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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Calcio

Italia Femminile eliminata dagli Europei, le ragioni del flop

Le Azzurre fuori ai gironi dopo il ko contro il Belgio, un fallimento quasi annunciato per un movimento che sconta un divario enorme rispetto ad altri Paesi. Ora una chance per voltare pagina: rischia la panchina la ct Bertolini?

Le ragazze della Nazionale femminile come i colleghi della maschile: tante aspettative, pochi risultati. Il passaggio al professionismo, che in questi giorni è sembrato una svolta epocale, non può bastare a riscrivere da subito la storia: l'Italia del calcio femminile è indietro anni luce rispetto agli altri Paesi europei. Questione culturale, fisica, tecnica. Per avvicinarci alle altre, Francia, Spagna, Germania (un colosso del movimento che in rosa vanta sette ragazze nate dopo il 2000), ma anche Islanda e Belgio, c'è bisogno di tempo. Tanto. E di cambiamenti. Veri.

Le Azzurre di oggi, pur vestendo le maglie prestigiose della serie A, Juventus, Fiorentina, Milan o Roma, appartengono ad una generazione di giocatrici cresciute nel dilettantismo. Da troppo poco tempo hanno iniziato a respirare l'aria del calcio vero. E ne risentono, pagando a caro prezzo nei grandi appuntamenti (vedi la Juventus in Champions) internazionali la mancanza di preparazione tecnica, tattica e fisica.

Non stiamo sparando sulla croce rossa dopo una cocente eliminazione al termine dei gironi dell'Europeo inglese (un punto in tre gare è comunque un bottino magrissimo), ma stiamo solo tracciando una linea. Tra l'oggi e il domani. Con la scoppola europea arrivata proprio nell'estate del passaggio al professionismo, abbiamo la possibilità di voltare pagina. Ripartire subito, con basi nuove. E una visione diversa: per crescere e diventare competitive, le nostre calciatrici hanno bisogno di essere allenate fin dalle giovanili da tecnici esperti e competenti, di fare gavetta nelle categorie inferiori ma poi avere lo sbocco della serie A, sempre più imbottita di straniere provenienti da ogni angolo d'Europa. Sicuri che sia questa la strada giusta? I fallimenti del calcio maschile non hanno insegnato nulla?

Non siamo noi a dover importare le migliori per apparire belli e bravi. Dobbiamo essere noi a diventare brave come loro, studiando i modelli di maggior successo e andando a competere alla pari nelle prossime sfide internazionali, Europei e Mondiali.

Deve cambiare l'approccio. A livello atletico, ma anche tattico. Qualcosa si muove ai massimi livelli, ma la strada è lunga. E forse anche la ct Bertolini, che oggi è sul banco degli imputati, potrebbe non rappresentare al meglio l'istanza di cambiamento che il movimento chiede per compiere il salto di qualità.

La Bertolini ha ancora un anno di contratto e si dice sicura di essere lei la persona da cui si ripartirà dopo il flop in Inghilterra. Chissà, certo è che se vorrà ripartire, dovrà rivedere qualcosa anche nel suo operato. Alcune scelte di formazione, l'incapacità di proporre gioco e la figuraccia contro la Francia, hanno lasciato il segno.

Ora che il calcio femminile è vicino alla grande ribalta mediatica, anche l'Italia in rosa dovrà fare i conti con i famosi 60 milioni di commissari tecnici che negli anni hanno sempre inchiodato le Nazionali maschili, giovanili e, oggi, anche femminili...

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