Inter-Milan, ecco perché è stata una semifinale senza storia
I nerazzurri, dopo la vittoria per 2-0 nella gara di andata, hanno superato i rossoneri anche nel ritorno staccando il pass per la finale di Champions League
Alla fine, possiamo dirlo, sono stati 180 minuti senza storia. Sì, perché dopo la netta affermazione nella gara di andata, con il 2-0 finale anche forse troppo stretto per il divario visto in campo tra le due squadre, l'Inter si è ripetuta nella sfida di ritorno, superando per 1-0 il Milan e staccando il pass per la finalissima di Champions League, in programma il prossimo 10 giugno a Istanbul. Una vittoria, quella nel secondo round, ottenuta con il minimo sforzo da parte dei nerazzurri, che si sono limitati a contenere i timidissimi tentativi rossoneri colpendo, poi, al momento giusto, annientando le residue speranze del Diavolo.
Una partita, quella della formazione di Simone Inzaghi, tatticamente perfetta: forti del doppio vantaggio dell'andata, Lautaro e compagni hanno tenuto più basso il proprio baricentro, preoccupandosi di non concedere la profondità agli uomini di Pioli, in particolare a Leao. Già, Leao: quasi un fantasma un campo. Reduce da un problema muscolare, il portoghese, praticamente, non si è mai visto, se non per un guizzo nel primo tempo: troppo poco per colui che, sulla carta, sarebbe dovuto essere il leader della riscossa rossonera.
Ma è stato tutto il Diavolo, a dire il vero, a deludere completamente le aspettative: quasi mai pericolosi dalle parti di Onana i rossoneri, apparsi spenti e privi di idee offensive. Oltre a Leao, sono mancati all'appello Diaz, che ha sprecato una buona occasione nel corso del primo tempo, Giroud, poco e mal servito dai compagni, ed Hernandez, stranamente timido e mai capace di accompagnare con qualità l'azione offensiva. Ed anche Pioli, stavolta, non si è mostrato forse all'altezza della situazione: malgrado l'inconsistenza mostrata dalla sua squadra, il tecnico non ha mai provato a cambiare lo spartito, forse intristito nell'osservare la sua scarna panchina.
Perché alla fine, tutto sommato, il discorso è tutto qui: quest'Inter, qualitativamente, è ben superiore a questo Milan, sia negli undici che nelle alternative. Basti pensare che nelle file nerazzurre, in corso d'opera, sono entrati giocatori come Brozovic, Lukaku e Gosens, tutti elementi che, dall'altra parte, Pioli sarebbe ben felice di avere a propria disposizione. E se il Milan, raggiungendo la semifinale, è andato probabilmente ben oltre le proprie possibilità, l'Inter, questa finale, ha meritato a pieno titolo di andare a giocarsela.