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Giovedì, 25 Aprile 2024
Calcio

Karim Benzema, capolavoro del calcio (e non un semplice centravanti)

Fenomenologia del più forte numero nove degli ultimi quindici anni, capace di essere tanto divisivo e destabilizzante, quanto sempre decisivo e irrinunciabile per una squadra come il Real Madrid

Indescrivibile. E’ forse l’aggettivo che più gli si addice, perché riassumerlo significherebbe non rendere giustizia alle sue qualità finendo per farne passare qualcuna sottotraccia, o più semplicemente perché è impossibile surrogare a parole la perfezione visiva offerta da un capolavoro artistico, per lui che – calcisticamente parlando – in fondo lo è.
All’anagrafe è Karim Mostafa Benzema, ma lo chiamano “Karim The Dream”, il sogno, non solo per analogia fonetica, ma probabilmente per la capacità di sostanziare in un unico numero 9 (il migliore degli ultimi quindici anni) quello che alberga nell’universo onirico di ogni tecnico: forza, eleganza, tecnica, duttilità, potenza, intelligenza tattica. E gol, soprattutto gol. Sono proprio i suoi numeri a dare concretezza al suo strapotere: mille modi di sciorinare in campo il suo repertorio fatto di classe e consistenza, oltre quattrocento reti in carriera, ventisette trofei in bacheca, un talento sopraffino. E zero compromessi, tanto da essere decisivo e a volte disturbante quasi in egual misura, dall’inizio della sua carriera a Lione fino ai giorni nostri.

Difficile però etichettarlo come “nueve”, ruolo peraltro non esattamente naturale all’inizio della sua love story col panorama calcistico internazionale che lo ha visto gravitare più tra la linee che non costituire il fulcro del pacchetto offensivo. E persino diluire quell’egoismo che si addice ai “punteros” di razza con la generosità e l’altruismo di rifinitore e uomo-assist sotto il segno della fantasia, dote che si evidenzierà nell’accezione più completa del termine nel periodo madrileno trascorso al fianco di Cristiano Ronaldo.
Nasce a Lione, con otto fratelli in un sobborgo che tutto è fuorché un letto di rose, deflagra in Ligue 1 facendo incetta di trofei con la maglia dell’Olympique (sette in un quadriennio) ed i 54 centri nelle ultime due stagioni con la maglia dei Gones lo renderanno uomo mercato dell’estate del 2009. Dalle parti di Madrid le voci di quel carattere impertinente vengono silenziate dalla convinzione che abbia tutto per essere “galactico”: è Florentino Perez a chiedere personalmente la sua mano presentandosi a casa sua, più un’investitura che non un’operazione di mercato del Real. Ed i fatti gli daranno ragione.

Con i “blancos” parte in sordina, nella sua seconda stagione gli affibbiano il soprannome di “gato” desunto da una dichiarazione ad effetto del suo allenatore José Mourinho in conferenza stampa (“Se non hai un cane per andare a caccia, ed hai un gatto, devi uscire con un gatto. Prenderai di meno, ma prenderai qualcosa ugualmente”), ma ben presto si rendono conto che il felino che più gli si addice è di tutt’altra stazza e cattiveria. Passano i campionati, e lui non è mai in discussione quando si tratta di progettare l’undici dell’anno venturo: in mezzo, là davanti, c’è Karim, ci pensa lui. E ci pensa parecchio, verrebbe da aggiungere, non solo portandosi in tredici stagioni a poche incollature dal secondo posto nella graduatoria dei migliori marcatori “all-time” del Real Madrid, (davanti a Di Stefano ed appena dietro a Raul ed all’inarrivabile CR7), ma anche posizionandosi sul trono dei migliori assist-man della storia del club. E poi i record, gli ultimi relativi alle due triplette in Champions (il giocatore “meno giovane” nella competizione a realizzare un tris in una gara), che lo fanno arrivare a undici centri stagionali nella competizione – primato personale – e ad un passo dal podio dei migliori bomber di Champions League, occupato da Lewandovski e dalla coppia formata dai soliti noti Messi-Ronaldo.

C’è poi la nazionale, tasto in parte dolente sebbene 94 gettoni con 36 gol non siano argent de poche. Ma più che altro argomento spinoso per le polemiche che a volte hanno accompagnato la sua militanza con la maglia della Sélection. Dalla precisazione sulla scelta di giocare con la Francia (“per motivi sportivi, ma il mio paese è l’Algeria”), alla Marsigliese non intonata prima del fischio d’inizio (“non la canta nemmeno Zidane”), ed allo sputo a terra dopo l’esecuzione in occasione della commemorazione per le vittime del Bataclan, fino alle dichiarazioni su Giroud titolare al centro dell’attacco (“paragonarlo a me è come accostare un kart ad una Ferrari”). Lo scandalo scoppiato a novembre del 2015 con l’accusa di “concorso in tentato ricatto”, orchestrato dall’amico Karim Zenati, ai danni del connazionale Valbuena lo porta ad essere escluso dal giro della nazionale. Ed a far detonare altre feroci discussioni arriva tre anni dopo l’inchiesta sul suo presunto coinvolgimento in un tentato sequestro di persona ai danni del suo ex procuratore De Souza, che dichiara di essere stato avvicinato e aggredito da amici del suo ex assistito. Torna a vestire la casacca della nazionale transalpina a giugno del 2021, dopo quasi un lustro di dibattito sull’opportunità di una sua ri-convocazione ed essersi perso il titolo iridato di Russia 2018 ed una Nations League. Torna, sì, e lo fa a modo suo: 9 gol nelle ultime tredici gare disputate, quasi a voler puntellare quella dichiarazione di Zidane che lo ha definito “il migliore attaccante francese della storia, perché non pensa solo al gol, ma alla fine è sempre decisivo".

A 34 anni, compiuti lo scorso dicembre, il Real si gode ancora il suo Benzema come Karim si gode ancora quella Madrid che è, anche, sua. Ci sono le sue prodezze, la sua fascia portafortuna sulla mano destra (eredità di uno scontro nel 2019 con Bartra del Betis, che ha lasciato una frattura al mignolo per cui decise di non finire sotto i ferri), il suo nove sulle spalle che tanto nove non è ma anche il suo essere divisivo, senza filtri, a proprio agio in ogni zona illuminata del campo come nei coni d’ombra delle polemiche al centro delle quali finisce. Ma con i riflettori sempre puntati addosso. Dei tifosi, degli amanti del calcio, degli avversari e degli allenatori. Come ogni capolavoro che si rispetti.

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