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Venerdì, 19 Aprile 2024
Calcio

Fiorentina, arbitro del proprio destino e della volata scudetto

Il successo di Napoli ha messo in mostra una formazione ulteriormente cresciuta lontano dal "Franchi" e nei confronti con le big del campionato. Che, per cucirsi il tricolore sul petto, dovranno fare i conti la truppa di Italiano...

La vittoria di Napoli diventa per la Fiorentina, in questo finale di torneo, un Jackpot ed un’investitura. La formazione viola si presentava alle porte di aprile con una lista delle cose da fare particolarmente lunga: l'apporto in zona gol fornito degli esterni d’attacco da rivedere, la necessità di trovare in Cabral un’alternativa concreta a Piatek, un rendimento in trasferta che sarebbe dovuto salire per poter - efficacemente - controbattere agli allunghi delle formazioni impegnate nella lotta per un posto in Europa, migliorare il bilancio degli scontri diretti che nel girone di andata ha avuto un saldo negativo. Non è stata, ovviamente, una sola partita a dare consistenza ai buoni propositi di primavera, ma ciò non toglie che dal “Maradona” siano arrivate in questo senso risposte confortanti, oltre che una promozione a pieni voti nell’esame di maturità proposto dal match contro il Napoli.

Il confronto coi partenopei rappresenta un po’ il talismano di Vincenzo Italiano, tecnico della Fiorentina, che al San Paolo ha vinto a gennaio dello scorso anno con lo Spezia e in Coppa Italia sulla panchina gigliata. Ma al netto della buona sorte – che è sempre meglio avere come alleata – nel capoluogo campano i viola hanno, appunto, fatto Jackpot. Si sono presi tre punti pesantissimi, in un scontro diretto giocato in trasferta, punti - al plurale - come quelli che a San Siro contro l’Inter non erano arrivati, come quelli che non erano in palio nel roboante 5-2 inflitto alla squadra di Spalletti nell’ottavo di finale della coppa nazionale. Lo hanno fatto andando a segno con tutto il reparto avanzato: prima con gli esterni, cioè Gonzalez (al suo secondo gol consecutivo) e quindi Ikoné, divenuto il diciottesimo giocatore della rosa toscana a timbrare il cartellino (record in serie A detenuto a pari merito con l’Atalanta). Ed infine, è arrivato il sigillo di Cabral: stavolta pesante nell’economia del risultato, a differenza di quello segnato al Mapei Stadium che non era servito ad evitare la sconfitta col Sassuolo.

A sconfessare poi il detto che a viaggiare in compagnia sono solo le cattive notizie, a margine dell’affermazione di Napoli ci sono anche gli ottimi feedback arrivati ad esempio dalla panchina, con Amrabat titolare (negli ultimi due mesi lo era stato solo nelle trasferte sui campi di Spezia e Sassuolo) protagonista di una prova convincente e Maleh subentrato in corso d’opera e rivelatosi prezioso. Senza dimenticare Igor, che invece la società magari si augura che rimanga lontano dai riflettori delle big a differenza del suo connazionale Bremer del Torino, già corteggiatissimo. Anche se prestazioni come quelle fornite già da diverse settimane a questa parte, oltre a farlo rientrare nel giro delle primissime scelte in difesa, potrebbero catturare l’attenzione di qualche dirigenza.

Ma aver...pulito il tavolo dalle fiches con una mano vincente, ed aver messo una spunta verde accanto alle tante voci presenti sul “memorandum” non è che una parte del post-San Paolo. Ora c’è il futuro, quello della Fiorentina che è peraltro legato a doppio filo a quello delle pretendenti allo scudetto, visto che dopo aver frenato l’Inter e battuto il Napoli ci saranno Milan e Juventus (in casa) ad incrociare i viola, nelle inedita veste di arbitri del proprio destino e della volata scudetto. Fare risultato con le big – senza sbagliare le altre partite - resta quindi la via maestra per giocarsi fino alla fine uno slot europeo. E, anche, provare a ribaltare lo 0-1 del “Franchi” nella semifinale di ritorno di Coppa Italia.

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