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Giovedì, 25 Aprile 2024
Il commento

Non solo il caso Lukaku: cosa ha detto Juventus-Inter

Bianconeri (troppo) rinunciatari, nerazzurri con il mal di gol: il primo round della semifinale di Coppa Italia è un film che si accende solo nel finale

Della partita, alla fine, se ne sta parlando poco. Sì, perché la prima pagina è andata tutta sul caso Lukaku, con il belga che, in pieno recupero, ha trasformato il calcio di rigore del definitivo 1-1, concesso per un fallo di mano di Bremer, lasciandosi poi andare ad un'esultanza considerata dai bianconeri "provocatoria": il centravanti, di fronte alla curva juventina, si è infatti portato la mano destra sulla fronte a mimare il saluto militare e l'indice dalla mano sinistra davanti alla bocca per chiedere il silenzio. Un'esultanza che in realtà, il giocatore, aveva già proposto in occasione del gol contro la Svezia segnata con la sua Nazionale soltanto pochi giorni fa, quasi a voler zittire le critiche piovute in questi giorni nei suoi confronti. Ma, in questo caso, ci sarebbe stato di più, con Big Rom che avrebbe risposto agli ormai purtroppo comuni e vergognosi insulti razzisti (e qui ci sarebbe da aprire un capitolo a parte). Fatto sta che Lukaku, alla fine, è stato sanzionato dal direttore di gara Massa con il giallo, il secondo per l'attaccante, e quindi l'espulsione.

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Dicevamo, però, della partita. In pochi ne hanno e ne stanno parlando e, effettivamente, non è neanche che ci sia molto da dire. Sì, perché quella dello Stadium è stata una gara bloccata, con entrambe le squadre più preoccupate di non prenderle più che di offendere, rimandando così il discorso qualificazione alla sfida di ritorno. Un atteggiamento che, a onor del vero, ha avuto soprattutto la Juventus, rinunciataria e con un baricentro bassissimo fin dalle prime battute del match. I bianconeri hanno costantemente lasciato in mano il pallino del gioco ai nerazzurri, per poi all'occasione ripartire cercando si sfruttare ogni singolo episodio. Come avvenuto nel finale con Cuadrado, che, pescato tutto solo sul secondo palo, ha trafitto Handanovic con un preciso destro. L'atteggiamento speculativo della formazione di Massimiliano Allegri è stato però punito in extremis, quando stavolta l'episodio si è rivoltato contro i bianconeri.

Che dire, invece, dell'Inter? I difetti, ormai noti, sono i soliti. Preoccupa la sterilità offensiva dei nerazzurri, a secco di reti su azione da ben cinque gare. I nerazzurri hanno quasi sempre in mano il pallino del gioco, ma negli ultimi trenta metri non riescono quasi mai a trovare il varco giusto. Problema in certa parte strutturale, dato che i nerazzurri non hanno un vero e proprio "dribblomane" capace di creare superiorità numerica, e su cui pesa l'opaco momento di forma di Lautaro Martinez, a digiuno dalla sfida dello scorso 3 marzo contro il Lecce. Astinenza che sta vivendo anche Edin Dzeko, che, malgrado la buona prova offerta contro la Juventus, non trova la via del gol addirittura dalla gara di Supercoppa contro il Milan dello scorso 18 gennaio. Insomma, sull'attacco nerazzurro è calato il buio. Con tutte le conseguenze del caso.

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