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Giovedì, 25 Aprile 2024
Mondiali Qatar 2022

Mondiali 2022 Qatar, i cinque veterani della competizione

La palma di giocatore più "vintage" spetta al portiere messicano Alfredo Talavera, ma nella top 5 figurano anche due pluridecorati difensori come il brasiliano Dani Alves ed il portoghese Pepe

Il più vecchio a disputare un incontro in un mondiale è stato il portiere egiziano Essam El-Hadary, sceso in campo contro l’Arabia Saudita nella scorsa edizione a 45 anni, 5 mesi e 10 giorni. Un record di longevità destinato probabilmente a restare tale a lungo, ed in linea generale legato ai portieri più che ai giocatori di movimento. Eppure anche in questo mondiale del Qatar ci sono atleti che si sono fatti beffe della carta di identità, iscrivendo il proprio nome nelle liste dei convocati e avendo anche concrete chance di vivere la kermesse iridata da protagonisti.

Alfredo Talavera (Messico)

Il “Nonno” del Mondiale ha la casacca della Tricolor. E’ Alfredo Talavera, che ha soffiato due mesi fa su quaranta candeline. Per questo storico traguardo, l’estremo difensore del Juarez, militante della Serie A del suo paese, si è regalato la prima, storica, partecipazione alla kermesse iridata, dopo aver partecipato alle Olimpiadi del 2016 di Rio de Janeiro. Bandiera del Deportivo Toluca, in cui ha militato per oltre due lustri, con la casacca della nazionale si è messo in luce nella Gold Cup: vincendo, da titolare, quella del 2011 contro gli Stati Uniti, e perdendo ai supplementari quella giocata dieci anni più tardi sempre con gli USA come avversari, scendendo in campo in tutte le gare e subendo solo due reti, una delle quali ha deciso la finalissima.

Remko Pasveer (Olanda)

Ci eravamo già occupati di lui, quando il c.t. Van Gaal decise di schierarlo titolare in Nations League dopo le convincenti prestazioni offerte all’Ajax. A distanza di due mesi, Pasveer è ancora in pole position per difendere la porta della nazionale olandese, dopo averlo fatto venti volte consecutivamente con i lancieri da inizio stagione in Eredivisie e Champions League. Destinato nel club a ricoprire il ruolo di...riserva della riserva, il portiere nato ad Enschede l’8 novembre del 1983 ha intanto compiuto 39 anni, e non solo si è conquistato il posto da titolare nella squadra biancorossa – complice lo stop per doping del titolare Onana ed i problemi fisici dell’ex Roma Stekelemburg – ma si candida anche a vivere il Mondiale di Qatar 2022 da protagonista. Non male per un giocatore destinato, solo qualche mese fa, ad un ruolo di spettatore non pagante in stagione.

Pepe (Portogallo)

Ha rischiato di bucare l’appuntamento con il suo quarto Mondiale, per via di un infortunio che lo ha messo fuorigioco per tutto il mese di ottobre. Ma nel duello, l’ennesimo della sua carriera, con un ginocchio bizzoso ha vinto ancora lui, usando quella tempra di combattente che in più di una circostanza ha varcato i confini della sportività e della correttezza in campo (ne abbiamo parlato qui), tanto da indicarlo come uno dei difensori più duri degli ultimi anni. Képler Laveran Lima Ferreira, meglio noto come Pepe, compirà quarant’anni a febbraio, e proprio in Qatar festeggerà le nozze di cristallo con la nazionale lusitana, che lo ha visto infatti esordire il 21 novembre del 2007 nel match di qualificazione agli europei del 2008 contro la Finlandia. Più di 200 gettoni con la casacca del Real Madrid (con cui ha vinto tutto), poi Besiktas nella SuperLig turca ed ora Porto, club in cui la sua carriera è decollata.

Dani Alves (Brasile)

Basta la parola. O meglio, basta il palmares, oltre a quel record di unico calciatore della storia ad aver vinto sette competizioni ufficiali nello stesso anno solare (nel 2009 infatti ha festeggiato i successi nel campionato spagnolo, Coppa del Re, UEFA Champions League, Supercoppa di Spagna, Supercoppa UEFA e Coppa del mondo per club FIFA con il Barcellona e la FIFA Confederations Cup con la nazionale brasiliana). Nato il 6 maggio del 1983, vivrà in Qatar il suo terzo mondiale con la casacca verdeoro, che lo ha visto capitano nelle ultime sedici apparizioni, compresa la Copa America vinta nel 2019 con la fascia al braccio. E’ tornato nella seleçao un anno fa, dopo ventitré mesi di assenza, in tempo per mettersi al collo l’oro olimpico a Tokyo e dare il suo contributo negli incontri di qualificazione per i Mondiali. Ed anche per saldare il conto con quel destino beffardo che sotto forma di infortunio al ginocchio lo ha tagliato fuori dalla kermesse iridata di quattro anni fa in Russia. In fondo, nella bacheca di Dani Alves, alias El Tarántula, mancherebbe solo la Coppa del Mondo: l’occasione, stavolta davvero l’ultima, arriva in Qatar.

Eli Kawashima (Giappone)

Portiere poliglotta - parla sei lingue, tra cui l’italiano - e dieci anni fa caso diplomatico, per via di una vignetta del giornalista francese di France 2, Laurent Ruquier, che lo ritraeva con quattro braccia con ironico riferimento all’incidente nucleare di Fukushima e – soprattutto – alla prestazione mostruosa offerta nell’amichevole tra Giappone e Francia (per i malati di calcio, si giocò allo Stade de France ad ottobre 2012 con la vittoria di misura dei nipponici). Eppure, le due braccia del trentanovenne portiere di Saitama sono restate particolarmente incrociate nell’ultima stagione e mezzo a Strasburgo: 180’ i minuti in campo la stagione passata, zero in quella attuale. Inattività che, però, non gli ha impedito di partecipare al suo quarto mondiale (in quello del 2018 ha indossato per una partita anche la fascia di capitano) con indosso la casacca dei Samurai Blu, rientrando nel giro della selezione nipponica dopo un anno e mezzo di stop dalla fine del 2019 a maggio 2021. Da oltre due lustri in Europa, ha nel palmares cinque campionati nella serie A belga e da tempo fa presenza fissa nella Ligue 1, dopo una parentesi in Scozia nel Dundee United.

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