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Sabato, 20 Aprile 2024
Mondiali di calcio

Gruppo E, Ribery: la stella della Francia al suo ultimo Mondiale

Al terzo appuntamento l'attaccante del Bayern si presenta al top

Al terzo tentativo, Franck Ribery potrebbe farcela e convincere tutti. Con quella faccia un pò così, l'attaccante del Bayern quest'anno in lizza per il Pallone d'Oro, si presenta in Brasile finalmente affermato e senza dover dimostrare nulla. Anche se, come dice lui, «di occasioni di sorridere con la maglia dei Bleus ne ho avute davvero poche». In Germania, nel 2006, era il giovane che doveva spaccare tutto e rappresentare il rinnovamento, ma a portare la Francia in finale a Berlino furono i «vecchi» Zizou Zidane e Thierry Henry. In Sudafrica, fu uno dei rivoltosi, il suo volto segnato e massacrato dalle cicatrici apparì ancora più alterato davanti alle telecamere delle tv. 

I tifosi, a decine di migliaia di chilometri di distanza, non credevano ai loro occhi e alle loro orecchie, la Francia non faceva un punto e i giocatori si ammutinavano. Ribery finì nell'elenco dei cattivi, al ritorno in Francia i fischi si sprecarono e soltanto il rifugio tedesco, la sua vera nuova patria, l'ha protetto esaltandone le qualità. In silenzio, Ribery - a 31 anni - è riuscito a risalire la china fino a vincere tutto l'anno scorso con il Bayern e a salire su un podio del Pallone d'oro dove difficilmente si sarebbe potuto fare meglio del suo terzo posto, visto che i primi due erano prenotati da 'marziani' come Messi e Cristiano Ronaldo. 


I Bleus di Deschamps non possono fare a meno di lui, è l'uomo di maggior esperienza e classe, salta l'uomo e spacca le partite, anche se ha sempre il limite del tiro in porta. Ha preso per mano la squadra in diversi momenti difficili del girone di qualificazione, compreso lo spareggio decisivo con l'Ucraina. Lo Stade de France lo ricorda ancora invasato, attaccare da solo la difesa ucraina creando occasioni dal nulla o spingendo gli avversari al fallo. In Brasile, Franck il duro cercherà tante rivincite: contro il passato con la maglia dei Bleus, contro il Pallone d'Oro negato ma anche contro i francesi che non l'hanno mai amato fino in fondo, considerandolo un buon, forse anche un ottimo giocatore, mai un idolo. Il suo primo nemico resta il carattere e quello schiaffo rifilato a Daniel Carvajal durante la disfatta in semifinale di Champions contro il Real Madrid, non promette nulla di buono.  

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