Colpo Salernitana: arriva "Memo" Ochoa, portiere messicano collezionista di Mondiali
La squadra granata si assicura le prestazioni del 37enne estremo difensore della "Tricolor", nella ristretta cerchia dei giocatori che hanno partecipato a cinque edizioni della Coppa del Mondo
“Memo” Ochoa sbarca in Italia. Risale alle ultime ore l’indiscrezione legata al veterano della nazionale messicana, già protagonista agli ultimi Mondiali, prossimo a vestire la casacca della Salernitana. Il portiere nato a Guadalajara 37 anni fa parte di un ristretta cerchia di recordman nella storia delle rassegne iridate: è infatti uno dei pochi ad aver preso parte a cinque edizioni della coppa del Mondo, esattamente come Lionel Messi, Cristiano Ronaldo, Gigi Buffon, Lothar Matthaeus, ed i suoi connazionali Antonio Carbajal, Rafa Marquez ed Andres Guardado.
Ochoa ha curiosamente legato maggiormente il suo nome alla “Tricolor” – con la quale ha collezionato la bellezza di 135 gettoni – che non a blasonati club europei, pur avendo attraversato l’oceano per vivere esperienze nel vecchio continente. Nel suo curriculum infatti figurano tre stagioni in Corsica all’Ajaccio – divenendo il primo portiere messicano a firmare per una società europea – quattro in Andalusia tra Malaga e Granada e due nella serie A belga nello Standard Liegi, prima di fare ritorno nella Liga MX (massima espressione del calcio messicano) con la maglia del Club América, indossata oltre 300 volte a partire dal 2003, suo primo anno nel professionismo.
Tanti gli aneddoti sul suo conto: a partire dalla scelta del numero di maglia, mai banale (è passato dal 13 in nazionale, al 6 per cui ha optato in una stagione all’ América fino all’8 che ha voluto della sua seconda stagione allo Standard). Per proseguire con la “burla” del guantone a sei dita, utilizzato dopo un fotomontaggio circolato in rete a seguito della prestazione monstre ai Mondiali 2014 contro i padroni di casa del Brasile, che lo ritraeva con un dito della mano in più a spiegare la capacità di intercettare ogni tiro dei verdeoro. Ed è proprio la Coppa del Mondo che sembra esaltare le doti di Ochoa: scala le gerarchie salendo da terzo nel 2006 (dietro Oswaldo Sánchez e Jesús Corona) a secondo nel 2010 (alle spalle di Pérez), fino ad arrivare titolare nel 2014 e risultando il secondo estremo difensore più votato nella classifica del Guantone d’Oro della manifestazione, vinto da Neuer. Si ripete quattro anni dopo in Russia, col Messico eliminato agli ottavi e nuovamente indicato tra i migliori nel suo ruolo, fino a Qatar 2022 dove si è preso la soddisfazione di respingere un rigore alla star polacca Lewandowski.
Strano il destino di “Memo”, che non si è mai incrociato con un top club, nonostante una trattativa quasi chiusa nel 2011 col Paris Saint Germain, o con la Premier League (vana la corte insistente del Fulham all’inizio del decennio scorso). E nemmeno con la Serie A, sebbene in passato sia Milan che Napoli abbiano seguito con interesse le sue prestazioni. Ed invece, contro ogni pronostico, a 37 anni per Ochoa si spalancano le porte dell’Italia, per una nuova avventura europea. L’ambiente di Salerno potrebbe davvero essere quello giusto per esaltare le sue doti tecniche e di leadership, ed anche per far risaltare ancora di più quel connubio tra istrionismo e concretezza che lo ha reso celebre. E per dare alla squadra granata, nella seconda parte di campionato, una bella mano. Che di dita, al di là delle foto fake, ne ha sempre cinque.