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Giovedì, 18 Aprile 2024
Calcio

Lazio, l'automulta di Francesco Acerbi. Quando sbagliando s'impara...e si paga

Il difensore biancoceleste ha deciso di "autotassarsi" dopo il rosso rimediato contro il Bologna. Ultimo caso, in ordine di tempo, di una serie di sanzioni pecuniarie spontaneamente elargite da un tesserato

Nel linguaggio sportivo vengono definite “Automulte”. Sono quelle sanzioni pecuniarie autonomamente pagate da tesserati come “pegno” per comportamenti non idonei, a volte già puniti dalla giustizia sportiva.
L’ultimo caso è quello del laziale Francesco Acerbi, espulso ad un quarto d’ora dalla fine del match disputato dalla formazione capitolina a Bologna, e fermato per due giornate “per proteste nei confronti degli Ufficiali di gara (Prima sanzione); per avere, al 31° del secondo tempo, all'atto del provvedimento di ammonizione, rivolto al Direttore di gara epiteti insultanti e offensivi”.
Sui social sono arrivate le scuse del difensore biancoceleste, che sottolinea anche la scelta di destinare in beneficienza una somma di denaro. “Ciao ragazzi come sapete domenica sono stato espulso – recita il video diffuso sul suo profilo Instagram - e mi dispiace non poter aiutare i miei compagni, mi dispiace per il mister e per voi tifosi. Per quanto riguarda il gesto brutto che ho fatto in campo chiedo nuovamente scusa: non è da me, non è un un buon esempio per i bambini e per quelli che amano il calcio. Per questo motivo ho deciso di automultarmi, devolvendo in beneficienza una somma di denaro”.

Gesto degno di nota ed apprezzabile, quello di Acerbi, che peraltro trova riscontri anche nel recente passato. Come, citando alcuni esempi, accaduto a Carlo Ancelotti ai tempi della sua avventura in Bundesliga a Monaco, quando – assolto dalla federcalcio tedesca per il dito medio mostrato ai tifosi dell’Hertha Berlino, pizzicato dalle telecamere – decise di punire il proprio comportamento "sanzionandosi" con una multa versata in beneficenza. O come Massimiliano Allegri, protagonista anni fa insieme a Bonucci di una lite al termine della partita vinta 4-1 contro il Palermo: provvedimento disciplinare nei confronti del difensore, finito in tribuna nella partita di Champions League contro il Porto, e...auto-sanzione economica per il mister toscano, in beneficienza.

Ma ci sono casi ancora più curiosi. Come quello, datato anch’esso 2017, del laziale Lulic, che dopo un battibecco col tecnico Simone Inzaghi, venne “graziato” dall’allenatore e si sdebitò saldando l’intero – corposo – conto di una cena offerta a tutti i calciatori ed alle loro famiglie al ristorante.
O come Nemanja Matic, centrocampista serbo con cittadinanza slovacca del Manchester United, deputato al “controllo” dello spogliatoio con tanto di contravvenzioni da notificare in caso di comportamenti scorretti come ad esempio ritardi o telefoni portati nelle sedute in palestra. E quando uno scambio di battute di troppo con Pogba comportò presentarsi alla riunione con lo staff oltre l’orario prestabilito, Matic non batté ciglio pagando il pattuito come da regolamento. Perché la legge è uguale per tutti, controllori compresi. Anche nelle automulte.

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