rotate-mobile
Martedì, 23 Aprile 2024
Calcio

Fiorentina, obiettivo minimo e massimo per il finale di stagione

La formazione viola, dopo un biennio difficile, punta a ricollocarsi tra le "big" del campionato, mantenendo sempre nel mirino quel sesto posto che permetterebbe di rientrare nel giro delle competizioni europee

Se la stagione fosse una gara di sci, il primo “intermedio” a cui la Fiorentina si presenta nella sua discesa verso il traguardo primaverile vedrebbe la Fiorentina in linea con quanto preventivato al momento del posizionamento al cancelletto di partenza, ed in vantaggio rispetto al tempo fatto registrare nelle due manche precedenti, ovvero il primo biennio dell’era Commisso. I primi ventiquattro mesi della presidenza dell’imprenditore italo-americano sono trascorsi tra alti e bassi, con due piazzamenti al di sotto delle aspettative (un decimo ed un tredicesimo posto) e la precisa intenzione quindi di alzare l’asticella e trovare domicilio stabile nella prima metà della graduatoria. Da qui, la progettualità intavolata con il nuovo tecnico Italiano, l’irrobustimento della rosa (con l’ingaggio, peraltro di Gonzalez, coi suoi ventisette milioni l’investimento economicamente più oneroso dell’intera storia gigliata), ma anche la dolorosa rinuncia a Vlahovic maturata durante la sessione invernale di mercato, compensata con l’inserimento nel reparto offensivo di Ikoné, Piatek e Cabral.

Fiorentina, l'obiettivo minimo per il finale di stagione

Il primo “step”, ovvero avere un’identità metabolizzando la nuova filosofia di gioco introdotta da Vincenzo Italiano, è stato brillantemente superato dai viola. E ben più di una prestazione convincente offerta nella prima metà di torneo induce all’ottimismo, ed a pensare che uno dei primi otto posti sia indiscutibilmente alla portata di toscani. Così come la media punti casalinga, superiore a quella di alcune formazioni che battagliano per conquistare un piazzamento Champions. Fermo restando che ad aiutare la Fiorentina a gravitare nell’orbita Europa c’erano i gol di Dusan Vlahovic, superbo produttore all’ingrosso di reti buone per finalizzare il lavoro di un’intera squadra ed anche per togliere alcune castagne dal fuoco. Senza di lui, tale incombenza spetterà a Piatek e Cabral, i quali dovranno raccogliere un’eredità pesante almeno quanto le polemiche che hanno accompagnato il viaggio del serbo da Firenze a Torino.

Fiorentina, l'obiettivo massimo per il finale di stagione

Il ritorno in Europa potrebbe davvero essere la ricompensa più prestigiosa a cui ambire, che assumerebbe i contorni di riconoscimento della bontà del lavoro svolto da squadra e tecnico, anche se questo significherebbe mettersi nel taschino le due squadre romane, visto che appare improbabile auspicare un crollo dell’Atalanta tale da poter declassare gli orobici a competitor per la Conference League. Un sesto posto che sarebbe un po’ equiparabile allo scudetto, anche alla luce dei ritocchi apportati nel mercato invernale da una diretta concorrente come la Roma che ne hanno accresciuto la qualità in mezzo al campo. Il profumo delle competizioni continentali, al “Franchi”, non si sente da cinque anni esatti, ovvero da quel febbraio 2017 che coincise con l’eliminazione dall’Europa League nei sedicesimi di finale per mano del Borussia Monchengladbach. Tornare ad assaporarlo, significherebbe non solo un congruo ritorno economico e di immagine, ma anche un nuovo punto di partenza per dare linfa alla programmazione nel breve-medio termine. E riappropriarsi del ruolo di una delle “sette-otto sorelle" che le apparteneva non più tardi di qualche anno fa.

Si parla di
Sullo stesso argomento

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Fiorentina, obiettivo minimo e massimo per il finale di stagione

Today è in caricamento