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Venerdì, 29 Marzo 2024
Calcio

Uruguay e Corea così vicine, così lontane

Senza reti la prima partita del girone H tra la Celeste e le Tigri asiatiche: assist al Portogallo

E' mancato il gol. Ma non ci hanno fatto annoiare. Così vicine e così lontane, Corea del Sud e Uruguay. Energia contro esperienza. Organizzazione e fisicità contro sprazzi di talento. Così si sono annullate a vicenda. Le Tigri, come sempre, sembravano soldatini. Corsa inesauribile, contrasti, ma calcio evoluto: tutti sempre al posto nel momento giusto. Come Hwang dopo la mezzora: un rigore in movimento, da dieci metri, sbagliato clamorosamente con un destro di piatto calciato forse con un pizzico di fretta in più. Ma la Corea si è trovata davanti la palla della vittoria grazie al suo gioco assolutamente all'altezza della situazione. Manca una punta, forse anche un vero talento tra le linee in grado cucire il gioco e ribaltare l'azione. Ma se fossimo Portogallo e Ghana, staremmo attenti contro i ragazzi di Bento, scatenato e sempre in piedi nell'area tecnica, con il suo calore latino-lusitano in mezzo ai tanti ordinati e composti occhi a mandorla della sua panchina. Lunedì prossimo le frecce rosse di Seoul si giocano le loro chance di qualificazione contro il Ghana.

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E l'Uruguay? Solido, esperto, meno dinamico, ma pericoloso sulle situazioni classiche, come i calci piazzati. Da un corner nasce la migliore occasione della partita: un angolo su cui svetta il solito Godin, uno dei Fantastici 4 alla quarta partecipazione mondiale della Celeste attuale. Il difensore trova un palo a sbarrargli la strada. Altrimenti avrebbe spaccato il match e aperto, magari, gli spazi per le ripartenze di Valbuena e Nunez, i migliori talenti di questo Uruguay. Suarez? Poche occasioni sui piedi, ma al momento non lo stesso Pistolero di qualche anno fa. Gli anni passano per tutti. Nella ripresa è toccato a Cavani, ma possiamo fare copia e incolla. La mediana con Vecino e Bentancur pare monopasso. Il laziale ci prova a raccordare il gioco, ma non incanta. Resta in panchina Torreira, ma Santos farebbe bene a considerare il Nano (così lo chiamavano da ragazzino nel Pescara) in mezzo al campo: è uno dei pochi a saper abbinare quantità, garra e qualità negli ultimi metri. Il gol è un problema anche in casa uruguaiana: se non si sblocca Nunez, protagonista di una gran partita (anche se alla fine l'MVP del match è stato il difensore Gimenez, a segno di una certa sofferenza dei sudamericani...), qui sono guai. E lunedì prossimo si decide forse il futuro della Celeste: Uruguay atteso dal confronto con il Portogallo (ore 20).

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