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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Calcio

Mondiali 2022: tra le tante sorprese, la certezza di una Spagna da record

La nazionale allenata dal c.t. Luis Enrique strapazza 7-0 la Costa Rica, un successo che entra nella top ten delle vittorie più roboanti nella storia della Coppa del Mondo

Furie rosse, di nome e di fatto. Arriva con un roboante 7-0 il segnale, inequivocabile, che la Spagna è sbarcata in Qatar con la precisa intenzione di recitare un ruolo di primo piano nella competizione. Costa Rica test non attendibile? Forse sì, ma ciò non toglie che l’autorità e soprattutto la facilità con cui la selezione iberica si è sbarazzata dei Los Ticos, siano la prova di una nazionale in salute, dominante e perfettamente “centrata” in quella che è la filosofia di gioco voluta dal suo commissario tecnico, Luis Enrique. Record, in termini di gol, proprio non è, sebbene nella graduatoria delle vittorie più larghe, quella ottenuta dalla Roja entra comunque nella top-ten: ci sono due 9-0 (Ungheria-Corea del Sud nel ‘54, Jugoslavia-Zaire nel ‘74), un 10-1 (Ungheria-El Salvador nel 1982), tre 8-0 (Svezia-Cuba 8-0 nel 1938, Uruguay-Bolivia 8-0 nel 1950, Germania-Arabia Saudita 8-0 nel 2002) ed un filotto di 7-0, l’ultimo dei quali nell’edizione 2010 rifilato dal Portogallo alla Corea del Nord, con sigillo finale di Cristiano Ronaldo.

Eppure, in un calcio che ormai si è globalizzato - tra rose allargate e libera circolazione garantita dalla sentenza Bosman, il paracadute del doppio passaporto per agevolare i calciatori extraeuropei ed aggirare il tetto del numero degli stranieri - e che si è evoluto al punto da scovare talenti in erba persino nei più remoti confini del globo terrestre, tale goleada fa parecchio fragore. Perché, in fondo, il Mondiale diventa espressione di uno sport che è sempre più conosciuto e praticato, e pertanto fa accedere alla fase finale nazionali che hanno diversi giocatori i quali bazzicano con regolarità alcuni tra i campionati più importanti a livello internazionale. Di ben altro spessore, quindi, rispetto ai dilettanti o al massimo semiprofessionisti umiliati con la casacca del loro paese nelle kermesse iridate a metà del secolo scorso.

Al di là delle disquisizioni numeriche e dell’analisi dei rapporti di forza passati e presenti tra top team e cenerentole, resta la prova della Spagna, ed i sette palloni raccolti nel sacco da un Keylor Navas che, nella sua gloriosa militanza con la maglia del Real Madrid, impiegava settimane e settimane per incassare lo stesso numero di gol. E restano i record delle Furie Rosse, che per effetto di tale goleada diventano la quinta nazionale ad entrare nel club dei 100, comprendente le selezioni che hanno realizzato più di 100 gol nella storia dei Mondiali, in compagnia di Brasile, Germania, Argentina e Italia. Ed il 7-0 alla Costa Rica è anche la vittoria più rotonda nella fase finale di una manifestazione internazionale, davanti al 7-1 al Messico alle Olimpiadi di un secolo fa ma non contando il 10-0 a Tahiti nella Confederations Cup 2013. Con buona pace di chi puntava l’indice sulla carenza di una prima punta di peso in grado di finalizzare adeguatamente la manovra. Banchi di prova più severi arriveranno, ma intanto le pretendenti al trono calcistico del Qatar sono avvisate.

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