Italia-Macedonia, i precedenti degli azzurri nelle qualificazioni mondiali
Il cammino della nazionale italiana, negli incontri che mettono in palio l'accesso al torneo iridato, è quasi sempre stato foriero di gioie, ma è indelebile il ricordo dell'ultimo spareggio - contro la Svezia - che ha sancito l'esclusione dell'Italia dai Mondiali di Russia
Fuori dall’ultima competizione iridata, quattro stelle nello stemma a ricordare l’etichetta di Tetracampeon (‘34, ‘38, ‘82 e 2006), la nazionale azzurra insegue la sua diciannovesima partecipazione al Campionato del Mondo, in cui esordì per la prima volta il 27 Maggio del 1934 nel 7-1 rifilato agli Stati Uniti, gara inaugurale della kermesse che vide l’Italia come paese ospitante. A differenza di quanto venne successivamente stabilito – per la precisione dall’edizione seguente - all’epoca anche la squadra del paese organizzatore aveva l’obbligo di accedere al tabellone principale mediante qualificazione (cosa che non avvenne, infatti, in occasione dei Mondiali di Italia ‘90).
A parte le due occasioni in cui l’Italia evitò ogni rischio legato alla mancata partecipzione in virtù dello status di campione in carica (nelle edizioni del 1950 e del 1986, regola poi abolita), il cammino degli azzurri attraverso i match che mettono in palio il biglietto d’ingresso al torneo iridato è stato, quasi sempre, lastricato di gioie. Sebbene nel secolo scorso il percorso per assicurarsi una casella nella griglia di partenza fosse decisamente più snello ed agevole, a volte costituito da un unico incontro da dentro o fuori: mere formalità furono gli impegni nel ‘34 (4-0 alla Grecia), nel ‘54 (2-1 e 5-1 all’Egitto nel doppio confronto) e nel 1962 (goleada a Israele, 4-2 e 6-0, con l’oriundo Sivori e Mario Corso a recitare il ruolo dei mattatori). Per gli amanti dei corsi e ricorsi storici, in caso di finale con i lusitani martedì prossimo un precedente con il Portogallo c’è già e risale al novembre 1993. Italia prima nel Gruppo 1, Portogallo secondo, serve vincere per volare negli Stati Uniti, in caso di sconfitta ai Mondiali ci va A Seleção das Quinas dei vari Futre, Rui Costa, Couto e Paulo Sousa. San Siro si conferma talismano, segna Dino Baggio al minuto 83 e timbro apposto sul Passaporto per USA ’94.
Il primo vero “spareggione”, quello con i play-off come...marchio registrato, fu invece quello che risale all’inverno 1997. Sotto la neve di Mosca contro la Russia finisce 1-1, con l’autorete di Cannavaro a vanificare il gol del momentaneo 1-0 di Vieri e l’esordio in maglia azzurra di Gigi Buffon, dentro per l’infortunato Pagliuca dopo mezz’ora. Il ritorno è al San Paolo di Napoli, che esplode dopo la rete qualificazione segnata da Pierluigi Casiraghi su imbeccata di Albertini: missione compiuta, le valigie per Francia ‘98 possono essere preparate. Non andò invece così nel 2017, ferita ancora fresca, una macchia indelebile nel passato a tinte azzurre: sconfitta di misura 1-0 in Svezia, ritorno al “Meazza” e 0-0 finale che regala il pass agli scandinavi, poi entrati nella top 8 di Russia 2018 uscendo nei quarti per mano dell’Inghilterra, ma non prima di aver contributo col Messico nel girone eliminatorio ad estromettere dalla competizione la Germania campione in carica.