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Venerdì, 29 Marzo 2024
Calcio

Lazio, verso una sfida di Europa League da condurre in...Porto

Dopo i quattro clean sheet in campionato, la squadra biancoceleste affronta i lusitani nei sedicesimi di finale della seconda competizione continentale

Il netto passo falso di San Siro contro il Milan sembra già acqua passata, così come le polemiche dei primi giorni del mese, seguenti ad una campagna acquisti invernale distante dalle aspettative di tecnico e tifosi. A mettere tutti d’accordo è invece il rendimento in campionato: dieci punti in quattro partite, maturati coi successi su Salernitana, Fiorentina e Bologna ed il pareggio casalingo contro l’Atalanta. Ma il dato che fa sorridere è legato ad una solidità difensiva che ha rappresentato nei primi mesi di campionato il vero tallone d’Achille dei biancocelesti, e che ora sembra davvero costituire un valore aggiunto. Quattro i clean sheet consecutivi in serie A, con Strakosha arrivato a 383 minuti di imbattibilità (l’ultimo gol subito è quello siglato da Skriniar al 67’ della sfida del “Meazza” contro l’Inter) ed una crescente sicurezza che peraltro acuisce il rammarico per la sua – probabile – partenza a fine stagione a parametro zero.

I gol subiti restano comunque tanti, visto che nella prima metà della graduatoria la Lazio è la formazione più perforata al pari del Verona. Eppure il nuovo equilibrio cercato e trovato – con l’eccezione della debacle milanese di Coppa, e l’aggiunta però dell’ulteriore clean sheet nel turno precedente superato con l’1-0 all’Udinese – sembra aver arrestato quell’emorragia di reti subite che rende il bilancio con la scorsa stagione di A ancora negativo (7 in più incassate dopo venticinque incontri) ma con una tendenza finalmente positiva. Ed in più, nel raffronto con l’ultima gestione Inzaghi, c’è il dato della efficacia realizzativa: secondo miglior attacco del torneo con 52 cartellini timbrati dietro solo all’Inter con 55, +14 rispetto ai primi venticinque turni della stagione 2020/2021 ed una media superiore ai due centri a match. Con Ciro Immobile a rappresentare una vera e propria sentenza in area di rigore, corroborato dalla costanza di Pedro e l’esplosione di Zaccagni, ed innescato da Milinkovic Savic (annoverabile a pieno titolo nel gotha dei top player) e Luis Alberto il quale sembra aver trovato anche nel 4-3-3 sarriano una sua dimensione, a misura di “mago”.

Messa per un attimo da parte la classifica, c’è ora di rituffarsi nell’Europa League. La Lazio che si ripresenta all’appuntamento continentale appare diversa da quella disinnescata dal Galatasaray nell’ultimo match della Pool E (i turchi sono l’unica squadra, oltre all’Atalanta, ad aver mantenuto all’Olimpico la porta inviolata negli ultimi tre mesi). I precedenti con il Porto, prossimo avversario, risalgono all’edizione 2002/03 della Coppa Uefa, con i biancocelesti allenati da Roberto Mancini che in Portogallo vennero sconfitti 4-1 nel vecchio Estadio das Antas, e nel ritorno davanti a oltre 70mila tifosi non andarono oltre lo 0-0, fallendo anche un penalty con Claudio Lopez. I lusitani conquistarono così la finale di Coppa, poi vinta 3-2 contro il Celtic. Ed il suo tecnico José Mourinho alzò così il primo trofeo internazionale nella sua carriera di Manager, ma questa è – evidentemente – un’altra storia.

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