminazione della Francia ai rigori contro la Svizzera, negli ottavi di Euro 2020

È quasi come se l'Italia avesse vinto gli Europei, a giudicare dall'entusiasmo con cui milioni di italiani stanno celebrando l'uscita di scena degli "odiati cugini". Il commento più diffuso prende in giro il celebre motto transalpino "Liberté, Egalité, Fraternité", sostituendo l'ultimo termine con una serie di sfottò a Mbappé, che ha sbagliato il rigore decisivo, e a tutta la Francia.

Ma non staremo esagerando? Il dubbio viene spontaneo, se si pensa che la nostra Nazionale ha solo raggiunto i quarti di finale, battendo non senza fatica l'Austria. E va bene, l'ex Milan-Juve-Inter Patrick Vieira ci aveva punzecchiato dicendo che la squadra di Mancini ha battuto solo squadrette, e poi proprio loro sono usciti contro una Svizzera che avevamo battuto in scioltezza

E, più in generale, nessuno mette in discussione la storica rivalità tra Italia e Francia, una eterna sfida che ha come tema principale il confronto tra le rispettive cucine, i formaggi, i vini, il pane e quant'altro.

Ma calcisticamente parlando, ha davvero senso tutta questa goduria per l'eliminazione della selezione di Deschamps? A ben guardare, forse non del tutto.

Perché è vero che i Bleus hanno vinto un Europeo in più dell'Italia, e che chi c'era all'epoca ancora non ha digerito la sconfitta a Euro 2000 con il golden goal di David Trezeguet, però forse stiamo dando troppa importanza a una rivalità che, in fondo, non dovremmo neanche sentire, almeno nel football.

Noi abbiamo vinto 4 mondiali, loro hanno vinto il secondo appena 3 anni fa. A livello di club, poi, non c'è proprio storia: a parte il PSG, che ha vinto solo una Coppa delle Coppe nel 1996 e che nonostante i miliardi di euro spesi dalla proprietà qatariota non è riuscita a vincere neanche una Champions League, bisogna tornare al 1993 per l'unico successo in finale di Coppa dei Campioni dell'Olympique Marsiglia sul Milan, che si è poi rifatto con gli interessi nella massima competizione calcistica.

Insomma, parliamoci chiaro: dal punto di vista del football, l'Italia ha un palmares internazionale che Oltralpe si sognano. Eppure, eccoci tutti qui a esultare per la sconfitta di Pogba e compagni. Una "soddisfazione" che i cugini non meritano proprio.

Perché ok la Germania, che ha vinto i nostri stessi mondiali; va bene l'Inghilterra o la Spagna, i cui club ci hanno rifilato sonore scoppole, soprattutto (ma non solo) negli ultimi anni. Ma la Francia? Suvvia, è come festeggiare per l'insuccesso di qualcuno che dalla vita ha avuto molto meno di noi, e che per questo, anche se non lo ammetterà mai, ci invidia.

Eccolo qui il nostro errore: invece di lasciarli cuocere nel loro brodo, pardon nella loro soupe di invidia per i nostri trionfi, ci abbassiamo al loro stesso livello al punto che, cercando su Google il già citato motto della Rivoluzione Francese, il primo suggerimento vede "eliminè" al posto di "fraternité".

liberté egalité fraternité-2

Sia chiaro: non stiamo dicendo che è sbagliato ridere della loro sconfitta, né tantomeno è nostra intenzione biasimare chi "non rispetta un grande Paese" e si lascia andare a una battuta. Loro, probabilmente, farebbero lo stesso, anzi hanno fatto lo stesso quando non ci siamo qualificati ai mondiali del 2018. Ed è proprio questo il punto: lasciateli fare, o come direbbero loro laissez faire. Se a livello gastronomico si può discutere su chi abbia la meglio (e comunque anche qui siamo avanti quasi in tutto), nel calcio la discussione non si dovrebbe proprio porre.

Noi siamo l'Italia, e anche se negli ultimi anni abbiamo sofferto più che in passato, la Storia è totalmente dalla nostra parte. Loro sono dei parvenu, magari un giorno lontano meriteranno la nostra attenzione. Ma, almeno per adesso, chi se ne importa della Francia... pensiamo al Belgio, piuttosto!

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