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Martedì, 23 Aprile 2024
BRASILE

Brasile, disastro Mondiale: rischia il presidente della Repubblica

A ottobre il Paese va alle urne per eleggere il nuovo presidente della Repubblica. E adesso Dilma Rousseff rischia la rielezione. Perché lei, sul Mondiale finito con un nuovo Maracanazo, aveva scommesso tutto

ROMA - Tutta colpa di quella vittoria, forse una delle poche davvero meritate, contro la Colombia ai quarti di finale. Tutta colpa di quella convinzione, tanta ma non troppa, che l'aveva portata a giurare: "Consegnerò io personalmente la Coppa nelle mani dei vincitori domenica a Rio de Janeiro". Ora, dopo che la brutale Germania ha annichilito sogni e speranze mondiali brasiliane, la presidente Dilma Rousseff si è infilata in una strada senza uscita da brividi. Perché il 13 luglio sera la Coppa, la più importante, potrebbe passare dalle sue mani a quelle di Lionel Messi da Rosario con una Nazione, l'Argentina, in visibilio al grido di "Brasil, decime que se siente..". Perché ad ottobre, con le presidenziali in vista, la sua poltrona potrebbe passare a uno dei suoi rivali. 

Dilma aveva scommesso tanto, tutto, sul Mondiale di casa che poi è finito come è finito, con sette gol della Germania davanti al Mineirao di Belo Horizonte ammutolito, stravolto. E da lì è cominciata la caccia ai colpevoli, ai cattivi. Per primi sul banco degli imputati sono finiti i giocatori: nove calciatori normali, più Thiago Silva e Neymar, che mai hanno accesso davvero gli animi delle torcide come faceva il trio da filastrocca Didì-Vavà-Pelè o, senza voler andare troppo indietro nel tempo, il tridente di fenomeni di Gippone e Corea 2002, Ronaldo-Ronaldinho-Rivaldo. 

Poi è toccato a lei, a Dilma Rousseff, andare alla sbarra. E' toccato alla presidente che ha speso fior fior di miliardi per il grande circus della Fifa. Alla presidente che così ha mascherato le tremende contraddizioni interne di un Paese per larga parte ancora povero e, perché no, alla presidente che aveva scommesso sulla vittoria dei suoi. Ora è probabile che le urne, e gli elettori, se ne ricorderanno. I sondaggi dicono già -4% dalla tremenda notte del Mineirazo

Tutto vero. Tutto possibile. Perché nella base di Dilma, socialista per convinzione non trovano posto i borghesi che hanno potuto pagare i prezzi "europei" dei biglietti per le partite. Lì, nella base della Rousseff, c'è posto solo per chi le partite le ha viste alla Tv, magari al bar di una favela. Per chi aveva messo da parte le proteste sperando nella sesta stella come simbolo di un riscatto sociale. Per chi, oggi, si sente tradito. 

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