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Giovedì, 25 Aprile 2024
Calcio

E' una Fiorentina che va veloce, studiando per diventare "big"

Al di là del risultato finale, primo tempo da incorniciare quello della squadra viola contro l'Inter. Con due dubbi: la mancanza del colpo da k.o. e la capacità di gestire le energie nell'arco della gara

Può una sconfitta implementare l’autostima e far rilanciare le proprie fiches sul tavolo verde del campionato? Rispondere sì, in questo caso, non è un azzardo. Zero punti con l’Inter per la Fiorentina, che in un ipotetico post social dell’incontro disputato coi campioni d’Italia in carica merita però un convinto ‘mi piace’, specie analizzando quel primo tempo in cui la squadra viola ha costantemente tenuto in mano il pallino del gioco mettendo i nerazzurri in evidente difficoltà, come peraltro rimarcato proprio dagli avversari nelle interviste seguenti al triplice fischio finale.

Prematuro l’accostamento del termine ‘rivelazione’ a questa Fiorentina? Forse, ma intanto nello screening delle prime cinque uscite della Fiorentina fanno bella mostra i tre successi per 2-1, due dei quali ottenuti in trasferta (Bergamo e Genova). Segnale importante, che denota anche la bravura nel saper assimilare in tempi rapidi la metodologia di lavoro portata dal tecnico Vincenzo Italiano, allenatore che ha già dato la sua impronta e trasmesso la sua filosofia di gioco. Mister che, intanto, in alcune dichiarazioni ha già prontamente impugnato l’idrante spegnendo i primi accenni di fuocherello appiccati da chi, lecitamente buttando un’occhiata anche distratta alla classifica, ha cominciato ad indicare la squadra toscana come una delle possibili sorprese nella bagarre che si svilupperà nelle zone nobili della graduatoria.

Restano, comunque, un paio di perplessità. La prima, correlata alla scarsa propensione manifestata dalla Fiorentina ad assestare il colpo definitivo. Quel “killer instinct” che aveva già marcato visita nelle precedenti uscite, senza gravi effetti collaterali nel punteggio finale, ma la cui mancanza al cospetto di una formazione come l’Inter è venuta inevitabilmente a galla. E cinicamente punita con quell’uno-due ad inizio ripresa che ha rivoltato il match come un guanto.
La seconda, legata alla capacità di sapersi “gestire” nell’arco di un’intera gara. Dopo un primo tempo passato a tenere ritmi incessanti, la squadra contro i nerazzurri si è infatti spenta. Una consunzione sicuramente accelerata dai gol subiti, ma apparsa evidente. Forse anche a livello mentale, ricordando il poco ordine nell’organizzazione di quella controffensiva volta a provare a raddrizzare le sorti della partita, a cui va accostata l’espulsione di Nico Gonzalez, dettata con ogni probabilità del nervosismo (significativo, e molto apprezzabile, il ‘mea culpa’ non solo social, ma fatto anche ai tifosi incontrati personalmente oggi al campo). Rosso ingenuo, ma fortunatamente per i viola non punito troppo duramente dal giudice sportivo (tra i precedenti per un termine di paragone, stagione 2018/2019: Koulibaly stop per due turni, ma Romagnoli per uno solo).

La ripartenza è in Friuli, ad Udine. Senza Gonzalez, con l’ipotesi Callejon titolare per completare il reparto in cui già figurano Vlahovic e Sottil. Sarà la terza gara in una settimana, in cui sarà quindi ulteriormente complesso dimostrare di saper tenere intensità elevate per un periodo di tempo più lungo. Ma si può sempre affinare, quello sì, la potenza del colpo da knockout…

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