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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Calcio

I tormenti del Leo "parigino", tra infortuni e zero gol in Ligue 1

Il difficile avvio di stagione di Messi, poco utilizzato - ed ancora a secco - nel campionato francese complice un problema al ginocchio, ma impiegato regolarmente in Nazionale

Il suo trasferimento in Francia ha rappresentato uno spartiacque nella storia dei club coinvolti. Il Barcellona, che per problemi di “cassa” è stato costretto a lasciarlo andare, ed il Paris Saint Germain che lo accolto in estate per completare un attacco atomico con Mbappe e Neymar. Ma la strada nuova, presa da Lionel Messi con direzione Parigi lasciando quella “vecchia”, si sta rivelando molto più tortuosa del previsto. Imboccata sapendo quello che avrebbe lasciato, quello che avrebbe di sicuro trovato sotto la Tour Eiffel in termini economici (110 milioni in tre anni, stando a quanto riportato da “L’Equipe”) ma non sta invece prendendo sostanza sul fronte delle soddisfazioni personali.

Un 2021 diverso dal normale, per Messi. Poco in bacheca col club (una Copa del Rey), una Coppa America con la nazionale, quasi a volerlo “risarcire” dei mancati trionfi stagionali in blau-grana (35 in 17 anni) e la partenza dalla Spagna che lo aveva accolto appena tredicenne formandolo come giocatore e uomo. Nella capitale francese tira però un’aria ben diversa da quella della Catalogna: la Ligue 1 fino a questo momento lo ha visto scendere in campo appena cinque volte per un totale di 325 minuti, appena in due occasioni per l’intera durata del match (peraltro mai al Parco dei Principi, ma nell’unica sconfitta in campionato subita dal PSG contro il Rennes e nello 0-0 del Velodrome di Marsiglia) e con zero gol e zero assist all’attivo, con appena quindici conclusioni tentate ed appena quattro nello specchio della porta. In questo senso, sia benedetta la Champions (tre da titolare), con tre reti segnate in casa: una al City, e due al Lipsia.

C’è, ad onor del vero, un infortunio a complicare le cose: un fastidio al tendine che gli ha impedito di volare a Lipsia per la quarta giornata di Champions, ma non di rispondere alla chiamata della nazionale argentina per il doppio confronto valevole per le qualificazioni ai Mondiali 2022. Oltretutto allenandosi in gruppo, entrando nell’ultimo quarto d’ora del match contro l’Uruguay (vinto 1-0 dall’Albiceleste) e – stando a quanto afferma il c.t. Scaloni – figurando nell’undici titolare per la supersfida di stanotte con il Brasile, rivincita della finale dell’ultima Copa America. Fisiologico il bombardamento partito dal quartier generale parigino (“Non siamo d'accordo a lasciar andare un giocatore che non sta bene o che è in fase di riabilitazione. Non ha alcun senso e questo tipo di situazioni devono essere definite da una normativa FIFA”, ha dichiarato il d.g. Leonardo) respinto però al mittente (“Capisco il Psg – ha dichiarato Scaloni in conferenza stampa - ma non si può mettere in dubbio il nostro diritto di convocare Messi, e di farlo giocare se è disponibile”).

Intanto, però, il caso – o presunto tale – resta. Quello di una “Pulce” che ultimamente ha giocato più con la sua Nazionale (escludendo quella di stanotte, sei presenze e quattro reti con l’Argentina) che in una Ligue 1 che ancora attende la sua prima perla stagionale, dopo le 474 realizzate nella Liga. Esattamente come aspetta l’esordio dell’altra bandiera iberica ammainata in estate, ovvero quel Sergio Ramos arrivato da Madrid ed ancora lontano dal campo per un problema al polpaccio. Accomunato a Messi da uno strano destino: da simboli – su versanti opposti – del “Clasico” spagnolo a novelli Godot nel torneo transalpino. Non si potranno cancellare anni di battaglie senza esclusione di colpi (e non è un eufemismo) tra Bernabeu e Camp Nou, ma dare un colpo di spugna – con presenze costanti in campo e reti realizzate – a questo balbettante avvio di stagione parigino sembra un esercizio più agevole. Almeno sulla carta.

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