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Martedì, 19 Marzo 2024
Il caso

Juventus, l'avvocato Grassani: "Rischio retrocessione, indagine più grave di Calciopoli"

L'esperto di diritto sportivo ha analizzato le possibili conseguenze per il club nel caso in cui le accuse dovessero essere accertate

Un vero e proprio terremoto, quello che sta scuotendo l'ambiente bianconero, con la procura di Torino che, nei giorni scorsi, ha chiesto il rinvio a giudizio di dodici persone fisiche più la società nell'ambito dell'inchiesta sui conti del club con le accuse a vario titolo di aggiotaggio informativo, false comunicazioni al mercato, falso in bilancio e false fatturazioni in relazione a tre annualità di esercizio. E conseguenze pesantissime, per la Juventus, potrebbero esserci anche sul piano sportivo: "Se le accuse saranno accertate - ha affermato a Radio Anch'io Sport su Rai Radio1 l'avvocato Mattia Grassani, esperto di diritto sportivo - i bianconeri rischiano molto di più che un'ammendo o una penalizzaazione".

"Esclusione dal campionato, retrocessione e revoca dello scudetto: cosa rischia la Juventus"

"Penso che questa sia l'indagine più pesante della storia della Juventus, anche superiore rispetto a quella di Calciopoli nel 2006 - ha spiegato Grassani -. L'indagine riguarda una serie di irregolarità che non ha precedenti. Dal punto di vista sportivo, se le accuse saranno accertate, il club rischia di più dell'ammenda o della modesta penalizzazione: quando ci sono alterazioni di documenti, ci possono essere conseguenze più pesanti. In caso di ottenimento dell'iscrizione a un campionato con dei documenti alterati ci può essere infatti l'esclusione dal campionato, la retrocessione all'ultimo posto o la revoca dello scudetto. La giustizia sportiva ha necessità che i tempi siano veloci e penso, quindi, che il procedimento si concluderà entro il termine della stagione, con le sanzioni subito applicate".

"Le dimissioni in blocco ricordano la scelta della Juventus nel 2006 - ha proseguito Grassani - e costituiscono un segnale positivo all'interno di un quadro preoccupante. Queste, però, non bastano a ridurre la portata dei fatti, se accertati, ma la dicono lunga sulla volontà della società di tentare di isolare il problema. A livello penale credo che si sia già pronunciato un gip sulla non attualità della richiesta cautelare per Andrea Agnelli, in quanto si tratta di reati societari non più reitrabili con le dimissioni".

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