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Venerdì, 29 Marzo 2024
Calcio

Juventus-Roma 1-0 e quel rigore che "non s'ha da fare"

Il "casus belli" della polemica al termine della sfida di Torino è un rigore solare ma non da fischiare.

Da una parte un rigore assegnato con grande rapidità, forse eccessiva considerando la rete di Abraham arrivata quando era ancora udibile il trillo del fischietto, dall’altro l’errore dal dischetto di Veretout che ha negato ai giallorossi il pareggio. Sulla massima punizione dello Stadium si discuterà, ancora, parecchio, non fosse altro perché si tratta di un caso più unico che raro, che contempla la rabbia del tifoso nel veder assegnato un penalty alla sua squadra del cuore. Ma a favore, non contro.

Ma sono anche i protagonisti, diretti ed indiretti, a conferire a questo benedetto rigore un aura quasi surreale. A partire da Veretout, che è andato lì per incaricarsi della battuta e pochi giorni prima ai microfoni di Sky aveva parlato proprio della sua attitudine a tirarli. "Mi alleno tutti i giorni a calciarli – aveva dichiarato il francese - provo a stare tranquillo quando metto la palla sul dischetto. Sono concentrato, è un gioco psicologico con il portiere avversario. Serve restare sereni. Alla fine penso che se sbaglio non è un dramma. Un giorno mi succederà sicuramente di sbagliare un rigore ma se c’è la fiducia prendo la palla con la giusta calma e voglio sempre fare gol".

No, un dramma effettivamente non è. Ma in ballo entra anche un altro protagonista, cioè quel Tammy Abraham che fino a quarantotto ore fa per Torino non sarebbe nemmeno dovuto partire, considerando i problemi accusati al termine della partita con la nazionale inglese. Invece l’ex Chelsea è regolarmente al suo posto, e segna, pure, il gol del pareggio, però annullato per via del fischio del rigore. Prende il pallone per tirarlo (che potrebbe anche essere interpretata come una forma di...risarcimento per quel gol negato) ma il conciliabolo a undici metri di distanza da Szczęsny non serve a far recedere Veretout dai suoi propositi, perché il rigorista è lui. Non è un dramma, ma materiale per andare negli spogliatoi all’intervallo cordialmente contrariati, quello sì.

E poi c’è lui, Mourinho, il terzo protagonista. Che nel ‘conflitto' Francia-Inghilterra per la conquista del dischetto si trasforma in Svizzera, assumendo una posizione neutrale. E consolando il centrocampista transalpino al momento della sostituzione con Shomurodov. “Abraham è un ragazzo coraggioso, pieno di fiducia – dice l’allenatore portoghese – aveva trascinato al squadra e voleva calciare. Noi abbiamo una gerarchia, il primo è Veretout, il secondo Pellegrini e Abraham è il terzo, ma possono decidere tra di loro. Non voglio commentare l'episodio del rigore, non ho i dati tra le mani e voglio cercare di isolarmi da questo episodio per concentrarmi su quello che ha fatto la squadra”. Che nelle intenzioni di Mourinho probabilmente merita, per la bella prova offerta sottolineata anche dai complimenti degli avversari, molta più attenzione di un rigore solare. Ma non da fischiare.

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