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Giovedì, 25 Aprile 2024
Era la Juve

E' morto Giampiero Boniperti: "Addio, Presidentissimo"

Il presidente onorario della Juventus, di cui è stato una bandiera prima come calciatore e poi come dirigente, si è spento nella notte a Torino. Avrebbe compiuto 93 anni il prossimo 4 luglio. Insieme a Charles e Sivori formò uno dei più micidiali attacchi nella storia del calcio. Forse il più completo di sempre. Attaccante fortissimo, dirigente leggendario

Tra pochi giorni, il 4 luglio, avrebbe compiuto 93 anni. E' morto nella notte a Torino per una insufficienza cardiaca Giampiero Boniperti, presidente onorario della Juventus, di cui è stato una bandiera prima come calciatore e poi come dirigente e presidente. Lo rende noto la famiglia. Boniperti negli ultimi anni si era ritirato a vita privata. I funerali si svolgeranno nei prossimi giorni in forma privata per volere dei suoi cari.

Giampiero Boniperti, una vita in bianconero

Era nato a Barengo il 4 luglio 1928. Il suo nome è indissolubilmente legato alla squadra bianconera, cui è rimasto fedele per tutta la sua carriera agonistica prima, detenendone per molto tempo vari primati di presenze e reti, e per quella dirigenziale poi, coincisa con alcuni dei massimi successi sportivi della formazione torinese. La sua carriera, sia sul campo sia dietro la scrivania, ne ha fatto una della personalità più importanti nell'intera storia del movimento calcistico italiano. Insieme a Charles e Sivori formò uno dei più micidiali attacchi nella storia del calcio. Forse il più completo di sempre.

Esordì in prima squadra sul finire del campionato 1946-1947, era un'altra Italia, appena uscita dal secondo conflitto mondiale. Non vestì mai altra casacca e si ritirò nel 1961: 443 partite e 178 gol in maglia bianconera. Nel club bianconero era arrivato a 17 anni, pagato 60mila lire fifty fifty tra la squadra del suo paese, Barengo (Novara), e il Momo che l'aveva tesserato. Ne è uscito 48 anni dopo, quando ha lasciato la presidenza effettiva della Juventus.

Poco dopo il suo ritiro dall'attività agonistica, Boniperti fu infatti subito chiamato dalla famiglia Agnelli a ricoprire un ruolo dirigenziale all'interno della società juventina. E' stato presidente dal '71 al '90 e poi, quando fu richiamato dalla famiglia Agnelli, amministratore delegato dal '91 al '94. Dal 2006 era presidente onorario. "La Juve - è un'altra delle sue espressioni più amate - non è soltanto la squadra del mio cuore, è il mio cuore".

Nel 2004 è stato inserito nella FIFA 100, la lista dei 125 migliori calciatori della storia, stilata in occasione del centenario della FIFA. Nel 2012 è entrato a far parte della Hall of Fame del calcio italiano tra i dirigenti. 

E' di Boniperti la frase simbolo della storia juventina "Vincere non è importante, è l'unica cosa che conta", interpretata in maniera inesatta anche negli anni più recenti da commentatori e tifosi. Per Boniperti significava lavorare duro, dare il meglio di sé ogni giorno per la maglia, fino al limite, perché quelle strisce una volta cucite addosso sono orgoglio, gioia e responsabilità. Perché nel calcio di alto livello ogni competizione è da affrontare con agonismo, determinazione, grinta, voglia di vincere, convinzione di potercela fare.

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Calciatore fortissimo, dirigente leggendario

Quando era presidente era solito lasciare lo stadio alla fine del primo tempo, e seguiva alla radio il secondo; tra le tante sfide quelle più sofferte erano le stracittadine con il Torino, anche se ai granata ha segnato più di ogni altro bianconero: 14 gol (13 in campionato, 1 in Coppa Italia). "Il derby - aveva spiegato, da dirigente - mi consuma, amo troppo la Juve e ho così rispetto della Juve che non può essere altrimenti". Non era "della Juve". Era "la Juve".

Con i giocatori aveva sempre il coltello dalla parte del manico, era ancora lontano il tempo della predominanza dei procuratori. Dopo il Mundial vinto dall'Italia nell'82 in Spagna, aveva messo fuori rosa, perché avevano chiesto un aumento, nientemeno che Paolo Rossi, Tardelli e Gentile. Una settimana di stop, un'amichevole saltata, prima di essere nuovamente ricevuti da Boniperti, e di firmare il contratto, con la concessione di un piccolo ritocco. Dei tantissimi calciatori di grido che ha portato alla Juventus, due tra i più amati sono stati Scirea e Del Piero; alla Juve volle fortissimamente in panchina un giovane Giovanni Trapattoni con il quale ha condiviso dieci stagioni, con i primi successi internazionali nella storia della Vecchia Signora. Una scommessa vinta contro gli scettici: con il 'Trap' alla guida, la Juve vinse subito lo scudetto con il record a quota 51, quando le vittorie valevano ancora due punti. Tra i suoi successi da dirigente nove scudetti, due Coppe Italia, una Coppa Intercontinentale, una Coppa dei Campioni, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa UEFA e una Coppa UEFA.  E' stato europarlamentare dal '94 al '99.

Ma la sua grande, vera e unica passione è sempre stata la Juventus. E' morto Boniperti. E' morto un pezzo della Juventus, l'architrave fondante. 

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"Grazie di tutto. Buon viaggio, Presidentissimo"

"E’ la notizia che non avremmo mai voluto darvi - si legge sul sito della Juventus - La commozione che in questo momento tutti noi stiamo provando non ci impedisce di pensare con forza a lui, a tutto ciò che il Presidentissimo è stato e sarà per sempre nella vita della Juventus. Una figura indelebile, che da oggi si consegna al ricordo, perché sui libri di storia del calcio ci è finita già da tempo. Perché quando esprimi un pensiero, e quel pensiero diventa parte del DNA della società a cui hai dedicato la vita, vuol dire che il tuo carattere ne è diventato identità e modo di essere. Per sempre". Dopo aver ricordato tutti i successi di Boniperti, la nota della società si conclude così: "Lassù, ora, c’è un’altra stella nel firmamento bianconero che brilla a mostrarci la rotta: quella di Giampiero Boniperti, che ha speso una vita con la Juventus, per la Juventus, e che ha saputo sempre indicarle la via. Grazie di tutto. Buon viaggio, Presidentissimo".

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